AGLI OPERAI ARCELORMITTAL E DELL'APPALTO
Padroni, e governo, vogliono comunque salvaguardare la produzione e i loro profitti, i lavoratori invece devono battersi per salvaguardare la propria salute e quella dei famigliari, impedendo nello stesso tempo che, con la scusa del coronavirus, l’azienda peggiori o metta a rischio salari e lavoro.
Il 25 è sciopero perchè in questa situazione la COMANDATA (minima, strettamente necessaria) basta!
Comunque se non vengono attuate rigidamente le misure di salvaguardia della salute dei lavoratori, anche nei giorni successivi bisogna fermarsi, fare sciopero senza aspettare l’indizione sindacale, così come sta avvenendo in altre fabbriche.
Occorre stare il meno possibile in fabbrica, abbassando al minimo di sicurezza la produzione e riducendo al massimo la presenza degli operai e attuando per tutti una riduzione dell’orario di lavoro. ma garantendo il salario al 100% e con la garanzia assoluta e formale che ArcelorMittal e le aziende dell’appalto non approfittino del coronavirus per lasciare fuori, mettere in cig, o peggio licenziare, anche dopo l’emergenza.
Gli operai in alcune fabbriche stanno anche ponendo giustamente, sia una riduzione della produzione sia dove è possibile una riconversione della produzione, per porla al servizio delle necessità della sanità (che sta scoppiando su tutti i fronti), della costruzione di ospedali, di presidi sanitari, di attrezzature, macchinari, strumentazione sanitaria al servizio delle masse, dei malati, dei medici, infermieri, ecc..
Lo Slai cobas per il sindacato di classe a fronte della gravissima situazione posta dall'emergenza sanitaria coronavirus ritiene di dover svolgere ogni attività a tutela della salute, della sicurezza, del lavoro e del salario di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, in tutte le forme necessarie, fatte salve le precauzioni imposte dai decreti sul versante sanitario.
Lo Slai cobas sc sta richiedendo nei posti di lavoro dove è presente, l'assoluta rigida attuazione delle misure di tutela dei lavoratori, in termini di mascherine, dispositivi individuali di sicurezza, osservanza delle distanze, ecc. In caso queste mancano, i lavoratori si devono fermare, sospendere il lavoro e il salario deve essere integralmente tutelato per tutto il tempo necessario. Lì dove i lavoratori sono mandati a casa, questo deve avvenire senza perdere alcuna voce della retribuzione, e non con l’utilizzo di ferie forzate.
Gli attivisti sindacali dello Slai cobas sono a disposizione; proprio in questo clima di salute pubblica hanno il diritto/dovere di muoversi, andare alla fabbrica, sui posti di lavoro, con tutte le misure sanitarie necessarie, a tutela del bene comune e senza che alcun ostacolo venga posto alla loro azione.
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