sabato 14 marzo 2020

pc 14 marzo - Gli scioperi operai impongono chiusure e misure d'emergenza in fabbrica... Ma è una lotta di classe contro i padroni votati alla produzione per il profitto e un governo comunque al loro servizio



 Sono partiti scioperi immediati in varie fabbriche. Dall’Electrolux di Susegana, alle Acciaierie di Terni, alla Dkn, in fabbriche come Mtm, Ikk, Dierre, Trivium, alla Corneliani di Mantova, alla Whirlpool di Cassinetta, alla Fincantieri di Muggiano (dove come alla Iveco e alla Piaggio) si registra la conferma del contagio per un operaio.

da corriere della sera

Bergamo e Brescia, il cuore industriale della Lombardia — ma si potrebbe dire dell’Italia — si ferma. La dichiarazione ufficiale di resa davanti all’offensiva senza tregua dell’epidemia è arrivata oggi, con la programmazione della chiusura lunedi delle principali fabbriche del territorio. Da Brembo a Gefran. Da Beretta ad Alfa Acciai. E poi Lonati, Lucchini, Riva Acciaio... La lista potrebbe continuare ancora a lungo. Quanto a Tenaris Dalmine, dopo un incontro con il sindacato, il gruppo ha spiegato di essere pronto a mettere a punto, già dalla prossima settimana, ulteriori misure di prevenzione. Inoltre, accogliendo l’invito contenuto nell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio, ha deciso di predisporre una riduzione della marcia di alcune linee di produzione. Nello stesso tempo, però, «intende continuare a servire con i propri prodotti filiere in questo momento critiche e strategiche per il Paese come medicale, ospedaliero, distribuzione dell’energia».


il commento

Tra i siti produttivi che chiuderanno i cancelli da domani fino a data da destinarsi c’è anche l’acciaieria Feralpi del presidente degli industriali di Brescia, Giuseppe Pasini. «Se c’entrano gli scioperi spontanei degli ultimi giorni? No guardi, non è tanto questo il punto. Semplicemente non si può andare avanti in queste condizioni di prostrazione, con la paura che inquina i reparti, la tensione è troppa - risponde all’altro capo del filo un Pasini affranto -. Sia chiaro, ho condiviso la richiesta che Confindustria ha fatto al governo di non imporre la chiusura delle fabbriche. E’ giusto che ciascuno valuti caso per caso. Ma il fatto è che molti di noi non stanno chiudendo perché non riescono a garantire il metro di distanza o le norme sanitarie. Il punto è che l’emergenza in questo momento ci sovrasta».
Ora il futuro è totalmente incerto. Quando riaprirete? «Non lo sappiamo — risponde Pasini —. Si parla di un picco dell’epidemia che potrebbe arrivare tra due settimane... Sappiamo tutti che potrebbe non essere una chiusura breve. E così alla preoccupazione per i nostri cari si somma quella per il futuro dell’economia. Quando sarà finita l’emergenza sanitaria comincerà l’emergenza economica». In questo contesto fa eccezione la Abb di Dalmine dove — lamenta la Fiom — sarebbe stato condotto un sondaggio informale tra i lavoratori da cui sarebbe risultato che le maestranze vogliono continuare ad andare in reparto. «Difficile dire di no se a fare questa domanda sono capireparto e dirigenti del gruppo», lamenta Mirco Rota del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, che senza mezzi termini definisce l’iniziativa «vergognosa».

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