domenica 22 marzo 2020

pc 22 marzo - Denuncia dalle fabbriche e dalla logistica dei lavoratori Slai cobas sc di Bergamo

I lavoratori segnalano che le condizioni di lavoro cui sono comandati nelle fabbriche, nelle fabbriche della IV gamma, nelle piattaforme logistiche sono quelle di sempre, per la produzione non per la sicurezza dei lavoratori.  
Gli operai denunciano che:
  • tra le linee di produzione si continua a lavorare a stretto contatto gli uni con gli altri, dato che l’organizzazione del lavoro, i ritmi e i modi sono gli stessi di sempre;
  • che sono molti ed importanti i casi in cui è mancata da parte dell’azienda un’informazione puntuale sui casi di infezione in corso;
  • chi ha avuto ‘la fortuna’ di essere messo in ferie per alcuni giorni, ora si batte terrorizzato per non dover rientrare proprio in momento acuto di espansione del virus;
  • proprio perché sono rimaste invariate le condizioni produttive è estremamente difficile
    frequentare in sicurezza tutti gli spazi comuni di una fabbrica, quali mense spogliatoi o gli ingressi;
  • nelle piattaforme logistiche dove si concentrano centinaia e centinaia di lavoratori, si continuano ad usare i cosiddetti ‘voice’, una sorta di cuffia/auricolare/microfono evoluto indossato dal lavoratore per ricevere e comunicare ordini, che dovrebbero comunque essere personali, ma pure in questi giorni di allarme contagio vengono usati in modo promiscuo;
  • vengono distribuite mascherine in aperto contrasto con le avvertenze minime previste dal protocollo del 14.03.2020;
  • ovvero vengono distribuiti prodotti anche non dotati della scritta CE;
  • vengono distribuiti prodotti senza la protezione Ffp 2 o Ffp3;
  • vengono distribuite mascherine di tipo chirurgico e monouso non adatte al tipo di impiego e non indicate per la prevenzione del contagio; altre costituite da una semplice striscia di panno con due tagli per le orecchie; nella maggioranza dei casi vengono consegnate con la richiesta di usarle più giorni, quando sono monouso e le condizioni stesse degli ambienti produttivi, come l’umidità nelle lavorazioni di insalata della IV gamma, ne pregiudicano rapidamente l’efficacia;
  • nonostante tutte le prescrizioni vengono consegnate persino con l’indicazione di non buttarle e di riciclarle ‘disinfettandole’.
  • A tutto ciò vanno aggiunti tutti quei lavoratori che la mascherina non la ricevono proprio, ma anziché la sospensione della produzione, sono comandati a lavorare comunque.
I lavoratori, chiedono
- un controllo serrato dentro le aziende, ormai è evidente agli occhi di tutti che le condizioni in cui si lavora sono fonte importante di contagio;
- di imporre indicazioni precise alle aziende, prescrizioni vere e proprie, circa la qualità e le modalità di utilizzo dei DPI, quali le mascherine;
- la sospensione immediata della produzione in mancanza dell’assoluta sicurezza dal virus.

Nessun commento:

Posta un commento