Infame comportamento della RAI che oscura il massacro nel televideo, e si mostra RAI di regime dell'emergenza moderno fascista all'ombra del decreto CORONAVIRUS
Il falso di Stato non deve passare - i detenuti li avete uccisi voi!.L’amministrazione penitenziaria ha dato una giustificazione che vorrebbe essere “tranqullizzante”, attribuendo i decessi a imprecisate cause “interne”, non dovute insomma alla violenta azione repressiva condotta da agenti, polizia e carabinieri che hanno fatto irruzione nei reparti nel pomeriggio di domenica. Il primo rapporto parla infatti di overdose di oppioidi o altre sostanze di cui avrebbero fatto incetta nell’assalto all’infermeria. Oppure a inalazioni di fumo, conseguenti all’incendio delle suppellettili e dei materassi (un classico, nelle proteste, quando si vuole “far vedere all’esterno” che qualcosa sta succedendo).
Francesco Basentini, capo
dell'amministrazione penitenziaria. "Tutto è partito da Salerno, poi la
rivolta ha seguito un tam tam su tutto il territorio italiano. Il motivo
è legato alla richiesta di colloqui, si chiedeva che il personale
medico restasse anche di notte coi detenuti", aggiunge Basentini.
A Roma alcuni detenuti hanno divelto una grata sul
tetto del carcere di Regina Coeli, dalla quale stanno buttando cartoni,
giornali e anche un materasso a cui hanno dato fuoco. Dall'interno della
struttura si sono sentite le urla di protesta dei detenuti. Le forze
dell'ordine hanno chiuso le strade attorno al carcere, anche quelle
verso il Gianicolo. Una rivolta si è accesa anche nel carcere di Foggia
dove sarebbero stati oltre 50 in tutto i detenuti evasi: 36 quelli che
sono stati bloccati poco dopo dalle forze dell'ordine. Grazie alla
mediazione di un dirigente della polizia, i detenuti stanno rientrando
nelle celle. L'incendio appiccato davanti all'ingresso del carcere è
stato spento dai Vigili del fuoco. Il carcere resta comunque presidiato
dalle forze di polizia.
Secondo le prime informazioni i detenuti avevano divelto un cancello
della 'block house', la zona che li separa dalla strada. I detenuti
chiedevano l'indulto e maggiori garanzie per la sicurezza dal
coronavirus. Alcuni parenti dei detenuti che si trovavano nel piazzale
esterno avevano chiesto ai reclusi di rientrare nelle loro celle. Almeno
sette i detenuti che sono riusciti ad allontanarsi, alcuni dei quali
sono stati già rintracciati e bloccati. Molti detenuti si stanno
arrampicando sui cancelli del perimetro del carcere. Sul posto polizia,
carabinieri e militari dell'esercito.
Protestano i detenuti anche nel carcere di Trani una
manifestazione di protesta da parte dei detenuti che hanno battuto
contro le inferriate delle celle gli oggetti che usano per cucinare.
Bruciati anche pezzi di stoffa e pagine di giornali poi lanciati verso
l'esterno". Gli esterni dell'istituto di pena sono presidiati da forze
di polizia.
Un gruppo di familiari dei detenuti del carcere di Secondigliano ha protestao all'esterno della struttura carceraria napoletano. Blocco stradale per chiedere, come sta accadendo in molti penitenziari italiani, amnistia per i detenuti al fine di evitare un contagio da coronavirus. La stessa protesta è stata attuata in precedenza fuori alla casa circondariale di Poggioreale. Proteste e momenti di tensione anche nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dove alcuni gli ospiti del carcere sono saliti sui tetti della struttura. I detenuti si sono fatti sentire anche nel carcere di Bologna, Rieti, Prato e nel carcere romano di Rebibbia.
Un tentativo di evasione è avvenuto anche al carcere dell'Ucciardone a Palermo.
Alcuni detenuti per protesta contro lo stop alle visite in carcere per
l'emergenza coronavirus hanno tentato di scavalcare la recinzione
dell'istituto di pena per cercare di fuggire. Il tentativo è stato
bloccato dalla polizia penitenziaria. Il carcere è circondato dai
carabinieri e polizia in tenuta antisommossa. Anche le mura del carcere
sono presidiate. Le strade attorno al vecchio carcere borbonico sono
chiuse. Ieri sera la protesta era scattata anche al Pagliarelli, il
secondo carcere di Palermo.
Da questa mattina è in corso una rivolta al carcere di San Vittore a Milano e alcuni detenuti sono saliti sul tetto della casa circondariale. Sul posto sono arrivate le volanti di Polizia.
Altre rivolte, poi sedate, erano scoppiate ieri nelle carceri di
numerose città a causa delle restrizioni legate all'emergenza
coronavirus. E a Verona ed Alessandria due detenuti sono morti per overdose da psicofarmaci, sottratti dalle infermerie durante le proteste
Le proteste dei detenuti nel carcere di Foggia
Un gruppo di familiari dei detenuti del carcere di Secondigliano ha protestao all'esterno della struttura carceraria napoletano. Blocco stradale per chiedere, come sta accadendo in molti penitenziari italiani, amnistia per i detenuti al fine di evitare un contagio da coronavirus. La stessa protesta è stata attuata in precedenza fuori alla casa circondariale di Poggioreale. Proteste e momenti di tensione anche nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dove alcuni gli ospiti del carcere sono saliti sui tetti della struttura. I detenuti si sono fatti sentire anche nel carcere di Bologna, Rieti, Prato e nel carcere romano di Rebibbia.
Palermo
Rivolta a San Vittore
Milano, i detenuti di San Vittore sul tetto gridano: "Libertà! Libertà!"
Le carceri in rivolta. Anche a Roma, Foggia, Palermo e Secondigliano si invocano cure e l’amnistia
Nelle carceri romane di Regina Coeli e Rebibbia,
come in quelle di altre città, alcuni detenuti hanno dato fuoco a
materassi e coperte. Le rivolte fanno seguito alle agitazioni che in
queste ore si stanno susseguendo in molti penitenziari italiani a
seguito delle restrizioni imposte per contenere l’epidemia di
coronavirus. Il divieto ai colloqui con i familiari si aggiunge alla
disatrosa situazione della salute nelle carceri e alla richiesta di una
amnistia o sospensione della pena per decongestionare il
sovraffollamento delle celle. La situazione, secondo quanto si apprende,
sarebbe sotto controllo. I disordini starebbero interessando
principalmente il braccio G11. In corso l’intervento del reparto mobile
della polizia. Davanti al carcere sono arrivati i familiari dei detenuti
ed è comparso, come in altre città, uno striscione che chiede
l’amnistia.
Proteste si stanno registrando anche nel carcere di Foggia dove
alcuni detenuti hanno anche tentato l’evasione dopo aver divelto un
cancello che li separa dalla zona che dà sulla strada. Alcuni si sono
arrampicati sulle inferiate e sui cancelli perimetrali dell’istituto
penitenziario. Sul posto ci sono forze dell’ordine ed esercito.
In strada davanti al carcere ci sono alcuni
parenti, mentre dalle celle si urlano appelli che invocano “indulto” e
“amnistia”.
Anche a Palermo la tensione nelle carceri è alta e alcuni detenuti
sono saliti a cavalcioni sulle mura interne del vecchio carcere
dell’Ucciardone. La struttura è circondata da polizia e carabinieri.
Ieri sera la protesta dei detenuti si era manifestata anche
all’interno del carcere Pagliarelli, una struttura carceraria più nuova
rispetto all’Ucciardone. Qui i detenuti hanno incendiato lenzuola e
fogli di carta per protesta, mentre alcuni familiari hanno bloccato il
traffico lungo viale Regione Siciliana che costeggia il carcere.
A Napoli nel secondo carcere della città, quello di Secondigliano, ci
sono in strada le proteste di un centinaio di parenti di detenuti hanno
inscenato una sorta di presidio con uno striscione che invoca
l’amnistia.
Proteste si segnalano anche nelle carceri di Torino, Frosinone, Milano
Nelle carceri romane di Regina Coeli e Rebibbia,
come in quelle di altre città, alcuni detenuti hanno dato fuoco a
materassi e coperte. Le rivolte fanno seguito alle agitazioni che in
queste ore si stanno susseguendo in molti penitenziari italiani a
seguito delle restrizioni imposte per contenere l’epidemia di
coronavirus. Il divieto ai colloqui con i familiari si aggiunge alla
disatrosa situazione della salute nelle carceri e alla richiesta di una
amnistia o sospensione della pena per decongestionare il
sovraffollamento delle celle. La situazione, secondo quanto si apprende,
sarebbe sotto controllo. I disordini starebbero interessando
principalmente il braccio G11. In corso l’intervento del reparto mobile
della polizia. Davanti al carcere sono arrivati i familiari dei detenuti
ed è comparso, come in altre città, uno striscione che chiede
l’amnistia.
Proteste si stanno registrando anche nel carcere di Foggia dove alcuni detenuti hanno anche tentato l’evasione dopo aver divelto un cancello che li separa dalla zona che dà sulla strada. Alcuni si sono arrampicati sulle inferiate e sui cancelli perimetrali dell’istituto penitenziario. Sul posto ci sono forze dell’ordine ed esercito.
In strada davanti al carcere ci sono alcuni parenti, mentre dalle celle si urlano appelli che invocano “indulto” e “amnistia”.
Anche a Palermo la tensione nelle carceri è alta e alcuni detenuti sono saliti a cavalcioni sulle mura interne del vecchio carcere dell’Ucciardone. La struttura è circondata da polizia e carabinieri.
Ieri sera la protesta dei detenuti si era manifestata anche all’interno del carcere Pagliarelli, una struttura carceraria più nuova rispetto all’Ucciardone. Qui i detenuti hanno incendiato lenzuola e fogli di carta per protesta, mentre alcuni familiari hanno bloccato il traffico lungo viale Regione Siciliana che costeggia il carcere.
A Napoli nel secondo carcere della città, quello di Secondigliano, ci sono in strada le proteste di un centinaio di parenti di detenuti hanno inscenato una sorta di presidio con uno striscione che invoca l’amnistia.
Proteste si segnalano anche nelle carceri di Torino, Frosinone, Milano
Proteste si stanno registrando anche nel carcere di Foggia dove alcuni detenuti hanno anche tentato l’evasione dopo aver divelto un cancello che li separa dalla zona che dà sulla strada. Alcuni si sono arrampicati sulle inferiate e sui cancelli perimetrali dell’istituto penitenziario. Sul posto ci sono forze dell’ordine ed esercito.
In strada davanti al carcere ci sono alcuni parenti, mentre dalle celle si urlano appelli che invocano “indulto” e “amnistia”.
Anche a Palermo la tensione nelle carceri è alta e alcuni detenuti sono saliti a cavalcioni sulle mura interne del vecchio carcere dell’Ucciardone. La struttura è circondata da polizia e carabinieri.
Ieri sera la protesta dei detenuti si era manifestata anche all’interno del carcere Pagliarelli, una struttura carceraria più nuova rispetto all’Ucciardone. Qui i detenuti hanno incendiato lenzuola e fogli di carta per protesta, mentre alcuni familiari hanno bloccato il traffico lungo viale Regione Siciliana che costeggia il carcere.
A Napoli nel secondo carcere della città, quello di Secondigliano, ci sono in strada le proteste di un centinaio di parenti di detenuti hanno inscenato una sorta di presidio con uno striscione che invoca l’amnistia.
Proteste si segnalano anche nelle carceri di Torino, Frosinone, Milano
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