venerdì 13 marzo 2020

pc 13 marzo - Sostenere e indirizzare il movimento degli scioperi operai

9.40 – Sciopero all’Hitachi di Pistoia
I lavoratori dello stabilimento Hitachi rail di Pistoia, azienda specializzata nella costruzione di materiale rotabile, scioperano da oggi al 21 marzoallo scopo di “permettere la verifica che siano state prese tutte le misure possibili perché si possa lavorare all’interno dello stabilimento rispettando le prescrizioni di sicurezza stabilite dai decreti ministeriali” per l’emergenza coronavirus; “sono esclusi dallo sciopero i lavoratori già collocati in smart working”.

Coronavirus, scioperi spontanei in Piemonte contro le fabbriche aperte: "Regole di sicurezza non rispettate"

La Cnh di San Mauro chiusa due giorni per virus, proteste ad Amazon dopo il caso del dipendente contagiato

Dalla Valeo di Mondovì alla Dierre di Villanova d'Asti, nelle fabbriche piemontesi stamattina sono stati minacciati e, in alcuni casi anche organizzati, scioperi spontanei contro "le fabbriche aperte" frutto dell'accordo tra la giunta regionale e le associazioni di categoria raggiunto ieri prima che il premier Conte desse il via libera. Sono almeno una decina le aziende in tutta la regione nelle quali i lavoratori hanno deciso l'astensione volontaria per protestare contro la mancanza di regole minime di sicurezza. "Come possiamo mantenere la distanza di un metro quando abbiamo le  macchine operatrici attaccate?". E poi: "E negli spogliatoi? Gli armadietti sono uno vicino all'altro". O ancora: "Ai distributori di bevande è la stessa cosa, in fabbrica non c'è proprio modo di rispettare le regole di sicurezza invocate dal premier".

Protestano i lavoratori Amazon di Torrazza

Sono in stato di agitazione i dipendenti del sito Amazon di Torrazza Piemonte dopo la conferma del caso di positività coronavirus di una lavoratrice e la verifica dei casi da porre in quarantena. Dall'azienda non sono arrivate, dopo rassicurazioni solo informali dei giorni scorsi, comunicazioni chiare sulle misure messe in atto per il rispetto di quanto previsto dai Dpcm del 8 e del 9 marzo per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori del sito.

Mancano le "condizioni di sicurezza”

Tensioni in alcune fabbriche nell’Astigiano. «Siamo sconcertati per il mancato rispetto del decreto, non da parte di boite ma di aziende di rilevanti dimensioni». «Manca ad esempio il gel disinfettante per le mani, mascherine idone ma anche il rispetto delle distanze di sicurezza minime: ad esempio in mensa i lavoratori continuano a mangiare gomito a gomito».

Vercelli
gli aziende vercellesi ieri hanno proclamato lo sciopero dopo le comunicazioni governative che consentono alle imprese di restare aperte. I lavoratori lamentavano scarse condizioni di sicurezza per prevenire il contagio. Alla Dana Spicer Italcardano di Crescentino nessun lavoratore è entrato nello stabilimento. Sul posto anche i carabinieri per smaltire l'assembramento fuori dall'azienda. Situazione simile anche alla YKK i lavoratori fermi sono almeno il 70%.

Cuneo
Ieri 700 dipendenti dell’automotive hanno incrociato le braccia alla Mtm di Cherasco. : «L’azienda è rimasta sorda ad ogni nostra richiesta: standard minimo di sicurezza, agevolazione delle ferie e fermata collettiva per la messa in sicurezza la fabbrica. Di qui lo sciopero di due giorni»

Chivasso
TORINO. Sciopero spontaneo in alcune fabbriche perché i lavoratori temono il mancato rispetto delle norme di sicurezza previste dal decreto del governo.  «segnalazioni da parte di lavoratori, delegati e apparato sindacale che in molte aziende, soprattutto dove non c'è la presenza strutturata del sindacato, c'è il mancato rispetto delle direttive di sicurezza emanate dal governo». In altri casi molti lavoratori hanno deciso di tornare a casa perché non si sentivano garantiti nelle misure adottate dalle imprese. Altre aziende, inoltre, hanno deciso di usare la cassa integrazione e sospendere la produzione per alcuni giorni.
«E poi - spiegano i sindacati - iniziano ad esserci diversi casi di lavoratori, di aziende metalmeccaniche, risultati positivi al tampone e che andando a lavorare prima di sapere l'esito, sono stati a contatto con altri colleghi». Un esempio, racconta Luca Pettigiani della Fiom di Torino, è accaduto alla NCT di Chivasso – che produce allestimenti speciali di veicoli per le forze dell’ordine - dove i 65 lavoratori hanno chiesto all’azienda il rispetto delle norme di precauzione fissate dal DPCM ricevendo un netto rifiuto accompagnato dalla minaccia di licenziare tutti coloro che non avessero ripreso subito il lavoro. I lavoratori con le loro RSU hanno quindi immediatamente indetto lo sciopero abbandonando lo stabilimento. Lo sciopero si protrarrà nella giornata di domani mentre lunedì si verificherà se sono state ripristinate le condizioni di sicurezza necessarie per riprendere il lavoro.

Non rispettate le condizioni di sicurezza per prevenire il virus”, i dipendenti della Dana di Crescentino in sciopero

Scioperi in corso in alcune aziende della provincia di Vercelli dopo le ultime comunicazioni governative. I lavoratori lamentano scarse condizioni di sicurezza per prevenire il contagio da coronavirus. Alla Dana di Crescentino i lavoratori non sono entrati questa mattina, la Cgil parla di un'adesione del 100% allo sciopero. Sul posto anche i carabinieri per smaltire l'assembramento fuori dall'azienda. Situazione simile anche alla YKK dove per il sindacato i lavoratori fermi sono almeno il 70%.

LA STAMPA AOSTA

Coronavirus: Cogne Acciai speciali, dieci giorni di chiusura riapertura il 23 marzo

AOSTA. Durerà una decina di giorni la chiusura della Cogne Acciai Speciali. Lo stabilimento aostano dell'azienda siderurgica, che ha avviato da giovedì il fermo progressivo e la messa in sicurezza degli impianti per «avviare interventi straordinari di igienizzazione di tutti gli ambienti di lavoro» legati all'emergenza coronavirus, «riprenderà regolarmente l'attività produttiva il 23 marzo». L'annuncio è arrivato dopo un incontro tra i vertici della Cas e i sindacati nei quali è stato definito il programma di sanificazione.
Da qui al pomeriggio di domani i diversi reparti fermeranno progressivamente e così si procederà alla «effettuazione delle attività straordinarie di pulizia e igienizzazione, secondo un piano definito insieme tra Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e società specializzata e certificata in questo tipo di attività».

LA REPUBBLICA LIGURIA

Coronavirus, i sindacati della Liguria: "Più tutele per i lavoratori"

Cgil, Cisl e Uil chiedono l'intervento dei prefetti: "Troppe aziende non rispettano le prescrizioni"
I Segretari Generali di Cgil Cisl Uil Liguria, insieme alle strutture sindacali delle province, hanno inviato una lettera urgente alle Prefetture della Liguria per lanciare l’allarme sulle condizioni di lavoro legate all’emergenza coronavirus.
"Alle organizzazioni sindacali - spiega una nota congiunta - stanno pervenendo dai luoghi di lavoro molte segnalazioni nelle quali si registra la carenza o addirittura la totale assenza di misure di prevenzione e protezione dal contagio dei lavoratori. E’ una situazione grave che va affrontata in modo celere ed appropriato. Per questo motivo Cgil Cisl Uil chiedono alle Prefetture di garantire il controllo del rispetto delle regole a tutela della salute di chi lavora.
Ove queste precauzioni non possano essere mantenute, non sussistono le condizioni minime per continuare le attività di produzione e/o di servizio che pertanto vanno fermate".

Effetto coronavirus, lo sciopero paralizza il porto di Genova: centinaia i tir bloccati

Sciopero improvviso dei portuali e dei Camalli della Compagnia Unica del Porto Di Genova. Bloccato il terminal PSA di Genova Prà.Sono a centinaia i tir fermi in attesa dell'imbarco. La protesta, annunciano i lavoratori, scaturita in seguito alla mancata sanificazione dei mezzi di lavoro come le gru.

LA GAZZETTA DELLA SPEZIA

“Portuali e autotrasportatori non sono lavoratori di serie B, servono i dispositivi di protezione”

Lo sfogo dell'assesore regionale Benveduti dopo il disordine di oggi al terminal di Pra'
"Condividiamo a pieno le preoccupazioni dei lavoratori del porto e degli autotrasportatori, costretti a lunghe attese ai varchi, privi di dispositivi di protezione individuale. Questi lavoratori non possono essere considerati di serie B, a maggior ragione in questo momento di emergenza sanitaria, nella quale svolgono un ruolo essenziale per rifornire di beni di prima necessità le nostre città".

È lo sfogo dell'assessore regionale ai porti Andrea Benveduti ( Lega-Salvini Premier, n.d.r.), a commento del disordine venutosi a creare quest'oggi per i ritardi dovuti alla sanificazione dei tir presso il terminal PSA di Pra'.

"Il governo - aggiunge Benveduti - deve al più presto istituire una cabina di regia, a livello nazionale ed europeo, che garantisca un coordinamento efficace del sistema di controllo di protezione personale dei lavoratori e, al contempo, non mini all'operatività del traffico commerciale dei nostri porti. È opportuno rafforzare gli Uffici di Sanità marittima, preposti ai controlli fitosanitari, che non si trovano nelle condizioni di sostenere un tale carico di lavoro su merci e persone. Viaggiare sull'interpretazione dei decreti emessi dal governo, nuoce gravemente alla salute della catena logistico-portuale che ricordiamo essere la prima industria della nostra Regione, ma che oggi rischia davvero il collasso. È indispensabile perciò che il goveno faccia chiarezza. Non può essere questa la considerazione riservata al primo porto d'Italia".            

Alcune rivendicazioni dei trasporti

• Che per le lavoratrici e i lavoratori la cui presenza nella sede di lavoro non sia indispensabile sia attivato lo  smart working previsto dai  Ccnl e dai DPCM 8 Marzo 2020 e successivi;

 Garanzia di un reddito per coloro che pur rimanendo a casa non potranno usufruire di questa possibilità. E’ necessario che il Governo agisca con urgenza affinché si possa partire con accordi tra Sindacati e Aziende per l’accesso agli ammortizzatori sociali;

• Che per il  Trasporto Aereo che era già in crisi prima dell’emergenza da Covid-19, con  Alitalia e Air Italy tra i casi più noti, si definiscano  ammortizzatori sociali specifici per tutta la filiera e il rifinanziamento in tempi brevissimi il Fondo di solidarietà del settore;

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