martedì 24 marzo 2020

pc 24 marzo - La parola ai lavoratori della Sanità Milano

A cura dello Slai cobas per il sindacato di classe INT

Primo lavoratore
Domanda: perché quando arrivo alla mattina non c’è nessuno che dà le mascherine, quelle ffp2 e non quelle chirurgiche, e manca pure il dispencer con la soluzione alcolica lavamani?
Risposta: la questione non è semplice e richiede una breve analisi e valutazione, per capire come si sta comportando la Direzione: 1) primo è grave che tutti i lavoratori che devono dare il cambio al turno smontante notte non trovi il necessario alla propria e altrui tutela; 2) per primi, il 27 febbraio, abbiamo detto che i dispositivi andavano distribuiti a tappeto ai lavoratori e pazienti, e nessuno ci ha dato ascolto

Secondo lavoratore:
Domanda: c’è confusione su cosa accade in Istituto. Non mi sento informato. Quello che vedo mi fa paura. Perché?
Rispostaanche qui il Cobas ha detto che era un dovere per l’Amministrazione dare una
informazione, unita alla dotazione degli ausili, chiara e trasparente. Ma non solo, se ne guardata bene dal farlo, e hanno fatto sparire ogni forma di comunicazione, “rimandando” i lavoratori al sito dell’istituto, quando i lavoratori non hanno il tempo materiale per consultarlo. 
Noi proponiamo che i lavoratori si mettano in contatto diretto tra loro per informarsi ed essere in formati; per ragionare cosa noi dobbiamo e possiamo fare per essere protagonisti delle soluzioni necessarie, senza accettare di fare da carne da macello. L’esempio che dobbiamo guardare ce lo mostrano gli operai delle fabbriche che hanno messo in campo, anche lo sciopero e tante forme di protesta e lotta per la loro tutela e quella dei propri cari

Terza lavoratrice:
Domanda: io vivo in provincia ed ho problemi a venire al lavoro, vista la riduzione dei mezzi di trasporto; devo lasciare da sola a casa la bambina, sono ragazza madre, e i vicini, anziani, che mi tenevano la bambina quando ero al lavoro, con le lacrime agli occhi, mi hanno detto che non lo possono più fare. Anzi sono io che gli faccio la spesa e gliela lascio davanti la porta. E devo pure affrontare il problema di come tutelare la piccola gioia di casa. Io posso essere contagiata o contagiarmi venendo al lavoro. Ho paura
Risposta: tu sei la testimonianza di come le lavoratrici sono doppiamente sfruttate – penalizzate. 
Bisogna pretendere, con la lotta e l’unità tra donne/lavoratrici, di rimanere a casa e di ricevere tutte le tutele dai congedi parentali retribuiti al 100%, il sostegno da parte dell'amministrazione comunale del tuo paese. Contatta le compagne dell’mfpr e le lavoratrici slai cobas sc, che avete conosciuto quando hanno volantinato davanti l’ingresso

Costantemente come sindacato di classe e come comunisti che lo dirigiamo, sempre spieghiamo anche che come la crisi è l’occasione per il capitale di fare più profitti e scaricare sui lavoratori e i proletari i costi, così l’emergenza coronavirus ci mostra quello che sappiamo da anni, anche la sanità è una merce e quindi non c'è nessuna tutela per le masse popolari.

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