Il Fronte della Gioventù Comunista ha sospeso il patto di unità d’azione con il Partito Comunista, sino a quando non saranno ristabilite le condizioni politiche ed organizzative interne previste dallo scorso congresso, base politica comune sulla quale era stato siglato il patto. Una decisione che non abbiamo preso a cuor leggero, ma che è ormai inevitabile di fronte alla progressiva mutazione del PC che in questi giorni ha avuto un incredibile approfondimento. La nostra decisione è stata preceduta da numerose comunicazioni interne, alle quali non ha seguito alcun risultato. Anzi.Quanto accaduto in queste ultime ore è davvero la sintesi impietosa di come l’involuzione di questo percorso politico abbia raggiunto il livello della farsa. Mentre l’intero Paese è in balìa di una emergenza che rischia di trasformarsi in una catastrofe sociale per i lavoratori e le classi popolari, al posto di vedere un Partito in prima fila nel suo lavoro, nella vigilanza, nella presenza e nell’organizzazione delle lotte dei lavoratori, si approfitta di questa distrazione per regolare conti interni, commissariare federazioni con votazioni via mail e senza poter consentire
riunioni nazionali e locali, estro-mettere dirigenti dal loro ruolo, convinti che l’emergenza nazionale copra la vicenda. Al posto di esercitare il proprio compito di avanguardia, si ripiega nel peggiore opportunismo.Abbiamo assistito a una continua spirale involutiva, che ha visto un chiaro allontana-mento dalla linea congressuale. Abbiamo visto troppo spesso abbandonare le categorie di analisi marxiste per adottare un linguaggio volutamente ambiguo, strizzando apertamente l’occhio ai settori reazionari e di destra, facendone propri i richiami sulla sovranità. Abbiamo visto un Partito ricadere nel peggior elettoralismo, costantemente assente dalle lotte, ripiegato su un’esistenza virtuale fatte di sole pagine social, privo di una strategia complessiva. Un partito che è finito a fare del massimalismo di ritorno limitandosi a individuare l’orizzonte necessario del socialismo, ma senza dotarsi di una strategia in grado di far avanzare di un millimetro le condizioni per raggiungerlo. Abbiamo registrato numerose violazioni delle norme di funzionamento interno; la soppressione e lo svuotamento dei momenti di discussione collettiva. Non si tratta di elementi che si possono etichettare come formalismi fini a sé stessi o questioni separate dalla mancanza di una strategia complessiva, dall’incredibile caccia alle streghe interna che continua ad essere alimenta-ta, dall’impostazione puramente elettoralistica del lavoro po-litico, dalla sovrapposizione e progressiva sostituzione di un Partito - che abbiamo contribui-to a costruire - con la figura del suo Segretario Generale. Si tratta di questioni che hanno un ruolo strumentale e coscientemente voluto, nell’interesse di sposta-re l’attenzione da quella che a tutti gli effetti è una deviazione politica dalle tesi congressuali, abbassando il livello della narrazione e del dibattito e alimentando lotta interna facendo leva su personalismi. Nonostante tutto ciò, nono-stante attacchi palesi contro la natura del patto d’unità d’azione, abbiamo continuato a fare il nostro lavoro con disciplina, mai facendo mancare il nostro suppor-to alle iniziative locali, e venendo troppo spesso attaccati per non aver fatto abbastanza. Avevamo riposto speranza in una convocazione del Congresso che avrebbe potuto portare a ricondurre nelle giuste sedi una discussione politica necessaria, sperando che fosse condotta con rigore marxista-leninista e su questioni di alto interesse e valore, necessarie per apprestare una strategia. Invece ve-diamo che le questioni politiche sollevate vengono banalizzate e sostituite da una chiamata alle armi contro presunti “nemici” in-terni per distogliere l’attenzione dalla trasformazione della natura politica di questo Partito, con impropri richiami alla disciplina e al centralismo democratico che perdono di ogni valore nel mo-mento in cui viene negata ogni possibilità di discussione. Vediamo il ripiegarsi su pratiche proprie dei partiti opportunisti che mortificano in partenza quel di-battito che avrebbe potuto es-sere un momento alto della ricostruzione comunista in Italia. Non è questo quello che meritano le migliaia di giovani che si sono avvicinati al Fronte della Gioventù Comunista in questi anni e hanno impiegato le proprie energie nella costruzione del Partito. Non sono queste le pratiche e le posizioni politiche che hanno portato quei giovani a sostenere il Partito poiché in esso vedevano una forza lontana dall’opportunismo che ha già danneggiato fin troppo la cresci-ta del movimento comunista del nostro paese. Quando siamo nati il nostro scopo era ricostruire una presenza comunista tra le nuove generazioni. Abbiamo giurato a noi stessi che mai e poi mai avremmo consentito che il lavoro della gioventù fosse com-promesso da pratiche che volevamo superate per sempre. Di fronte al loro riemergere il nostro compito primario è preservare ideologicamente, politicamente e organizzativamente i giovani, continuando nella costruzione di una gioventù combattiva e rivoluzionaria, avanguardia delle lotte, che ha l’ambizione di rovesciare il capitalismo e costruire una società socialista-comunista. Il FGC andrà avanti nel suo lavoro quotidiano. Esistevamo prima del patto d’azione con il PC e continueremo a rafforzarci partendo dal lavoro nelle scuole e nelle università, dalla forza dei nostri nuclei, di giovani riconosciuti per il loro ruolo di avanguardia nelle lotte, nella nostra attività internazionale, nel lavoro di informazione con avanguardia e senza tregua, nell’incremento delle attività di formazione politi-ca su una coerente base marxista-leninista. Non rinunceremo a fare la no-stra parte nel percorso della ricostruzione comunista e nel rap-porto di ricostruzione di un fronte sindacale di classe, convinti che solo un forte lavoro nella gioventù possa preparare quelle forze sane e nuove che possano dare futuro al movimento comunista in Italia. Un percorso che deve essere autonomo e indipendente dalla compromissione con alleanze politiche con forze borghesi di centrosinistra o sinistra, e partire da una reale condivisione di una strategia comune in senso rivoluzionario. Continueremo a proseguire con coerenza il percorso che ci vede protagonisti nel movimento giovanile comunista a livello internazionale a partire dalle attività congiunte con le nostre organizzazioni gemelle, nel MECYO e nella lotta antimperialista insieme con la FMGD (WFDY).Il ritorno del vecchio, dell’opportunismo e dell’individualismo, non comprometterà l’inevitabile avanzata del nuovo. Perché una gioventù unita, rivoluzionaria, marxista-leninista è un elemento essenziale per rovesciare i rapporti di forza a favore dei lavora-tori e delle classi popolari. Nutriamo ancora la speranza che questa nostra decisione – che non è una rottura definitiva – possa essere superata da segnali chiari che vadano nelle direzioni indicate. In assenza meglio procedere ciascuno per la propria strada, con la volontà di evitare quegli strascichi di pole-miche e di interferenze con cui non intendiamo caratterizzare la nostra azione. Anzi auspichiamo in ogni caso la convergenza sul terreno delle lotte concrete nei luoghi di lavoro, nei quartieri po-polari e in ogni situazione in cui i comunisti debbano esercitare la propria funzione.“Avanti, avanti giovinezza rossa, che il rombo della vostra marcia faccia tremare di paura il cielo".
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