NON DA SOLE IN CASA, MA INSIEME IN STRADA!
Con le scuole chiuse le donne sono costrette a stare chiuse in casa, a perdere giorni di lavoro per badare ai figli o a spendere soldi per baby sitter;
ma nello stesso tempo da un lato le lavoratrici ATA invece devono andare a lavorare, dall'altro quelle precarie delle cooperative vengono licenziate. Mentre le lavoratrici delle fabbriche, degli ospedali, del commercio, delle pulizie, ecc. lavorano come prima, senza nessuna maggior tutela, Dpi, ecc.
Alla fine, chi pagherà al doppio, anche in questa occasione, saranno le donne!
ma nello stesso tempo da un lato le lavoratrici ATA invece devono andare a lavorare, dall'altro quelle precarie delle cooperative vengono licenziate. Mentre le lavoratrici delle fabbriche, degli ospedali, del commercio, delle pulizie, ecc. lavorano come prima, senza nessuna maggior tutela, Dpi, ecc.
Alla fine, chi pagherà al doppio, anche in questa occasione, saranno le donne!
E PRETENDONO PURE CHE LE DONNE NON SCENDANO IN LOTTA, NON SCIOPERINO.
Le azioni del governo, dei padroni di queste settimana e sono invece una ragione in più
per scendere in sciopero e in piazza l'8 e il 9 marzo!
Altro che revoca della lotta!
Nessuna lavoratrice deve perdere giornate di salario - se sono costrette loro, o i padri,
a stare a casa devono essere giorni di congedo parentale retribuiti al 100%; nessuna lavoratrici precaria, a tempo determinato deve perdere il lavoro NON DA SOLE IN CASA, MA INSIEME IN STRADA! Lavoratrici Ata
NON
E’ TEMPO DI INCERTEZZE, PESSIMISMO, PAURA E DEPRESSIONE
Come
abbiamo più volte ribadito, a fronte dell’avanzare del moderno
fascismo e del moderno medioevo, di cui anche il tentativo di divieto
dello SCIOPERO DELLE DONNE è indice, è oggi più che mai
indispensabile andare avanti ancor più nella lotta, e non di certo
tornare indietro!
Ci
sono lavoratrici e compagne, come pure lavoratori e compagni, che da
anni
pagano multe, oltreché avvocati per continui processi penali a causa di denunce per occupazioni, scontri etc., ma anche per denunce da parte dei sindacati confederali, per diffamazione, per non parlare di quelle arrestate, come pure Nicoletta Dosio, e delle compagne condannate a più ergastoli e sottoposte alla tortura del 41 Bis, come Nadia Lioce.
pagano multe, oltreché avvocati per continui processi penali a causa di denunce per occupazioni, scontri etc., ma anche per denunce da parte dei sindacati confederali, per diffamazione, per non parlare di quelle arrestate, come pure Nicoletta Dosio, e delle compagne condannate a più ergastoli e sottoposte alla tortura del 41 Bis, come Nadia Lioce.
Si
tratta di lavoratrici, donne e compagne che ciò malgrado non hanno
mai abbassato la testa al sistema del capitale, ponendosi sempre come
avanguardie delle lotte delle donne e non solo.
Ora,
se basta una, due… sanzioni economiche, ma anche se fossero penali,
a fermare lo sciopero e la lotta delle donne, vuol dire che non solo
per questo sistema di merda le donne valgono meno di niente, ma che
anche per i sindacati di base e per coloro, uomini e donne che si
dicono rivoluzionari e comunisti, le donne valgono meno di una
sanzione economica.
Qui
non si tratta di un principio qualunque, ma di un principio
fondamentale, che riguarda non solo il diritto di sciopero in sé,
che viene attaccato maggiormente, ma che soprattutto distingue chi ha
davvero a cuore la questione femminile da chi invece se ne riempie la
bocca a chiacchiere, perché gratta gratta, la lotta e la liberazione
delle donne fanno paura.
Lo
SLAI Cobas per il sindacato di classe e l’MFPR hanno dimostrato
concretamente che, nonostante la minaccia della CGS e il fatto che
stiano ancora pagando la pesante multa del 2018, non hanno paura di
tenere ancora una volta da soli il “cerino acceso” in mano,
esattamente come fecero nel 2013, durante il quale scioperarono 20
mila donne, sebbene proclamato solo dalla suddetta O.S. .
Pertanto
siamo più che orgogliose (e le risposte delle lavoratrici e delle
donne che si sono espresse per il mantenimento dello sciopero sono
un’ulteriore conferma) di tenere ancora il “cerino acceso”, le
cui scintille hanno contribuito recisamente a mobilitare via via
sempre più lavoratrici/donne nella battaglia a 360° contro tutte le
violenze, per i diritti e la liberazione dell’altra metà del
cielo!
Soprattutto
in questo frangente, poco importa se saremo in termini di
partecipazione quanto un prefisso telefonico, ( data anche la
confusione che è stata creata da chi ha diffuso false notizie sulla
revoca dello sciopero da parte di tutti i sindacati), non è tempo di
presentare “certificati di povertà”, bensì di dare un segnale
forte, di rottura, a prescindere dall’adesione che ne verrà, a
fronte, come abbiamo già detto, dell’avanzare di un regime
reazionario che principalmente sulle donne mostra tutta la sua
barbarie.
Non
v’è dubbio che la questione femminile sia una questione
essenzialmente politica, e non può di certo essere una o più
sanzioni economiche a fermare lo sciopero e la lotta delle donne.
Altrimenti abbiamo già perso in partenza, giacché attualmente e
finché non avremo ribaltato la situazione, i rapporti di forza
volgono e volgeranno a favore della borghesia, di stato e padroni.
Lo
SCIOPERO DELLE DONNE - a maggior ragione oggi che con la scusa
dell’allerta coronavirus ci vogliono rinchiudere completante in
casa, tranne che lasciarci sfruttare e ammalare nelle fabbriche,
nella sanità, nelle scuole etc..- rappresenta una forma di
RESISTENZA alla marcia del moderno fascismo e del moderno medioevo.
I
sindacati di base, così come pure la direzione di NUM, che
vergognosamente si sono ritirati con la coda tra le gambe, hanno
dimostrato la loro vera natura piccolo-borghese, economicista e
opportunista.
...
Se
ci siamo illuse/illusi di cambiare il mondo senza che quantomeno una
parte di noi ne paghi le spese, ci si sbaglia alla grande! La lotta
per i diritti, per il potere operaio e proletario, per la liberazione
delle donne e un mondo migliore, NON E’ UN PRANZO DI GALA! Come ci
ricorda il grande Mao e l’esperienza storica.
Mimma
Sciortino – SLAI Cobas sc ed MFPR
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