lunedì 23 marzo 2020

pc 23 marzo - Dalle fabbriche partono gli scioperi contro il decreto Confindustria/Conte - SI allo sciopero del 25 marzo

Lo Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale - sostiene tutti gli scioperi in corso e condivide lo sciopero del 25 per tutte le fabbriche del nostro paese che sono aperte e considerate dagli operai non in sicurezza e non di servizi essenziali.
info slaicobasta@gmail.com
---------------------------------------------------------------------------------
Sono tornati immediatamente gli scioperi: fermi in queste ore gli operai di Leonardo, Ge Avio, Fata logistic System, Lgs, Vitrociset, Mbda, Dema, Cam e Da

Il decreto Conte che entra in vigore mercoledi demanda la chiusura alla responsabilità delle aziende o, al massimo, all’intervento dei prefetti.
Restano aperti trattori, elettrodomestici, apparecchi cinematografici, tutte le materie plastiche non solo quelle per uso sanitario e farmaceutico”.
Confindustria e a governo hanno aggiunto, ricamato, inserito “last minute” nell’elenco di produzioni essenziali segmenti che sabato non erano stati concordati con gli stessi sindacati. Tra i settori scomparsi c’è, ad esempio, la fabbricazione di prodotti in metallo, ma il via libera è stato esteso a tutto il comparto meccanico, che nelle bozze prevedeva solo la filiera legata agli apparecchi elettromedicali o all’agro-alimentare. L'effetto è quello di “depotenziare” il decreto e di “ridurre ai minimi termini il numero delle lavoratrici e dei lavoratori che potranno rimanere a casa”.
Clamoroso poi che  resti aperto il settore aerospazio e Difesa che nel decreto è il punto H a prevederne l’essenzialità  definito di “rilevanza strategica” per l’economia nazionale.
Infine ci sono le ambiguità della siderurgia.  Il decreto prevede anche la prosecuzione degli impianti a “ciclo produttivo continuo”, come molti degli stabilimenti siderurgici.
L'ArcelorMittal Taranto resta aperta.
Ma per tenere in sicurezza una grande fabbrica come l’ex Ilva di Taranto, ora ArcelorMittal, servirebbero al massimo circa 500 lavoratori di comandata - dichiara TALO' segr. UILM - non migliaia come ora.
Ci sono poi anche tutte le altre acciaierie del Paese, da Piombino a Genova, nessuna delle quali produce con altoforni. C'è Arvedi a Cremona, dove sono in funzione forni elettrici: “L’azienda sta manifestando l’intenzione di continuare. Eppure parliamo di un impianto che ogni anno ad agosto ferma la produzione per un almeno un mese”.Stessa posizione alla Marcegaglia che ha diversi impianti di laminazione in Lombardia, compreso uno, a Boltiere, nella Bergamasca aperto fino al 24 marzo.
C'è il caso poi della BTTicino dove c'era già un accordo tra azienda e sindacato per lo stop e invece il decreto permette all’azienda di continuare la produzione 
I ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia, Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri, da quanto si apprende, hanno convocato per domani mattina, 24 marzo, alle 11 una videoconferenza ma solo con Cgil, Cisl e Uil allo scopo di fermare lo sciopero.

Fiom: MERCOLEDì 25 MARZO, sciopero di 8 ore di tutti i metalmeccanici della Lombardia.

Nessun commento:

Posta un commento