9.40 – Sciopero all’Hitachi di Pistoia
I lavoratori dello stabilimento Hitachi rail di Pistoia, azienda specializzata nella costruzione di materiale rotabile, scioperano da oggi al 21 marzoallo scopo di “permettere la verifica che siano state prese tutte le misure possibili perché si possa lavorare all’interno dello stabilimento rispettando le prescrizioni di sicurezza stabilite dai decreti ministeriali” per l’emergenza coronavirus; “sono esclusi dallo sciopero i lavoratori già collocati in smart working”.
I lavoratori dello stabilimento Hitachi rail di Pistoia, azienda specializzata nella costruzione di materiale rotabile, scioperano da oggi al 21 marzoallo scopo di “permettere la verifica che siano state prese tutte le misure possibili perché si possa lavorare all’interno dello stabilimento rispettando le prescrizioni di sicurezza stabilite dai decreti ministeriali” per l’emergenza coronavirus; “sono esclusi dallo sciopero i lavoratori già collocati in smart working”.
Coronavirus, scioperi spontanei in Piemonte contro le fabbriche aperte: "Regole di sicurezza non rispettate"
La Cnh di
San Mauro chiusa due giorni per virus, proteste ad Amazon dopo il caso
del dipendente contagiato
Dalla
Valeo di Mondovì alla Dierre di Villanova d'Asti, nelle fabbriche
piemontesi stamattina sono stati minacciati e, in alcuni casi anche
organizzati, scioperi spontanei contro "le fabbriche aperte" frutto
dell'accordo tra la giunta regionale e le associazioni di categoria
raggiunto ieri prima che il premier Conte desse il via libera. Sono
almeno una decina le aziende in tutta la regione nelle quali i
lavoratori hanno deciso l'astensione volontaria per protestare contro la
mancanza di regole minime di sicurezza. "Come possiamo mantenere la
distanza di un metro quando abbiamo le macchine operatrici attaccate?".
E poi: "E negli spogliatoi? Gli armadietti sono uno vicino all'altro". O
ancora: "Ai distributori di bevande è la stessa cosa, in fabbrica non
c'è proprio modo di rispettare le regole di sicurezza invocate dal
premier".
Protestano i lavoratori Amazon di Torrazza
Sono in stato di agitazione i dipendenti del sito Amazon di Torrazza Piemonte dopo la conferma del caso di positività coronavirus di una lavoratrice e la verifica dei casi da porre in quarantena. Dall'azienda non sono
arrivate, dopo rassicurazioni solo informali dei giorni scorsi,
comunicazioni chiare sulle misure messe in atto per il rispetto di
quanto previsto dai Dpcm del 8 e del 9 marzo per la tutela della salute
di lavoratrici e lavoratori del sito.
Mancano le "condizioni di sicurezza”
Tensioni in alcune fabbriche nell’Astigiano. «Siamo sconcertati per il mancato rispetto del decreto, non da parte di boite ma di aziende di rilevanti dimensioni». «Manca ad esempio il gel disinfettante per le mani, mascherine idone ma anche il rispetto delle distanze di sicurezza minime: ad esempio in mensa i lavoratori continuano a mangiare gomito a gomito».
Vercelli
gli aziende vercellesi ieri hanno
proclamato lo sciopero dopo le comunicazioni governative che consentono
alle imprese di restare aperte. I lavoratori lamentavano scarse
condizioni di sicurezza per prevenire il contagio. Alla Dana Spicer
Italcardano di Crescentino nessun lavoratore è entrato nello
stabilimento. Sul posto anche i carabinieri per smaltire l'assembramento fuori dall'azienda. Situazione simile anche alla YKK i lavoratori fermi sono almeno il 70%.
Cuneo
Chivasso
Cuneo
Ieri 700 dipendenti dell’automotive hanno incrociato le
braccia alla Mtm di Cherasco. :
«L’azienda è rimasta sorda ad ogni nostra richiesta: standard minimo di
sicurezza, agevolazione delle ferie e fermata collettiva per la messa in
sicurezza la fabbrica. Di qui lo sciopero di due giorni»
Chivasso
TORINO. Sciopero spontaneo in alcune fabbriche
perché i lavoratori temono il mancato rispetto delle norme di sicurezza
previste dal decreto del governo. «segnalazioni da parte di lavoratori, delegati
e apparato sindacale che in molte aziende, soprattutto dove non c'è la
presenza strutturata del sindacato, c'è il mancato rispetto delle
direttive di sicurezza emanate dal governo». In altri casi molti
lavoratori hanno deciso di tornare a casa perché non si sentivano
garantiti nelle misure adottate dalle imprese. Altre aziende, inoltre,
hanno deciso di usare la cassa integrazione e sospendere la produzione
per alcuni giorni.
«E poi - spiegano i sindacati - iniziano ad esserci
diversi casi di lavoratori, di aziende metalmeccaniche, risultati
positivi al tampone e che andando a lavorare prima di sapere l'esito,
sono stati a contatto con altri colleghi». Un esempio, racconta Luca
Pettigiani della Fiom di Torino, è accaduto alla NCT di Chivasso – che
produce allestimenti speciali di veicoli per le forze dell’ordine - dove
i 65 lavoratori hanno chiesto all’azienda il rispetto delle norme di
precauzione fissate dal DPCM ricevendo un netto rifiuto accompagnato
dalla minaccia di licenziare tutti coloro che non avessero ripreso
subito il lavoro. I lavoratori con le loro RSU hanno quindi
immediatamente indetto lo sciopero abbandonando lo stabilimento. Lo
sciopero si protrarrà nella giornata di domani mentre lunedì si
verificherà se sono state ripristinate le condizioni di sicurezza
necessarie per riprendere il lavoro.
Non rispettate le condizioni di sicurezza per prevenire il virus”, i dipendenti della Dana di Crescentino in sciopero
Scioperi in corso in
alcune aziende della provincia di Vercelli dopo le ultime comunicazioni
governative. I lavoratori lamentano scarse condizioni di sicurezza per
prevenire il contagio da coronavirus. Alla Dana di Crescentino i
lavoratori non sono entrati questa mattina, la Cgil parla di un'adesione
del 100% allo sciopero. Sul posto anche i carabinieri per smaltire
l'assembramento fuori dall'azienda. Situazione simile anche alla YKK
dove per il sindacato i lavoratori fermi sono almeno il 70%.
LA STAMPA AOSTA
Coronavirus: Cogne Acciai speciali, dieci giorni di chiusura riapertura il 23 marzo
AOSTA. Durerà una decina di giorni la
chiusura della Cogne Acciai Speciali. Lo stabilimento aostano
dell'azienda siderurgica, che ha avviato da giovedì il fermo progressivo
e la messa in sicurezza degli impianti per «avviare interventi
straordinari di igienizzazione di tutti gli ambienti di lavoro» legati
all'emergenza coronavirus, «riprenderà regolarmente l'attività
produttiva il 23 marzo». L'annuncio è arrivato dopo un incontro tra i
vertici della Cas e i sindacati nei quali è stato definito il programma
di sanificazione.
Da qui al pomeriggio di domani i diversi
reparti fermeranno progressivamente e così si procederà alla
«effettuazione delle attività straordinarie di pulizia e igienizzazione,
secondo un piano definito insieme tra Responsabile del Servizio
Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
e società specializzata e certificata in questo tipo di attività».
LA REPUBBLICA LIGURIA
Coronavirus, i sindacati della Liguria: "Più tutele per i lavoratori"
Cgil, Cisl e Uil chiedono l'intervento dei prefetti: "Troppe aziende non rispettano le prescrizioni"
I
Segretari Generali di Cgil Cisl Uil Liguria, insieme alle strutture
sindacali delle province, hanno inviato una lettera urgente alle
Prefetture della Liguria per lanciare l’allarme sulle condizioni di
lavoro legate all’emergenza coronavirus.
"Alle organizzazioni sindacali - spiega una nota congiunta - stanno pervenendo dai luoghi di lavoro molte segnalazioni nelle quali si registra la carenza o addirittura la totale assenza di misure di prevenzione e protezione dal contagio dei lavoratori. E’ una situazione grave che va affrontata in modo celere ed appropriato. Per questo motivo Cgil Cisl Uil chiedono alle Prefetture di garantire il controllo del rispetto delle regole a tutela della salute di chi lavora.
Ove queste precauzioni non possano essere mantenute, non sussistono le condizioni minime per continuare le attività di produzione e/o di servizio che pertanto vanno fermate".
"Alle organizzazioni sindacali - spiega una nota congiunta - stanno pervenendo dai luoghi di lavoro molte segnalazioni nelle quali si registra la carenza o addirittura la totale assenza di misure di prevenzione e protezione dal contagio dei lavoratori. E’ una situazione grave che va affrontata in modo celere ed appropriato. Per questo motivo Cgil Cisl Uil chiedono alle Prefetture di garantire il controllo del rispetto delle regole a tutela della salute di chi lavora.
Ove queste precauzioni non possano essere mantenute, non sussistono le condizioni minime per continuare le attività di produzione e/o di servizio che pertanto vanno fermate".
Effetto coronavirus, lo sciopero paralizza il porto di Genova: centinaia i tir bloccati
Sciopero improvviso dei portuali e dei Camalli della Compagnia Unica
del Porto Di Genova. Bloccato il terminal PSA di Genova Prà.Sono a
centinaia i tir fermi in attesa dell'imbarco. La protesta, annunciano i
lavoratori, scaturita in seguito alla mancata sanificazione dei mezzi di
lavoro come le gru.
LA GAZZETTA DELLA SPEZIA
“Portuali e autotrasportatori non sono lavoratori di serie B, servono i dispositivi di protezione”
Lo sfogo dell'assesore regionale Benveduti dopo il disordine di oggi al terminal di Pra'
"Condividiamo a pieno le preoccupazioni dei lavoratori del porto e
degli autotrasportatori, costretti a lunghe attese ai varchi, privi di
dispositivi di protezione individuale. Questi lavoratori non possono
essere considerati di serie B, a maggior ragione in questo momento di
emergenza sanitaria, nella quale svolgono un ruolo essenziale per
rifornire di beni di prima necessità le nostre città".
È lo sfogo dell'assessore regionale ai porti Andrea Benveduti (
Lega-Salvini Premier, n.d.r.), a
commento del disordine venutosi a creare quest'oggi per i ritardi
dovuti alla sanificazione dei tir presso il terminal PSA di Pra'.
"Il governo - aggiunge Benveduti - deve al più presto istituire una
cabina di regia, a livello nazionale ed europeo, che garantisca un
coordinamento efficace del sistema di controllo di protezione personale
dei lavoratori e, al contempo, non mini all'operatività del traffico
commerciale dei nostri porti. È opportuno rafforzare gli Uffici di
Sanità marittima, preposti ai controlli fitosanitari, che non si trovano
nelle condizioni di sostenere un tale carico di lavoro su merci e
persone. Viaggiare sull'interpretazione dei decreti emessi dal governo,
nuoce gravemente alla salute della catena logistico-portuale che
ricordiamo essere la prima industria della nostra Regione, ma che oggi
rischia davvero il collasso. È indispensabile perciò che il goveno
faccia chiarezza. Non può essere questa la considerazione riservata al
primo porto d'Italia".
Alcune rivendicazioni dei trasporti
• Che per le lavoratrici e i lavoratori la cui presenza nella sede di lavoro non sia indispensabile sia attivato lo
smart working previsto dai
Ccnl e dai DPCM 8 Marzo 2020 e successivi;
•
Garanzia di un reddito per coloro che pur rimanendo a casa non potranno usufruire di questa possibilità.
E’ necessario che il Governo agisca con urgenza affinché si possa
partire con accordi tra Sindacati e Aziende per l’accesso agli
ammortizzatori sociali;
• Che per il
Trasporto Aereo che era già in crisi prima dell’emergenza da Covid-19, con
Alitalia e Air Italy tra i casi più noti, si definiscano
ammortizzatori sociali specifici per tutta la filiera e il rifinanziamento in tempi brevissimi il Fondo di solidarietà del settore;
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