Mentre il governo impone di rimanere in casa e limitare al minimo gli spostamenti, in migliaia si rivoltano nelle carceri, nei quartieri le persone sono abbandonate a sé stesse, le misure di prevenzione non vengono applicate per i lavoratori, gli sfratti continuano ad essere eseguiti, chi viene pagato a prestazione (in nero, con la partita iva o con qualsiasi altra forma contrattuale) rimane senza stipendio a tempo indeterminato dovendo continuare a pagare per l’affitto, per i farmaci, per il cibo, per l’amuchina, le mascherine e i guanti.
L’emergenza
sta funzionando come il letto di Procuste: chi è troppo corto o troppo
lungo per le misure di prevenzione contro il coronavirus viene stirato o
mutilato. Una tortura colpevolizzante per chi non entra preciso nel
letto del torturatore. Stiamo assistendo a una violenza senza precedenti
di cui il discorso di ieri sera del primo ministro a reti unificate è
la rivendicazione esplicita. Nelle parole di Conte non esistono le
migliaia di detenuti in rivolta nelle carceri italiane, più di dieci
morti, le centinaia di feriti. Persone a cui tutti i giorni la tv
ricorda di non frequentare luoghi affollati costrette in celle
sovraffollate, persone che se si ammalano non vengono neanche portate in
ospedale ma spostate in isolamento, persone a cui viene chiesto di
ammalarsi in silenzio senza poter avere
comunicazioni neanche con i propri parenti. Persone che stanno venendo massacrate, persone che semplicemente non esistono.
comunicazioni neanche con i propri parenti. Persone che stanno venendo massacrate, persone che semplicemente non esistono.
Di una
generazione di baristi, fisioterapisti, guide turistiche, supplenti
nelle scuole, pizzaioli, logopedisti, istruttori di palestra rimasti da
un giorno all’altro senza stipendio, costretti a pagare affitti, a
continuare a curarsi, a continuare a consumare, l’unica descrizione che
viene fatta è quella del popolo della movida. Le uniche parole che li
riguardano sono gli inviti a non fare gli aperitivi. Genitori che non
possono più affidare i figli ai nonni ma devono continuare a lavorare.
Anche loro non esistono.
Dei
lavoratori spremuti peggio di prima, senza alcuna misura di prevenzione,
che rispettano le regole in casa loro e poi sono esposti al rischio di
contagio in magazzino, in fabbrica o in ufficio non c’è traccia.
Semplicemente non esistono. Ieri mattina siamo stati davanti la fabbrica
della Peroni a Tor Sapienza gli operai erano in sciopero per chiedere
l’applicazione del contratto nazionale di categoria, il padrone ha
provato a far assumere crumiri approfittando della limitazione
all’attività sindacale imposta dall’emergenza. Alla fine gli operai sono
riusciti a imporre un accordo ma hanno dovuto mettersi a rischio,
adunarsi, organizzare un presidio: prendere in poche parole la
drammatica scelta tra rischiare di essere licenziati e rischiare di
estendere il contagio.
Lo sciacallo
che gli ha imposto questo probabilmente beneficerà degli sgravi fiscali
del governo, lui nel discorso del premier Conte è ben rappresentato, è
tra quelli che vanno aiutati di quelli per cui il letto di Procuste è
stato disegnato su misura.
Stiamo
organizzando la solidarietà nel nostro quartiere, distribuendo amuchina,
mettendoci a disposizione per fare la spesa agli anziani, cercando di
non lasciare solo nessuno come sta facendo la parte migliore di questo
paese: scala per scala, lotto per lotto. Ma il mutualismo non può
bastare dobbiamo trovare il modo di prendere parola. Non siamo in grado
di costruire comunità autosufficienti, neanche vogliamo, dobbiamo
iniziare a porci il problema di come rispondere a questa violenza.
Rispettare
le misure di prevenzione è nell’interesse di ciascuno di noi, dobbiamo
trovare il modo di non rimanere zitti senza poter uscire di casa. Ogni
abbiamo provato con una “lenzuolata”: abbiamo esposto lenzuoli bianchi
fuori dalle finestre di casa nostra, come stanno facendo i detenuti
fuori dalle gabbie in cui sono chiusi per chiedere un’amnistia subito.
Cerchiamo altri modi, aguzziamo l’ingegno.
I
compagni di Bagnoli hanno prodotto questo decalogo per impedire che la
crisi sanitaria diventi anche crisi sociale, lo facciamo nostro, lo
diffonderemo in quartiere nei prossimi giorni:
1.
Illegittimità del licenziamento se la motivazione è collegata
all’emergenza coronavirus. Mantenimento della retribuzione e del salario
per tutti/e lavoratori e lavoratrici
2. Mantenimento delle misure di sicurezza su tutti i posti di lavoro. In caso di positività di colleghi al Covid, chiusura immediata delle aziende e mantenimento degli stipendi a salario pieno
3. Non solo sgravi alle imprese: creazione immediata di ammortizzatori sociali per sostenere lavoratori e lavoratrici. Istituzione di un reddito senza vincoli per supportare chi era legato a lavori a nero o a lavori saltuari
4. Assunzione di nuovi medici e sblocco delle graduatorie per infermieri e OSS
5. Amnistia o misure alternative per tutti i detenuti, è impossibile garantire la salute all’interno di queste carceri
6. Distribuzione gratuita quartiere per quartiere di mascherine, disinfettanti e informazioni sulla prevenzione
7. Blocco immediato degli sfratti e sospensione del pagamento degli affitti e dei mutui, sospensione del pagamento di tutte le bollette per le utenze
8. Maggiore chiarezza su misure di sicurezza, sulle possibilità di spostamento e sulle forme di contagio
9. Ripuliamo l’informazione: aumentiamo l’informazione scientifica. Basta incompetenti e speculatori che creano panico e allarmismo o sottovalutano l’epidemia
10. Stop a qualunque forma di razzismo e discriminazione: la malattia ha colpito e può colpire chiunque tra noi
2. Mantenimento delle misure di sicurezza su tutti i posti di lavoro. In caso di positività di colleghi al Covid, chiusura immediata delle aziende e mantenimento degli stipendi a salario pieno
3. Non solo sgravi alle imprese: creazione immediata di ammortizzatori sociali per sostenere lavoratori e lavoratrici. Istituzione di un reddito senza vincoli per supportare chi era legato a lavori a nero o a lavori saltuari
4. Assunzione di nuovi medici e sblocco delle graduatorie per infermieri e OSS
5. Amnistia o misure alternative per tutti i detenuti, è impossibile garantire la salute all’interno di queste carceri
6. Distribuzione gratuita quartiere per quartiere di mascherine, disinfettanti e informazioni sulla prevenzione
7. Blocco immediato degli sfratti e sospensione del pagamento degli affitti e dei mutui, sospensione del pagamento di tutte le bollette per le utenze
8. Maggiore chiarezza su misure di sicurezza, sulle possibilità di spostamento e sulle forme di contagio
9. Ripuliamo l’informazione: aumentiamo l’informazione scientifica. Basta incompetenti e speculatori che creano panico e allarmismo o sottovalutano l’epidemia
10. Stop a qualunque forma di razzismo e discriminazione: la malattia ha colpito e può colpire chiunque tra noi
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