Ma davvero il governo italiano è all'oscuro come afferma la nota di dossier Libia/lasciatecientrare su un episodio avvenuto prima dell'emergenza sanitaria?
Lo stato d'emergenza non deve impedire la denuncia e la mobilitazione dei lavoratori che al Porto lavorano senza sicurezza per un'attività dove i "protocolli" non vengono applicati, come viene denunciato da molti lavoratori portuali, una lotta necessaria contro lo stesso governo che non vieta/decreta/ impone assolutamente nulla alle Autorità portuali che lasciano a casa metà degli Ispettori per garantire la circolazioni delle merci non fondamentali e nè essenziali per i profitti dei padroni.
Questo è il governo della "sicurezza".... di chi?
dossierlibia.lasciatecientrare.it/la-turchia-invia-armi-alla-libia-sulla-nave-libanese-bana-presenti-armi-e-servizi-segreti-turchi-passati-da-genova-sotto-mentite-spoglie-una-azione-di-una-gravita-inaudita/?fbclid=IwAR3iNYtfzbLwYCnpbUywejSOwwUDmjptI9ptqOekACvIDa3kGaEh3bOsBCo
LA TURCHIA INVIA ARMI ALLA LIBIA. SULLA NAVE LIBANESE BANA PRESENTI ARMI E SERVIZI SEGRETI TURCHI PASSATI DA GENOVA SOTTO MENTITE SPOGLIE. UNA AZIONE DI UNA GRAVITÀ INAUDITA
Di navi turche che trasportano armi passando dall’Italia, se ne registrano ogni mese a decine: toccano prevalentemente il porto di Trieste (1) per poi scaricare il cargo in Anatolia, a due passi dal conflitto siriano.
Ma passare armi sottobanco e farlo in Italia è gravissimo: il protagonista è ancora una volta Erdogan.
Succede che la nave Bana, battente bandiera Libano ed adibita al trasporto di veicoli (e non Cargo A
– Major, ossia armi) segue una rotta che desta sospetti: parte da Genova (09/01/20) ed attracca in Libia cinque giorni dopo (14/01/20), a Misurata, una città di circa 400.000 abitanti sul golfo Sirte.
E’ snodo fondamentale della guerra civile libica: proprio qui si registrano negli ultimi due mesi gli scontri più feroci tra il fronte LNA e quello GNA. Ossia: l’avanzata di Haftar e l’opposizione di Al Sarraj.
Mentre l’ONU e l’intera comunità internazionale spingeva per il cessate il fuoco ed il suo conseguente mantenimento, una nave libanese viaggiava nel Mediterraneo ed attraccava in Libia rimanendovi almeno cinque giorni.
La Bana lascerà il porto libico ed attraccherà a Beirut solo una settimana dopo (21/01/20): la distanza tra Libano e Libia è un tiro di schioppo, immaginando per eccesso 48 ore di navigazione, restano cinque giorni in cui l’imbarcazione si è fermata a Misurata.
Premettendo il sospetto per una nave che resta cinque giorni in Libia, la vicenda assume contorni inquietanti: sulla nave libanese transitata da Genova erano presenti militari e servizi segreti turchi.
Il carico delle armi pare sia avvenuto a Mersin, provincia dove ripetutamente le navi si riforniscono di armamenti (la Un Instanbul, la Ephesus Seaways (2), la Und Atilim e Assos Seaways (3)).
Emergono tre punti: primo, la Turchia passa dall’Italia segretamente con armi e servizi segreti al seguito. Senza avvertire gli esponenti del Governo italiano ne la Capitaneria di porto di Genova: cercando di farli fessi.
E questo è un atto di stampo terroristico verso il nostro Paese. Entrare nel porto ligure sotto mentite spoglie, senza registrarsi, senza segnalamento è simile ad un atto di guerra, ad un’invasione. Un ladro che entra in una casa, uguale.
Perché quanto successo non ha visto protagonisti spuri criminali di nazionalità turca, cani sciolti. Ma forze militari che fanno capo proprio ad Erdogan.
Secondo: il sultano viola la tregua in Libia, rifornisce le truppe nazionali libiche di armamenti e fa sbarcare soldati e servizi segreti a Misurata.
Terzo: Ankara viola la nostra normativa, quella internazionale nonché quella marittima. E non attenersi alla legge del Paese dove si va equivale a non rispettarlo.
Sintesi dei tre punti: il Presidente della Turchia va processato.
La nave libanese, di fatto, era una nave turca: le armi che sono state caricate a Mersin sono bombe, jeep con cannoni, mitra e razzi. Un arsenale al servizio dei libici per violare il cessate il fuoco.
Dopo essersi caricata in Turchia ed arrivata in Libia, con tappa intermedia di Genova, la Bana ha attraccato a Beirut (21/02/20) ed è tornata in Italia (02/02/20) dove rimane ferma a seguito dell’arresto del libanese Jousseff Tartiussi, accusato di traffico internazionale di armi.
Inquieta il modus operandi adottato da Ankara: di navi turche con cargo di armi il Mediterraneo è pieno, ma un’azione così segreta pone interrogativi enormi sulle azioni del Governo turco.
Trasportare sottobanco armi, militari e servizi segreti su una nave libanese che passa in Italia è un’azione di una gravità inaudita che, nel nostro Paese, non ha precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale.
E’ lecito esortare gli organi governativi competenti a chiedere immediate delucidazioni al Governo turco e, visto quanto successo, sbarrare l’accesso dei porti italiani a qualunque nave battente bandiera Turchia: l’Italia non può accettare questi comportamenti.
L’Italia non è la colonia del delirante Governo turco.
NOTE:
(1) https://www.meltingpot.org/Erdogan-carica-o-porta-armamenti-a-Trieste.html
(2) https://www.meltingpot.org/I-porti-italiani-approdo-di-navi-cariche-di-armamenti.html#.Xn3SN4hKjIU
(3) https://www.meltingpot.org/Un-altra-nave-turca-PERICOLO-A-in-Italia.html
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