Per queste ragioni cercheremo di dare voce a tutti gli operatori sanitari e di base, e invitiamo a mandarci, segnalarci ogni iniziativa, (sfruttando i vari decreti di fatto stanno cercando di mettere il bavaglio a quanto viene denunciato dai tanti operatori, sindacati di base, sindaci).
Ma principalmente facciamo appello a costruire una comunicazione diretta e condivisa, da far circolare per dare forma ad una comunicazione/informazione/indicazioni, per i/le lavoratori/ci, tutti, della sanità, con l'obiettivo di costruire un'alternativa al presente, resistere, e costruire un futuro altro contro quello che ci prospettano. Quanto sia chiaro quale futuro ci vogliono "regalare", lo dice lo stesso Gallera, che tra una conferenza stampa e l'altra, dice che la sanità lombarda è allo stremo, continua a non fare nuove assunzioni, non fa screaning di massa tra i lavoratori per tracciare e circoscrivere il contagio, non vengono date le protezioni necessarie, non riaprono presidi ospedalieri e strutture, segnalati e presenti in tutta Milano e Lombardia, ecc.
Ebbene mentre questa è la realtà che ci impongono oggi, l'assessore Gallera trova il tempo per rafforzare il suo "futuro" politico: “Vivo nel bunker non penso alla popolarità...” - non aggiungiamo nessun commento, la sua candidatura parla da sola.
Slai Cobas sc cobasint@tiscali.it ; 3387211377
L'assessore regionale chiede reperibilità telefonica dalle 8, alle
20, i medici rispondono con una lettera: "Così si rischia che
chi ha davvero bisogno di assistenza si perda nel mucchio". E
accusano: "Siamo entrati in contatto con pazienti infetti e non
siamo stati sottoposti a tampone con l'ordine di continuare a
lavorare"
di MATTEO
PUCCIARELLI
L'idea di 'mobilitare'
i medici di famiglia lanciata due giorni fa dall'assessore regionale
al Welfare, Giulio Gallera, con anche una reperibilità telefonica
dei dottori dalle 8 alle 20, non è esattamente quel che loro stessi
si aspettavano. "Misure inutili che rischiano solo di fare
ulteriore confusione", dice ad esempio Roberto Carlo Rossi,
presidente dell'ordine dei medici milanesi. "Questo lavoro
immane lo
facciamo già adesso, il problema è che non siamo messi in condizioni di sicurezza", aggiunge Giuseppina Borrini, che insieme ad un gruppo di colleghi ha scritto una lettera per lamentare la mancanza di dispositivi di protezione. Il rischio principale, spiegano i medici di base, è che la loro fondamentale funzione di filtro si riduca a infinite giornate di consulenza telefonica. Già oggi in media ogni medico di base sta ricevendo qualcosa come 60-80 chiamate di pazienti. "Aumentare l'orario e il carico alla fine rischia di essere fuorviante, nel senso che poi chi ha davvero bisogno di assistenza si perde nel mucchio", ragiona Rossi.
La
forza dei medici di base è quella di conoscere la storia clinica dei
propri pazienti, avendo una capacità di valutazione maggiore caso
per caso. "A noi pare invece che l'idea della Regione rispetto
al nostro coinvolgimento sia in realtà più figlia dell'emozione del
momento, non a caso Gallera ha riconosciuto che il provvedimento va
limato", aggiunge sempre Rossi. Oggi le parti dovrebbero
incontrarsi per concordare le linee guida di questo filtro iniziale
tutto centrato sul coronavirus da parte dei medici di famiglia. I
quali potrebbero ad esempio comunicare attraverso una piattaforma
informatica i dati principali di pazienti sospettati di essere
positivi, come febbre, battito cardiaco, respirazione, attraverso
l'uso domestico individuale degli strumenti necessari, tra i quali il
saturimetro.facciamo già adesso, il problema è che non siamo messi in condizioni di sicurezza", aggiunge Giuseppina Borrini, che insieme ad un gruppo di colleghi ha scritto una lettera per lamentare la mancanza di dispositivi di protezione. Il rischio principale, spiegano i medici di base, è che la loro fondamentale funzione di filtro si riduca a infinite giornate di consulenza telefonica. Già oggi in media ogni medico di base sta ricevendo qualcosa come 60-80 chiamate di pazienti. "Aumentare l'orario e il carico alla fine rischia di essere fuorviante, nel senso che poi chi ha davvero bisogno di assistenza si perde nel mucchio", ragiona Rossi.
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