mercoledì 25 marzo 2020

pc 25 marzo - Sicilia: dopo le figuracce contro chi torna nell’isola, Musumeci ha elaborato un “Piano per la quarantena” che non è sufficiente a salvaguardare la salute della popolazione

Il piano per la quarantena di Musumeci e dell’assessore Razza, se non ampliato in numeri e qualità e, soprattutto, messo in pratica immediatamente, non sarà in grado di mettere al sicuro dall’infezione la popolazione della Sicilia!
Il presidente della Regione Sicilia, invece di dedicarsi seriamente al contrasto dell’epidemia di coronavirus, ha fatto una grossa figuraccia sbraitando in diretta televisiva contro chi sta tornando in Sicilia. Le sue accuse sui numeri di chi nei giorni scorsi transitava sono state smentite non solo dal Ministero degli interni ma anche dalla stessa compagnia di traghetti Caronte: chi attraversava era autorizzato e il numero era nella norma.
Non contento ha poi provato a replicare la sceneggiata con altri siciliani che ieri si sono presentati
agli imbarcaderi di Villa San Giovanni che, per la polizia addetta al controllo, non avevano l’autorizzazione; per fortuna quelli che stanno ritornando in Sicilia, in genere perché hanno perso il lavoro e la casa, con appresso bambini, nella notte sono stati fatti passare, dopo che si era creata una situazione ancora peggiore non solo per l’estremo disagio delle persone, ma anche dal punto di vista sanitario.
Musumeci è nervoso e si vede, ha perso l’atteggiamento austero del “fascista per bene”. Forse perché è stato costretto alla quarantena lui stesso, forse perché l’eventuale espansione dell’epidemia in tutta la Sicilia lo metterebbe in una situazione difficile anche politicamente. Per correre in qualche modo ai ripari, ha cercato di usare i poteri di presidente della Regione Sicilia, regione a statuto speciale, scavalcando però i decreti del Presidente del Consiglio, emettendo suoi decreti e quindi in maniera anticostituzionale. Ha ordinato, per esempio, gli acquisti essenziali una volta al giorno e un solo componente del nucleo familiare, il divieto di ogni attività motoria all’aperto, previsto la modifica degli orari di apertura dei negozi di prima necessità e la presenza dell’esercito...
E questo invece di dedicare tempo per preparare una risposta adeguata all’emergenza, e dire che di tempo ne ha avuto tanto, tra quarantena e attività del Parlamento siciliano di fatto ridotta.
Adesso Musumeci ha un “piano”!
“Un piano – riporta la Repubblica - da 600 posti di terapia intensiva e altri 2800 posti letto dedicati all’epidemia Covid-19. È la strategia messa a punto dalla Regione, nella peggiore delle situazioni epidemiologiche, per far fronte al picco di 7mila contagiati atteso a metà aprile in Sicilia. Un piano in vari step, illustrato durante una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall'assessore alla Salute Ruggero Razza.”
Questo piano dovrebbe procedere quindi per “step” (non è bastato il ritardo con cui ha affrontato il problema), per passi successivi. Uno al 10 aprile e l’altro al 20 aprile “L'obiettivo è raggiungere entro il 20 aprile 587 posti di terapia intensiva e 2798 posti letto riservati ai pazienti con coronavirus, che vanno ad aggiungersi alla dotazione esistente.” E “Se si dovesse entrare in una fase ancora più aggressiva dell'epidemia, i posti potranno essere incrementati…” Questo “Se” non è accettabile in una situazione così grave. Mentre addirittura “La possibilità di aumentare i posti in Terapia intensiva è subordinata all'arrivo dei ventilatori da parte della Protezione civile nazionale.” Su questo Musumeci dice di avere un “piano B”!
“Il piano – continua il quotidiano - coinvolge anche hotel e cliniche. I primi saranno impiegati come strutture per la quarantena preventiva o post-ricovero di chi per varie ragioni non può trascorrere l'isolamento a casa propria.” La Regione così “conta di attivare almeno mille posti letto in tutto il territorio, che saranno pagati ai privati con una tariffa stabilita dallo Stato.!”
Pagati! Insomma, tanto per cambiare la sanità privata non si tocca! E questo,, comunque, non è un piano che può funzionare! Ricordiamo che la Sicilia ha una popolazione di circa 5 milioni di abitanti e perché un piano sia credibile e abbia possibilità di riuscita, crediamo sia necessario, invece, agire immediatamente per: riaprire tutti quegli ospedali grandi, medi e piccoli sparsi sul territorio che in questi anni sono stati chiusi, e attrezzarli di tutto quello che serve: terapia intensiva e sub intensiva, requisire le aziende sanitarie private, aumentare il numero di ambulanze e attrezzare di tutto punto per il soccorso immediato, munire tutto il personale sanitario del massimo delle attrezzature per la difesa dal contagio, prevedere assunzioni di massa di medici infermieri e personale ausiliario per alleggerire i turni,  aprire laboratori attrezzati di tutto punto per l’analisi dei tamponi nel tempo più breve possibile…
Questo, è logico, serve per aumentare davvero i posti letto, avere diagnosi immediate, alleviare il carico di lavoro e il peso dei turni al personale, avere la “cura” distribuita sul territorio che è più sicura ed efficace invece che concentrata solo negli ospedali principali.
Non si può procedere per “step”! E soprattutto niente di tutto questo deve essere a tempo determinato, come hanno provato a fare con gli infermieri a chiamata, e deve essere applicato immediatamente, altrimenti Musumeci e i suoi assessori possono dire quello che vogliono, e con le parole possono essere anche bravi, ma non si darà risposta all’esigenza del momento e che ha portato a questi cambiamenti che tanti chiamano epocali! Non ci sono “soldi che mancano” o bilanci che tengono… Se così non sarà si deve pensare per forza che ciò che viene detto adesso è solo propaganda politica!

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