Eddi,
Jacopo e Paolo NON sono accusati di alcun reato, ma sarebbero da
considerare “Socialmente pericolosi” perché hanno sostenuto i curdi
siriani durante la loro lotta contro l’Isis. Questa ipotesi è talmente
assurda e offensiva che il solo fatto che la procura l’abbia formulata è
uno scandalo. È una mancanza di rispetto verso le vittime europee e
mondiali del fondamentalismo e i caduti siriani e internazionali nella
guerra contro lo Stato islamico. Come se non bastasse, la Sorveglianza
speciale è un residuo dei codici fascisti che limita fortemente la
libertà personale senza accuse e senza processo: rientro notturno nella
propria abitazione, espulsione da Torino e confino in un altro comune,
divieto di incontrare più di due persone e di partecipare a qualunque
evento pubblico, revoca del passaporto e della patente...
Per
quanto possa apparire incredibile, queste limitazioni non sono
richieste perché siamo accusati di aver commesso un reato (che infatti
non esiste, come ammesso dalla stessa procura), ma in base a una
previsione sul nostro possibile “comportamento futuro”, che si ritiene sarebbe “pericoloso per la società”. Inizialmente la Pm Emanuela Pedrotta intendeva giustificare questo pronostico sulla base della nostra scelta di sostenere i curdi. A partire da giugno, su indicazione del tribunale, ha aggiustato
il tiro dicendo che solo tre di noi
sarebbero pericolosi (pensando così di dividerci) per le manifestazioni e
le attività politiche svolte in Italia. La nostra risposta è sempre
stata e continua ad essere che siamo tutti uniti in questa vicenda e non
ci considereremo liberi se anche a soltanto una o uno di noi sarà
limitata la libertà. Tutte le attività politiche svolte in Siria, in
Italia o altrove da ciascuno di noi in questi anni rispondono
all’esigenza imprescindibile di opporci a un sistema sociale ingiusto e
di costruire una società migliore. Nonostante questo il 16 dicembre la
Pm ha richiesto di applicare la misura della Sorveglianza Speciale per 2
anni a Eddi e Jacopo e un anno a Paolo.previsione sul nostro possibile “comportamento futuro”, che si ritiene sarebbe “pericoloso per la società”. Inizialmente la Pm Emanuela Pedrotta intendeva giustificare questo pronostico sulla base della nostra scelta di sostenere i curdi. A partire da giugno, su indicazione del tribunale, ha aggiustato
Il
tribunale si è preso tre mesi di tempo per decidere, quindi entro il 16
marzo si saprà “l’oracolo” dei giudici sui “comportamenti futuri” di
tre persone colpevoli di aver aiutato una popolazione in lotta contro i
peggiori criminali del mondo e di aver liberamente espresso il loro
dissenso in questa anni (con manifestazioni che non hanno mai messo in
pericoloso le persone o la collettività) verso lo sfruttamento del
lavoro, la speculazione pubblica sul territorio, le condizioni di vita
dei detenuti e altre questioni che è dovere di tutti affrontare, checché
ne pensi la procura di Torino. Nei mesi scorsi l’attenzione e la
solidarietà di tantissime persone è stata importantissima per non far
passare questa vicenda sotto silenzio come avrebbe desiderato il
Tribunale. Chiediamo ancora a tutti e tutte uno sforzo di attenzione nei
prossimi giorni. Nel caso i giudici decidano che Eddi, Jacopo e Paolo
sono da considerare socialmente pericolosi, ci sarà ancora bisogno di
far sentire la nostra voce. Proprio perché la diffusione del Covid-19
rende impossibili, almeno in questo momento, le mobilitazioni
all’aperto, chiediamo che la reazione a un’eventuale decisione negativa
si manifesti con una forte e importante mobilitazione sul web.
Jacopo Bindi
Davide Grasso
Maria Edgarda Marcucci
Fabrizio Maniero
Paolo Pachino
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