mercoledì 11 marzo 2020

pc 11 marzo - Riceviamo e pubblichiamo - Solidarietà al compagno Riccardo Sotgia!

Le misure stile coprifuoco di guerra che il governo Conte bis ha varato sulla base dell'emergenza "corona virus", stanno oscurando a livello mediatico il procedere della tendenza alla guerra, quella reale e concreta, che continua a svilupparsi nell'area del Mediterraneo allargato.

Nuove e recenti fiammate di guerra hanno recentemente investito la Siria, la Libia, la Palestina, l'Ucraina.... Quest'ultimo scenario di guerra dimostra come l'Europa non è affatto immune da questa tendenza, dimostrata anche dal flusso di profughi in fuga verso il vecchio continente – sui quali l'Ue e la Turchia inscenano uno spietato braccio di ferro politico – nonché dall'imponente esercitazione militare degli Usa denominata Defender Europe 20, che prevede, in questi giorni, lo sbarco di circa 30 mila soldati yankee. Un'enorme prova di forza statunitense in funzione antirussa, in continuità proprio con l'affondo che la Nato perseguì contro la Russia con il golpe fascista di Euromaidan in
Ucraina nell'inverno 2014, seguito dall'aggressione del governo golpista alle regioni insorte del Donbass.


Sul fronte interno, nella nostra società, la guerra ha diverse ricadute. A livello generale, mutano i rapporti politici, sociali e culturali: la gestione in stile “guerra” dell'emergenza sanitaria del corona virus lo sta dimostrando. A livello specifico, scatta la criminalizzazione del “nemico interno”, ovvero di colui che si sottrae concretamente all'allineamento alla guerra imperialista.

Una nuova conferma in tal senso, l'abbiamo avuta con la rogatoria internazionale a carico del compagno sardo Riccardo Sotgia, perseguitato su richiesta della magistratura del regime ucraino, accusato da quest'ultimo – così ci risulta – di banda armata, terrorismo e spionaggio. Tutto ciò per aver portato solidarietà in loco alle popolazioni della Crimea e del Donbass, sotto permanente minaccia e attacco da parte del regime golpista e atlantista ucraino. Un'inchiesta diretta proprio dalla procura di Kiev e alla quale gli organi repressivi dello Stato italiano stanno collaborando.

Non è la prima volta che militanti internazionalisti o “semplici” solidali in Italia sono perseguitati per il sostegno alla Resistenza del Donbass. Un paese come il nostro, che è parte integrante della Nato e delle sue strategie di guerra imperialista, evidentemente vuole dimostrare anche sul piano giudiziario come non vi debba essere spazio, sul piano interno, a coloro che hanno sostenuto e sostengono popolazioni ribellatesi alla mortifera e reazionaria avanzata dell'Alleanza Atlantica verso Est. E non lo fa solo sul piano repressivo, ma anche su quello propagandistico, dipingendo la Resistenza del Donbass come “rossobruna”, come espressione di sciovinismo russo, definendola come “milizie filo Putin”. Allo stesso modo con cui, sul piano giudiziario e propagandistico, si punta a criminalizzare l'appoggio alla Resistenza Palestinese come antisemitismo; si veda il procedimento in corso a Milano contro cinque compagni per le contestazioni allo spezzone sionista nel corteo del 25 Aprile 2018.

Solidali con Riccardo, solidali con chiunque pratichi la solidarietà internazionalista verso i popoli in lotta!
Terrorista è l'imperialismo, in primis la Nato!
Rompere l'egemonia di guerra sul fronte interno! No alla paura di massa, sì alla lotta!

COLLETTIVO TAZEBAO

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