I provvedimenti del governo hanno tradotto in termini comprensibili quali sarebbero le novità:
- divieto di spostamenti interurbani
- chiusura di
tutte le attività non necessarie e delle zone industriali con grandi
concentrazioni operaie, i principali servizi resteranno aperti:
alimentari, farmacie, banche, trasporti urbani, servizi pubblici di base
ecc.
- concentrazione
delle riserve alimentari e delle medicine nelle scuole che saranno
sorvegliate dall’esercito, ciò per evitare ulteriori speculazioni su
alcuni beni come farina e aglio com’è successo in questi giorni. Intanto
nel governatorato da sempre martoriato di Kasserine, si è assistito ad
un primo caso di “spesa proletaria” in cui la popolazione ha assaltato
un carico di farina non più disponibile sul mercato da una settimana.
In realtà la
misura principale per la risoluzione temporanea di questa emergenza
sarebbe un massiccio investimento sul settore della sanità in primis per
aumentare i posti letto, formare gli infermieri, assumere medici e
investire nella ricerca scientifica.
Nelle dichiarazioni del Primo Ministro e del Presidente della Repubblica non c’è traccia di ciò.
Dei 16 milioni di dinari richiesti settimane fa dal Ministero della Sanità non si parla più e si è passati a metodi di fundraising
individuali tramite Theleton che puntano tutto sul senso di
colpa/solidarietà individuale sviando l’attenzione da chi detiene la
vera responsabilità (capitalisti e governo).
Per attuare
misure del genere, un paese semicoloniale come la Tunisia, attanagliato
dal debito estero e dagli accordi con il FMI dovrebbe veramente fare
passi coraggiosi nel senso della riappropriazione della sovranità
nazionale come dichiarare l’insolubilità del debito estero e altre
simili misure già esposte da una dichiarazione che riportiamo alla fine
di questo articolo.
È evidente che
un governo rappresentante una borghesia burocratico/compradora
totalmente asservita all’imperialismo straniero (Francia e Italia in
primis) non sarà mai in grado di servire l’interesse
nazionale e popolare, ne consegue che solo la mobilitazione popolare e la messa in connessione di reti di solidarietà dal basso possa fare pressioni in tale direzione, per inciso è quanto mai urgente l’organizzazione politica della forza soggettiva rivoluzionaria adeguata alla condizione oggettiva del paese.
nazionale e popolare, ne consegue che solo la mobilitazione popolare e la messa in connessione di reti di solidarietà dal basso possa fare pressioni in tale direzione, per inciso è quanto mai urgente l’organizzazione politica della forza soggettiva rivoluzionaria adeguata alla condizione oggettiva del paese.
Oltre a tale
necessità, pur con tutte le contraddizioni e seguendo a volte interessi
particolari, la centrale sindacale storica UGTT ha sempre svolto un
altro ruolo importante: quello di organizzare le lotte economiche, anche
tramite le sue ramificazioni locali in maniera autonoma dalla
segreteria nazionale (vedi rivolta dei minatori di Gafsa del 2008) ad
oggi però, a fronte dell’attuale crisi scaturita dall’epidemia non
sembra che vi siano segnali in tal senso. Solo la branca studentesca,
l’UGET, si sta mobilitando contro una proposta antipopolare del ministro
dell’Istruzione Superiore che ha proposta la ripresa dei corsi online
il prossimo 30 marzo utilizzando una piattaforma telematica su cui è
iscritto solo il 16% degli studenti universitari. Molti studenti non
posseggono tablet e pc e chi vive nelle zone rurali non ha accesso a
internet. Infatti la parola d’ordine del sindacato studentesco è quella
di “garantire un’istruzione democratica e popolare” per tutti gli
studenti. La proposta governativa sembra piuttosto un tentativo
maldestro di concludere ufficialmente l’anno accademico infischiandosene
delle reali condizioni del paese e dei suoi studenti.
Altro punto su
cui far chiarezza: è prassi in Tunisia che per le principali ricorrenze
quali giornata dell’indipendenza, della liberazione e dei martiri, il
presidente della Repubblica accordi la grazia presidenziale ad alcuni
(dei molti) detenuti in cella per pene minori. Ieri 20 marzo,
anniversario dell’Indipendenza, oltre 600 detenuti sono stati
scarcerati. In questa occasione il presidente ha annunciato che tale
misura favorisce il miglioramento della situazione carceraria in questa
fase di lotta al COVID-19. Cio’ è pura retorica in quanto nel paese
permangono molti reati penali che potrebbero essere depenalizzati,
inoltre nel corso dell’attuale inutile coprifuoco, cittadini colti in
flagranza sono stati arrestati (è stata annunciata tolleranza zero nei
giorni a venire) piuttosto che essere ricondotti al proprio domicilio:
un’evidente contraddizione che alcune anime belle della sinistra
riformista tunisina e italiana in Tunisia non hanno colto.
Sembra
prendere invece forma l’iniziativa di cui si parlava in queste pagine
pochi giorni fa circa una piattaforma stilata da medici, ricercatori,
giornalisti e militanti in generale, pubblicata il 17 marzo 2020, di cui
riportiamo la traduzione in francese. Attualmente è la prima iniziativa
autonoma e indipendente dallo Stato da parte di membri attivi della
società in prima linea nella lotta contro la diffusione del COVID-19
secondo le proprie forze e capacità, che quindi sosteniamo anche noi,
comprese eventuali future iniziative collegate a tale dichiarazione,
quanto mai necessarie a fronte della totale insufficienza e
inadeguatezza delle misure prese dal governo Fakhfakh e dallo Stato. In
grassetto un nostro breve commento ad un punto della petizione:
Nous demandons ces mesures pour faire face à l’épidémie de couronne en Tunisie :
Compte tenu de
la propagation rapide de l’épidémie de couronne dans de nombreux pays
du monde, en particulier les pays européens du sud. Parce que nous
savons tous à quel point les équipements nécessaires dans le système de
santé publique sont faibles, nous sommes dans l’initiative populaire
pour faire face à l’épidémie de couronne, nous appelons d’urgence les
mesures sanitaires et économiques nécessaires pour prévenir la
propagation de l’épidémie dans notre pays et sauver la vie de milliers
de notre peuple. De même pour veiller à ce que les groupes sociaux les
plus vulnérables ne paient pas les conséquences économiques attendues à
cette situation exceptionnelle.
Nous demandons donc que les mesures suivantes soient prises immédiatement :
#في_المجال_الصحّي_و_الوقائي:
Utiliser tous
les cliniques privées afin d’assurer le plus grand nombre de familles
que possible. Non seulement pour les situations qui nécessitent un
relèvement mais aussi pour tous les cas de blessure dont la plupart ne
nécessiteront pas de relèvement.
Intensification
des analyses / tests médicaux pour tous les personnes soupçonnées
d’être blessés (y compris ceux qui ont été mélangés et avant les
symptômes) SEULEMENT L’OMS, il ne peut contenir la propagation de
l’épidémie sans une connaissance précise et rapide Ne sois pas blessé
Suspension des
cliniques extérieures et la préparation des hôpitaux publics pour
accueillir un plus grand nombre de blessés dans la période à venir, ce
qui nécessite leur réadaptation pour effectuer des analyses médicales en
personnalisant un laboratoire dans chaque pôle hospitalier
universitaire.
L’Hôtel et les
espaces publics disponibles pour les opérations de quarantaine, sous
surveillance de sécurité et sanitaire, pour les personnes soupçonnés
d’être blessés. C’est pour garantir que l’épidémie ne se propage pas
parce que la responsabilité de ceux qui ne respectent pas les procédures
de quarantaine.
Toutes les
usines compétentes pour fabriquer des masques médicaux et autres
matériels, équipements et médicaments nécessaires pour assurer les
besoins internes.
#في_المجال_الاقتصادي_والاجتماعي:
Imposition d’un état de quarantene globale au niveau du pays pendant deux à trois semaines.
Ce qui signifie que les citoyens restent chez eux et ne se dirigent pas au travail. Les catégories ci-après sont exclus :
Agents de
santé médecins, pharmaceutiques, colleurs, réanimation et infirmières /
responsables politiques / forces armées, sécurité et protection civile /
employés dans les magasins de produits alimentaires ou dans les usines
de production de produits alimentaires ou Agriculteurs, travailleurs
agricoles / travailleurs postaux, ports et aéroports qui assurent les
fournisseurs / bénévoles qui assurent les services nécessaires (en
coordination avec l’état).
Dovrebbero
essere inclusi anche i quadri sindacali che in questa fase devono
attivamente difendere le condizioni dei lavoratori e non riportare
passivamente le misure governative nei luoghi di lavoro.
Sarebbe
più esatto specificare che gli agenti della sanità e farmacisti
assurgano al rango di pubblici ufficiali in stretta coordinazione con i
quadri sindacali e i rappresentanti di comitati popolari e dele
associazioni di volontariato per assicurare la salute e i bisogni dei
cittadini.
Fermeture de tous les boutiques sauf les magasins alimentaires, les pharmacies et certaines stations d’essence.
L’État
garantit la distribution et la fourniture de denrées alimentaires pour
toutes les villes et quartiers et assurer l’accès des vivres nécessaires
à toutes les régions (vivres, médicaments, disques de gaz…) en
particulier dans les taudis et les zones rurales reculées. Cela peut
être fait par l’armée, les organisations bénévoles (Scouts,
croissant-Rouge et initiatives citoyennes en coordination avec l’état).
Ces mesures extraordinaires auront sans aucun doute un coût et des conséquences socioéconomiques énormes.
C’est pourquoi
nous demandons qu’ils soient réduits et leurs effets négatifs sur la
majorité de la population, en adoptant les #résolutions souverains
suivants :
Suspension du
remboursement de la dette extérieure et le transfert de ses créances en
monnaie difficile en acquisition de fournitures et équipements médicaux
nécessaires. Ainsi que pour acheter les matériaux et les machines
nécessaires pour fabriquer ce que nous pouvons faire localement.
Encourager et soutenir toute initiative de recherche visant à créer un noyau de fabrication locale de matériel médical.
La banque
centrale délivre des liquidités financières suffisantes en monnaie
nationale, qui sont déposés dans le trésor de l’état pour orienter les
sommes nécessaires aux différents ministères (santé, transports,
affaires sociales, éducation et éducation supérieure, armée…).
L’annulation
d’amta quatre du chapitre 25 de la loi sur la banque centrale qui
interdit à la banque de prêter ou d’acheter ses obligations à l’état.
Accorder une
“Prime de protection au foyer” à tous les travailleurs / travailleuses
qui seront obligés de cesser de travailler pendant la période du
couvre-feu. En particulier les travailleurs / travailleuses non
structurés dans des entreprises (par exemple : vendeurs de marchés
hebdomadaires, travailleurs restauration et construction, travailleurs
agricoles).
Augmentation
de l’aide sociale destinée aux “familles défavorisées” et leur permettre
de reporter les factures d’électricité, d’eau et d’eau.
Report du
versement des allégations pour les titulaires de cartes d’identité
fiscales (patinda) et report du remboursement des prêts à la
consommation.
Empêcher les
petites et moyennes entreprises d’expulser les travailleurs en échange
de réduire les actions et leur permettre de transferts exceptionnels
pour les aider à payer les salaires.
Cessation
immédiate de fournir des matériaux de luxe (voitures, parfums, bananes,
aliments pour animaux, alcool étranger et chocolat) pour fournir la
monnaie difficile nécessaire.
Empêcher les
grandes entreprises gagnantes (en particulier les télécommunications,
les banques, les hydrocarbures) de faire sortir leurs bénéfices à
l’étranger et de les bénéficier d’une réduction totale des performances
si l’état ou aux organisations bénévoles (comme le croissant-rouge).
Imposer des restrictions aux transferts de personnes à l’étranger afin de préserver la monnaie difficile.
Prévenir la sortie des bénéfices des sociétés mondiales et des banques étrangères afin de préserver les devises difficiles.
Empêcher les
organisations internationales d’expulser leurs employés et tout leur
personnel, de transférer leurs fonds à l’étranger et les encourager à
donner des ressources allouées aux activités qui seront annulées aux
organisations locales qui s’engagent à l’épidémie.
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