domenica 22 marzo 2020

pc 22 marzo - Decreto "Cura Italia", il Comunicato del Soccorso rosso proletario sull'emergenza carceri

Le misure contenute nel decreto “Cura Italia”, con cui il governo pretenderebbe di contenere la diffusione del Covid-19 nelle carceri, sono in realtà misure già previste dalla legge “svuota carceri” del 2010, che l’Italia dovette varare a fronte delle reiterate condanne dalla Corte europea per i diritti umani, il CPT e altri organismi di garanzia, per ridurre il sovraffollamento carcerario.

Si tratta quindi di una manovrina assolutamente inadeguata all’emergenza sanitaria in corso, prevedendo il limite, già esistente, di pena residua di 18 mesi per accedere alla detenzione domiciliare.

Si tratta anzi di un provvedimento ulteriormente restrittivo, perché condiziona l’accesso temporaneo al “beneficio” all’uso dei braccialetti elettronici difficilmente reperibili, sia per la scarsità, sia per il costo; e punitivo, perché stabilisce che non possono accedervi i detenuti con rapporti disciplinari presi nell'ultimo anno, e quelli che avrebbero partecipato alle rivolte (secondo i rapporti disciplinari della polizia).

Con la misura adottata, quindi, si prevede che forse usciranno di prigione circa 3000 persone in tutta Italia, a fronte di un sovraffollamento attorno ai 15.000 detenuti/e.

Una cifra ridicola, se si pensa che un paese come L’Iran ha permesso, per l’emergenza sanitaria in corso, il rilascio temporaneo di oltre 85.000 detenuti/e, inclusi prigionieri politici e di coscienza.

Nel nostro paese sedicente democratico invece, sono proprio questi ultimi, i prigionieri più combattivi, i ribelli, ad essere esplicitamente esclusi dai benefici.
E’ stata lo loro lotta a mettere a nudo il problema del sovraffollamento delle carceri! Argomento di cui non si sarebbe mai trattato se non per il protagonismo di questi ultimi giorni di detenuti/e e familiari.

I provvedimenti della magistratura, alcune misure di questo decreto, in questo senso sono il frutto delle rivolte, un riconoscimento della forza che hanno avuto.
E invece proprio ai rivoltosi vengono negati, per il populismo folle e forcaiolo di chi amministra e agisce la giustizia borghese in questo paese.

Lo sciacallaggio di una politica moderno fascista, che col terrore del coronavisus vieta scioperi e manifestazioni, militarizzando la vita di tutti noi, non esita a mettere in pericolo la vita dei detenuti, costringendoli a stare ammassati in 8-10 persone in una stanza, in pessime condizioni igieniche (è vietato, tra l’altro, l’uso di disinfettanti come alcool o candeggina) e sanitarie, e con la polizia penitenziaria che li espone continuamente non solo al virus, ma anche a terribili violenze ed abusi.

Detenuti massacrati, minacciati, prelevati notte tempo scalzi e in pigiama per essere deportati non si sa dove, ma lontano dai propri famigliari. Vietati i colloqui anche via Skype, affinché i parenti non possano vedere il loro volto sfigurato dai pestaggi.

Prima del Covid-19 il governo, lo Stato, sono responsabili di una strage che ha già fatto nelle carceri 14 morti in circostanze non chiare!

Sono decenni che le forze politiche al governo antepongono il profitto e le politiche securitarie al benessere e alla cura delle persone, minando la salute delle masse e riempiendo a dismisura le carceri. Fino a proporre il 41 bis per le detenute e i detenuti che si ribellano e per chi da fuori sostiene la loro lotta.

E l’unica “cura” che questa politica del produci-consuma-crepa conosce è quella del bastone!

A questa politica bisogna opporre la solidarietà e il mutuo soccorso delle masse, perché la salute sia un bene di tutte e tutti.

Solidarietà con i rivoltosi!
Amnistia/Indulto per i proletari!
Bonafede e Basentini si devono dimettere!
Sono i criminali in doppio petto e in divisa che devono pagare!

Soccorso rosso proletario

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