Ecco i punti della lettera di Confindustria:
Attività funzionali - Si chiede una "disposizione di carattere generale che consenta la prosecuzione di attività non espressamente incluse nella lista e che siano però funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali".
Chiusure impossibili e attività strategiche - Si chiede poi una norma che "consenta la prosecuzione di quelle attività che non possono essere interrotte per ragioni tecniche: ad esempio quelle riguardanti gli impianti a ciclo continuo e a rischio incidente": il rischio è un "pregiudizio alla funzionalità degli impianti". Chiudere ora per non riaprire più. Si chiede anche "la continuità delle
attività strategiche per la produzione nazionale": strategiche, non solo essenziali.
Autocertificazione - Si suggerisce al governo di concedere alle imprese di autocertificare "l'esigenza di prosecuzione" da parte di quelle attività che non possono essere interrotte, tramite "procedura amministrativa molto semplificata che faccia leva su un'attestazione del richiedente e su meccanismi di controllo ex post da parte delle autorità competenti".
Manutenzione e vigilanza - Si chiede di "far salva" tutta la manutenzione "finalizzata a mantenere in efficienza macchinari e impianti, in modo da non pregiudicare la capacità degli stessi di poter essere riattivati alla ripresa delle attività". E così pure la vigilanza "di attività e strutture oggetto del blocco".
Forniture e ordini in corso - Si chiede infine di garantire i "tempi tecnici necessari dall'entrata in vigore del provvedimento a concludere le lavorazioni in corso, ricevere materiali e ordinativi già in viaggio, consegnare quanto già prodotto e destinato ai clienti".
Codici Ateco - Il governo poi viene invitato a non limitarsi al ricorso dei codici Ateco per individuare quali attività fermare e quali no. Perché questo codice "ben si addice alle attività commerciali, non si presta invece in modo efficace alle attività industriali".
Decreto attuativo - Ecco quindi il suggerimento a prevedere la possibilità - con successivo decreto ministeriale al dpcm "o con altra modalità snella" - di "ampliare o precisare i codici esclusi dal blocco".
Attività funzionali - Si chiede una "disposizione di carattere generale che consenta la prosecuzione di attività non espressamente incluse nella lista e che siano però funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali".
Chiusure impossibili e attività strategiche - Si chiede poi una norma che "consenta la prosecuzione di quelle attività che non possono essere interrotte per ragioni tecniche: ad esempio quelle riguardanti gli impianti a ciclo continuo e a rischio incidente": il rischio è un "pregiudizio alla funzionalità degli impianti". Chiudere ora per non riaprire più. Si chiede anche "la continuità delle
attività strategiche per la produzione nazionale": strategiche, non solo essenziali.
Autocertificazione - Si suggerisce al governo di concedere alle imprese di autocertificare "l'esigenza di prosecuzione" da parte di quelle attività che non possono essere interrotte, tramite "procedura amministrativa molto semplificata che faccia leva su un'attestazione del richiedente e su meccanismi di controllo ex post da parte delle autorità competenti".
Manutenzione e vigilanza - Si chiede di "far salva" tutta la manutenzione "finalizzata a mantenere in efficienza macchinari e impianti, in modo da non pregiudicare la capacità degli stessi di poter essere riattivati alla ripresa delle attività". E così pure la vigilanza "di attività e strutture oggetto del blocco".
Forniture e ordini in corso - Si chiede infine di garantire i "tempi tecnici necessari dall'entrata in vigore del provvedimento a concludere le lavorazioni in corso, ricevere materiali e ordinativi già in viaggio, consegnare quanto già prodotto e destinato ai clienti".
Codici Ateco - Il governo poi viene invitato a non limitarsi al ricorso dei codici Ateco per individuare quali attività fermare e quali no. Perché questo codice "ben si addice alle attività commerciali, non si presta invece in modo efficace alle attività industriali".
Decreto attuativo - Ecco quindi il suggerimento a prevedere la possibilità - con successivo decreto ministeriale al dpcm "o con altra modalità snella" - di "ampliare o precisare i codici esclusi dal blocco".
"preservare l'operatività delle imprese che fanno parte delle filiere
internazionali". E anche "valutare i necessari provvedimenti per evitare
impatti negativi sulle nostre società quotate in Borsa".
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