Le misure
contenute nel decreto “Cura Italia”, con cui il governo
pretenderebbe di contenere la diffusione del Covid-19 nelle carceri,
sono in realtà misure già previste dalla legge “svuota carceri”
del 2010, che l’Italia dovette varare a fronte delle reiterate
condanne dalla Corte europea per i diritti umani, il CPT e altri
organismi di garanzia, per ridurre il sovraffollamento carcerario.
Si tratta quindi
di una manovrina assolutamente inadeguata all’emergenza sanitaria
in corso, prevedendo il limite, già esistente, di pena residua di 18
mesi per accedere alla detenzione domiciliare.
Si tratta anzi di
un provvedimento ulteriormente restrittivo, perché condiziona
l’accesso temporaneo al “beneficio” all’uso dei braccialetti
elettronici difficilmente reperibili, sia per la scarsità, sia per
il costo; e punitivo, perché stabilisce che non possono accedervi i
detenuti con rapporti disciplinari presi nell'ultimo anno, e quelli
che avrebbero partecipato alle rivolte (secondo i rapporti
disciplinari della polizia).
Con la misura
adottata, quindi, si prevede che forse usciranno di prigione circa
3000 persone in tutta Italia, a fronte di un sovraffollamento attorno
ai 15.000 detenuti/e.
Una cifra
ridicola, se si pensa che un paese come L’Iran ha permesso, per
l’emergenza sanitaria in corso, il rilascio temporaneo di oltre
85.000 detenuti/e, inclusi prigionieri politici e di coscienza.
Nel nostro paese
sedicente democratico invece, sono proprio questi ultimi, i
prigionieri più combattivi, i ribelli, ad essere esplicitamente
esclusi dai benefici.
E’ stata lo
loro lotta a mettere a nudo il problema del sovraffollamento delle
carceri! Argomento di cui non si sarebbe mai trattato se non per il
protagonismo di questi ultimi giorni di detenuti/e e familiari.
I provvedimenti
della magistratura, alcune misure di questo decreto, in questo senso
sono il frutto delle rivolte, un riconoscimento della forza che hanno
avuto.
E invece proprio
ai rivoltosi vengono negati, per il populismo folle e forcaiolo di
chi amministra e agisce la giustizia borghese in questo paese.
Lo sciacallaggio
di una politica moderno fascista, che col terrore del coronavisus
vieta scioperi e manifestazioni, militarizzando la vita di
tutti noi,
non esita a mettere in pericolo la vita dei detenuti, costringendoli
a stare ammassati in 8-10 persone in una stanza, in pessime
condizioni igieniche (è vietato, tra l’altro, l’uso di
disinfettanti come alcool o candeggina) e sanitarie, e con la polizia
penitenziaria che li espone continuamente non solo al virus, ma anche
a terribili violenze ed abusi.
Detenuti
massacrati, minacciati, prelevati notte tempo scalzi e in pigiama per
essere deportati non si sa dove, ma lontano dai propri famigliari.
Vietati i colloqui anche via Skype,
affinché i parenti non possano vedere il loro volto sfigurato dai
pestaggi.
Prima del
Covid-19 il governo, lo Stato, sono responsabili di una strage
che ha già fatto nelle carceri 14 morti in circostanze non chiare!
Sono decenni che
le forze politiche al governo antepongono il profitto e le politiche
securitarie al benessere e alla cura delle persone, minando la
salute delle masse e riempiendo a dismisura le carceri. Fino a proporre il 41 bis per le detenute e i detenuti che si ribellano e per chi da fuori sostiene la loro lotta.
E l’unica
“cura” che questa politica del produci-consuma-crepa conosce è
quella del bastone!
A questa politica
bisogna opporre la solidarietà e il mutuo soccorso delle masse,
perché la salute sia un bene di tutte e tutti.
Solidarietà con
i rivoltosi!
Amnistia/Indulto
per i proletari!
Bonafede e
Basentini si devono dimettere!
Sono i criminali
in doppio petto e in divisa che devono pagare!
Soccorso rosso
proletario
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