mercoledì 25 marzo 2020

pc 25 marzo - CORONAVIRUS - un intervento di 'proletari comunisti' PCm Italia

Noi concordiamo con le posizioni che dicono, analizzano, che è il modo di produzione capitalista oggi nella fase dell'imperialismo putrescente e della crisi economica mondiale che produce le pandemie, come produce le crisi.
Mentre consideriamo erronea ogni posizione che dice che l'emergenza coronavirus è tutta una manovra dell’imperialismo. La pandemia è reale e il ciclo pandemico - che non vuol dire solo la pandemia in corso - si espanderà per lungo tempo in forme catastrofiche per la vita della gente. Questo non è una “manovra” ma è come si manifesta la natura distruttiva della fase ultima del capitale e lo scontro di classe necessario oggi.
Noi possiamo essere un punto più avanti della borghesia se possediamo la dinamica del formarsi nazionale e internazionale di questi eventi. Per questo sono utili, e li stiamo pubblicando, quelle analisi che danno un contributo ad una conoscenza materialistico storico dialettica su come si è generato il virus, perchè attraverserà altre fasi, perchè la "fornace Wuhan" - che poi in Italia è la "fornace" di Bergamo/Brescia/Lombardia dove sono morti il doppio della Cina, ecc..
Queste analisi dimostrano - al di là della coscienza di chi le fa e di alcune parti di esse che non condividiamo  - che non c’è soluzione che il rovesciamento dell’imperialismo e che esso ha il suo centro nella classe operaia.
Questo è evidente proprio nella gravissima situazione sanitaria in corso. Ci vorrebbe un radicale cambiamento della sanità, una concentrazione di fondi, produzione, ricerca, mezzi e soprattutto personale sanitario, ma anche solo questo chiede una rivoluzione. Perchè lì dove la borghesia non riesce, il proletariato, le masse popolari, la forma Stato devono trovare altre strade.

In questo contesto opera il partito della rivoluzione. Esso va costruito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, non in astratto ma nella lotta di classe in questa fase e tra le masse concrete.
Sappiamo che per fare questo ci vuole tempo, ma il tempo è scandito dai tempi della lotta di classe, non è pianificato a tavolino. Questi tempi chiamano ad essere pronti oggi per fare il massimo possibile e a questo stiamo chiamando giornalmente le avanguardie - a partire dai nostri compagni e compagne. 

Il dramma in corso per i lavoratori, per le masse popolari nell'emergenza coronavirus non può essere considerato dai comunisti rivoluzionari un “episodio”, per cui continuare ad operare come prima. Non ci interessa una pura continuità dell’attività, ci interessa una lotta, un ritmo adeguato alla situazione.

Abbiamo detto che di fronte alla pandemia dell'imperialismo vi sono due soluzioni: quelle della dittatura borghese e quelle della dittatura del proletariato.
I governi si muovono nella logica della classe che rappresentano; i proletari si muovono in una logica che all’apparenza in alcune misure potrebbe sembrare simile, ma è profondamente differente. La differenza la fa soprattutto l’elemento cosciente.
Un esempio è la sanità di questi gravissimi giorni, in cui i medici, infermieri fanno miracoli, stanno coscientemente come in una guerra. Noi pensiamo che la dittatura del proletariato avrebbe moltiplicato per 1000 questo atteggiamento e tradotto in forme nuove di potere. Invece dentro la dinamica della borghesia viene utilizzato per sostituire lo Stato che non fa niente e che lo gestisce per mantenere il suo potere.
La dittatura del proletariato avrebbe "militarizzato" i sindacati dal 1° giorno; avrebbe indirizzato e concentrato sulla sanità ogni soldo, la produzione, potenziato al massimo la ricerca, ogni possibile energia per aumentare il personale sanitario secondo l'urgenza; avrebbe chiamato perfino tutti gli studenti dell’ultimo anno di medicina a presentarsi agli ospedali, e altro ancora.

Questo che stiamo vivendo è un "virus industriale" che colpisce al cuore l’apparato industriale del mondo. L'imperialismo si mostra nel suo orrore senza fine a cui bisogna mettere fine.
Non basta però proclamare che i popoli del mondo sono la forza motrice della storia se questo non si arma di scienza e organizzazione frutto di un'analisi e intervento concreto nella situazione concreta.
In questo c'è sempre più la realtà nuova che le fabbriche stanno arrivando ovunque. Il mondo, anche nella maggiorparte dei paesi dipendenti, non è solo dei contadini, dei poveri o dei popoli generici, è della classe operaia mondiale, del proletariato nelle sue diverse forme.
Su questo è quanto mai attuale l’analisi di Marx, la scienza di Lenin, la straordinaria esperienza della Cina e della Grcp.
Ma prima di tutto dobbiamo dare agli operai la coscienza collettiva di quello che stanno facendo e di quanto grande e decisivo sia quello che potrebbero fare.
Noi dobbiamo far agire un “contropotere”  potenziale, embrionale e via via reale!

proletari comunisti/PCm Italia
25 marzo 2020

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