Corruzione in Marina: inchiesta alla Spezia, spuntano tre indagati
I pm sono pronti a chiedere il rinvio a giudizio di tre persone. Primi blitz nel 2014, poi gli arresti di Di Guardo e Nervi
La Spezia – Tre richieste di rinvio a giudizio per fatti di
corruzione avvenuti alla Spezia, nell’ambito del sistema di tangenti in
Marina, scoperchiato a Taranto dal procuratore Maurizio Carbone. La
costola spezzina dell’inchiesta si avvia a conclusione. Si parla di tre
indagati, per i quali è stato
richiesto il processo. L’istanza sarebbe già stata
firmata. Il fascicolo è nelle mani del magistrato Claudia Merlino, in
coordinamento con il procuratore generale Antonio Patrono. Per la prima
volta si parlerà di tangentopoli militare spezzina, dopo i
ripetuti arresti tarantini di ufficiali che avevano legami stretti con
la base militare della città.
Non era mai accaduto. I tre filoni della tangentopoli tarantina, tutti
legati a giri di mazzette e appalti pilotati,
avevano già lambito ripetutamente Spezia. Il primo risale al 2014. Fra
gli imputati eccellenti, c’erano il capitano Roberto La Gioia, l’ex
direttore di Maricommi Spezia Fabrizio Germani, il sottufficiale Antonio
Summa ed altri, tutti
condannati in primo grado nel settembre scorso. La
Gioia aveva ammesso con franchezza che le tangenti sulle gare militari
erano «la prassi». Il secondo filone di arresti aveva visto al centro il
capitano Giovanni Di Guardo, anch’egli per anni in servizio alla
Spezia, prima di Taranto. E anche in quel caso si era parlato di una
«consuetudine» alla tangente.
Ora il procuratore Carbone è arrivato al terzo filone, quello che vede imputato il contrammiraglio spezzino
Cristiano Nervi, detto “l’Imperatore”, accusato di
turbativa d’asta. La costante che emerge da tutti questi procedimenti, è
che a Taranto c’è stato qualcuno che ha denunciato, consentendo alla
giustizia di arrivare ad inchiodare i responsabili. Qui alla Spezia non
risulta alcuna segnalazione, nonostante sia emerso a Taranto che c’erano
state tangenti anche per appalti militari spezzini.
Le tre richieste di rinvio a giudizio nascono proprio dalla
trasmissione degli atti alla Procura della Spezia. Non è escluso che la
svolta spezzina
possa aprire a potenziali altre testimonianze.
Potrebbe esserci qualcuno a conoscenza di aspetti che fino ad oggi non
sono mai emersi. Se si arriverà in aula, infatti, è probabile che
saranno chiesti dettagli e nomi.
LA GAZZETTA DELLA SPEZIA
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