da infoaut Le carceri bruciano! Sosteniamo la rivolta
La
lista è lunga e anche le colonne di fumo che si alzano da dietro i muri
e le recinzioni. In molte carceri i detenuti prendono il controllo e
sbattono letteralmente fuori i secondini. Vengono bruciati gli uffici
delle matricole, demolite le strutture di controllo e le apparecchiature
delle guardie, vengono assaltate e svuotate le infermerie. Finalmente
la totalità del belpaese deve fare i conti con il più grande dei suoi
rimossi: i detenuti e la loro dignità, la loro forza. Tutti devono
guardare lo schifo che per anni si è fatto finta di non vedere.
Sovraffollamento, pestaggi, ricatti e condizioni sanitarie al limite,
sono il sub strato su cui si innesta l’Epidemia di Covid 19.
Chi
oggi ci racconta che i detenuti sono in rivolta perchè hanno paura, non
sa di cosa parla. Chi in
questo momento in galera si sta giocando tutto anche a costo della morte lo fa perché è ben lucido e sa che se l’epidemia entra nelle carceri, e sta entrando, sarà una mattanza. E sa che quei maledetti “assistenti” non si faranno problemi a tenerli chiusi in trappola come topi; è il loro lavoro e se si passa anche un solo giorno in carcere lo si capisce al volo.
questo momento in galera si sta giocando tutto anche a costo della morte lo fa perché è ben lucido e sa che se l’epidemia entra nelle carceri, e sta entrando, sarà una mattanza. E sa che quei maledetti “assistenti” non si faranno problemi a tenerli chiusi in trappola come topi; è il loro lavoro e se si passa anche un solo giorno in carcere lo si capisce al volo.
La
sospensione dei colloqui e delle attività fa il resto e interrompe le
comunicazioni con le famiglie. Un altro chiaro segnale delle autorità di
voler interrompere il flusso di notizie dall'esterno. Fuori da quasi
tutti gli istituti, da giorni i familiari dei detenuti bloccano le
strade limitrofe e fanno pressione per chiedere amnistia e la
liberazione di tutti prima che il virus che ha reso l’Italia una zona
rossa e intasato le terapie intesive arrivi a contagiarli tutti.
Le
forze dell’ordine, sempre più in difficoltà, nella maggior parte dei
casi non possono che rimanere a guardare ed evitare le evasioni
circondando i penitenziari. Probabilmente in molti al ministero
dell’interno si stanno chiedendo dove troveranno gli uomini necessari.
Intanto a Modena e in molti altri posti si inizia la conta dei morti,
difficile credere alle ricostruzioni della polizia. Anche se alcuni dei
detenuti sono morti di overdose dopo l’assalto alle infermerie la
responsabilità è comunque di chi ha pensato in questi anni di reprimere
le tossicodipendenze con il manganello e la galera.
Un
analisi lucida della situazione delle rivolte e le informazioni che
arrivano da dentro parlano di qualcosa che si è rotto e che non tornerà a
posto, dovranno mollare qualcosa e i detenuti lo sanno, hanno un
rapporto di forza e devono usarlo. La situazione è drammatica e
difficile soprattutto perché è spontanea e violenta, anche le
contraddizioni interne fra i detenuti esplodono e sono uno dei lati più
crudi di quello che sta succedendo.
Difficile
prevedere come andrà avanti e si svilupperà la rivolta e la lotta,
soprattutto ora che le misure per prevenire i contagi si sono allargate
ed indurite, e che iniziano a trapelare le notizie dei contagi anche
dentro le celle.
Lo Stato in questi
giorni di crisi ed emergenza mostra il suo lato più brutale e disumano.
i giornali e le tv main stream non hanno nemmeno il coraggio di
chiamare quello che sta succedendo per quello che è una lotta per la
dignità. Cercano di definirla caos, panico, descrivono i detenuti come
animali e li disumanizzano, perchè solo così si può far accettare ai
milioni di telespettatori e lettori quello che si sta facendo per
salvare la presunta legalità. Salvini invoca l’esercito e Lamorgese lo
manda. Chi, a livello istituzionale cerca di apparire più umano, si
spertica nel proporre soluzioni fantasiose e si appella alla
costituzione, ma nessuno ha il coraggio di dire quella che è l’unica
soluzione in questo momento: aprire le celle. Stati che vengono
considerati dittature come l’Iran lo hanno fatto. I politici di sinistra
che in questi ultimi mesi hanno cercato di ricostruirsi la verginità
sulla pelle dei migranti indossando i giubbotti salvagente ad uso e
consumo dei media, ora cosa dicono? Come sempre i proletari a questi
signori piacciono solo quando sono vittimizzati e passivi.
Dal
canto nostro, in questo momento difficile e inedito crediamo di dover
aiutare in ogni modo la lotta dei detenuti e delle detenute, e delle
loro famiglie e amici.
Le immagini
delle guardie che scappano dal carcere di Modena e che vengono respinte
dagli estintori quando provano spaventate a rientrare, indicano la via e
la necessità del contributo che la rivolta ha bisogno da noi.
Liber* Tutt*
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