quadro parziale scioperi 12/13 marzo
nel bresciano Pasotti e diverse altre grandi fabbriche; ad Asti, Vercelli e Cuneo la Mtm, la Ikk, la Dierre, la Trivium; in provincia di Mantova la Corneliani, la Iveco, la Relevi; in provincia di Varese la Whirlpool, a Terni le grandi acciaierie Ast, a Cormano nel milanese la Briton, in provincia di Treviso la Electrolux, a Marghera e in Liguria la Fincantieri; In Liguria sono scesi in sciopero anche i camalli, i portuali, i lavoratori delle riparazioni navali; sono in sciopero i lavoratori delle telecomunicazioni (System House Srl, System Data Center e Out Spa), così come i Riders che rischiano il contagio con le consegne a domicilio; in Toscana scioperi in corso alla Piaggio di Pontedera, alla Gkn di Firenze, all’Hitachi di Pistoia, all’Esselunga (dove è stato proclamato uno sciopero nazionale); sono in sciopero prolungato le lavoratrici di Almaviva
Coronavirus, evacuate tre aziende in Piemonte: Teksid, M4U e Denso
A Carmagnola, Busano e Poirino lavoratori a casa e stop momentaneo della produzionenel bresciano Pasotti e diverse altre grandi fabbriche; ad Asti, Vercelli e Cuneo la Mtm, la Ikk, la Dierre, la Trivium; in provincia di Mantova la Corneliani, la Iveco, la Relevi; in provincia di Varese la Whirlpool, a Terni le grandi acciaierie Ast, a Cormano nel milanese la Briton, in provincia di Treviso la Electrolux, a Marghera e in Liguria la Fincantieri; In Liguria sono scesi in sciopero anche i camalli, i portuali, i lavoratori delle riparazioni navali; sono in sciopero i lavoratori delle telecomunicazioni (System House Srl, System Data Center e Out Spa), così come i Riders che rischiano il contagio con le consegne a domicilio; in Toscana scioperi in corso alla Piaggio di Pontedera, alla Gkn di Firenze, all’Hitachi di Pistoia, all’Esselunga (dove è stato proclamato uno sciopero nazionale); sono in sciopero prolungato le lavoratrici di Almaviva
Coronavirus, evacuate tre aziende in Piemonte: Teksid, M4U e Denso
La Way Assauto, controllata da una multinazionale cinese, ha intanto chiuso lo stabilimento fino al 3 aprile e nei prossimi giorni presenterà richiesta di cassa integrazione.
alla Gate, del gruppo Johnson Electric sul mercato borsistico di Hong Kong: il 75% degli impiegati è a casa mentre il 10% lavora in smart working.
Chiuse le linee con produzione non essenziale,
chi supera i 37,4 di febbre resta a casa con giornata retribuita. E' previsto l'utilizzo di mascherine e continue sanificazioni degli ambienti di lavoro.
Praticamente ferma la produzione alla Blutec, mentre alla
Util di Villanova e all'Ocava di Ferrere al momento prosegue la normale
attività. Personale dimezzato nei vari stabilimenti della Dierre di
Villanova.
7 giornate di sciopero all’ex Ilva di Novi Ligure: otto ore da oggi!
«La salute dei lavoratori per noi viene prima di tutto!». Le rappresentanze sindacali unitarie, dell’ex Ilva di Novi, oggi ArcelorMittal, hanno proclamato 7 giornate di sciopero, La mobilitazione si protrarrà ininterrottamente fino al terzo turno compreso, di venerdì 20 marzo.“Abbiamo chiesto all’azienda di ricorrere agli ammortizzatori sociali - hanno informato i rappresentanti dei lavoratori - ma l’azienda è stata negativa”.
A giustificare la clamorosa forma di protesta è stato il
ritardo nel far scattare le misure minime preventive, che erano state
concordate dalla direzione dello stabilimento e dai sindacalisti
nell’incontro di giovedì pomeriggio: “
Non hanno fatto nemmeno pulizia negli spogliatoi
– brontolavano poco fa i lavoratori all’uscita del turno giornaliero di
lavoro – con la scusa che anche in fabbrica si è in piena emergenza.
Qui non ci sono nemmeno le mascherine”.
La spezia, lavoratori senza protezioni: scatta l'ondata degli scioperi
La Spezia -
Il lavoro si ferma davanti al diritto alla salute sui
posti di lavoro che non viene garantito. Si ferma oggi sino all'una di
notte il porto della Spezia. Nell'azienda Leonardo le Rsu hanno chiesto
la sospensione delle attività produttive la prossima settimana e
l'utilizzo dei permessi speciali per i primi tre giorni della prossima
settimana. Anche l'Arsenale militare manda i dipendenti a casa, attuando
il lavoro agile dove possibile. Per i dipendenti di Fincantieri però è
il danno e la beffa. Il lavoro si ferma per adeguare il cantiere,
sanificando i locali e attuando tutte le misure necessarie per contenere
il rischio contagio.
Due settimane di stop, ma senza l'utilizzo della cassa integrazione o degli ammortizzatori sociali. Bensì imponendo ai lavoratori di anticipare le ferie collettive, le due settimane di stop di agosto. Che verrebbero così utilizzate da lunedì 16 marzo a sabato 29. La decisione «unilaterale» di Fincantieri, e che riguarderà anche lo stabilimento del Muggiano, viene definita fa Fiom e Fim «inaccettabile. Non possono essere sempre i lavoratori a pagare le crisi. Tuteliamo il diritto alla salute ma anche la dignità del lavoro».
Due settimane di stop, ma senza l'utilizzo della cassa integrazione o degli ammortizzatori sociali. Bensì imponendo ai lavoratori di anticipare le ferie collettive, le due settimane di stop di agosto. Che verrebbero così utilizzate da lunedì 16 marzo a sabato 29. La decisione «unilaterale» di Fincantieri, e che riguarderà anche lo stabilimento del Muggiano, viene definita fa Fiom e Fim «inaccettabile. Non possono essere sempre i lavoratori a pagare le crisi. Tuteliamo il diritto alla salute ma anche la dignità del lavoro».
esiste una black
list di aziende spezzine che risultano inadempienti sulle disposizioni
di sicurezza sanitaria. Un elenco lunghissimo, che tocca i settori
sanità, vigilanza, enti locali, credito, porto, call center, pulizie,
trasporto pubblico e molti altri.
Praticamente ovunque mancano mascherine e
non vengono rispettate le distanze. ieri pomeriggio intanto è fermo il porto della
Spezia. Hanno incrociato le braccia prima i lavoratori dell'indotto poi
anche quelli del terminal Lsct. Le mascherine non ci sono, gli
spogliatoi sono chiusi, non c'è vigilanza. E alcune mansioni o
lavorazioni non consentono di lavorare in ambienti sicuri, garantendo la
distanza di almeno un metro. «Non vogliamo che qualcuno di noi porti a
casa un virus letale per noi e i nostri famigliari» hanno detto i
lavoratori
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