Riprende la linea produttiva degli F35 alla Leonardo di Cameri con la complicità di CGIL-CISL-UIL
Riparte la linea produttiva di Leonardo a Cameri.
La produzione degli F35 è stata ritenuta essenziale e la società ha
spiegato ai rappresentanti sindacali che il prosieguo dell’attività è
fondamentale per far fronte alle commesse e non mettere a rischio i
posti di lavoro.
Dopo la completa sanificazione e riorganizzazione del lavoro, i si riprenderà con circa il 20% dell’organico, poco più di 200
addetti, destinati però a crescere gradualmente i prossimi giorni. Cgil,
Cisl e Uil hanno preannunciato che verrà fatto un controllo costante
delle condizioni di lavoro per garantire che siano assicurate le misure
di massima sicurezza per i dipendenti.
Piaggio Aerospace: da lunedì 300 lavoratori tornano in fabbrica, proclamate 8 ore di sciopero
Una settimana
di chiusura decisa anche per sanificare gli ambienti, ma da lunedì si
torna in fabbrica. Non tutti però. Il ritorno allo stabilimento Piaggio
Aerospace di Villanova d’Albenga è per 300 lavoratori. Altri proseguono
la quarantena dopo che era stato scoperto un caso di Covid. Il prefetto
di Savona Antonino Cananà ha autorizzato l’apertura dell’azienda con una
minima parte di personale, in
particolare quello dedicato alle attività legate ai clienti istituzionali delle forze armate. Una decisione che tuttavia non è stata digerita dalle organizzazioni sindacali che per lunedì hanno proclamato 8 ore di sciopero nel sito produttivo villanovese. «Il decreto del governo – spiegano Gianni Mazziotta (Uilm), Andrea Mandraccia (Fiom) e Christian Venzano (Fim) - ha consentito le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa comprendendole tra quelle ritenute di rilevanza strategica per l’economia nazionale previa autorizzazione del prefetto territorialmente competente. Per questa ragione abbiamo scritto al prefetto chiedendo di sospendere le attività fino al 3 aprile. Questo anche in considerazione della straordinaria gravità della situazione nonché le fortissime e più che legittime apprensioni dei lavoratori». Ma la doccia fredda è arrivata dopo che nel confronto tra governo e parti sociali lo scorso 25 marzo è stato modificato l’elenco delle attività che possono continuare ad operare. Per questa ragione il Mise e il ministero della Difesa hanno scritto alla Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza chiedendo che le aziende del settore si concentrino esclusivamente sulle attività maggiormente strategiche. «Nonostante le nostre richieste le aziende del settore sono state autorizzate a continuare le proprie attività. Situazione- sottolineano i sindacalisti – che non ci piace perché vogliamo continuare ad affermare che la salute dei lavoratori e dei propri familiari viene prima di ogni ragione di carattere economico».
particolare quello dedicato alle attività legate ai clienti istituzionali delle forze armate. Una decisione che tuttavia non è stata digerita dalle organizzazioni sindacali che per lunedì hanno proclamato 8 ore di sciopero nel sito produttivo villanovese. «Il decreto del governo – spiegano Gianni Mazziotta (Uilm), Andrea Mandraccia (Fiom) e Christian Venzano (Fim) - ha consentito le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa comprendendole tra quelle ritenute di rilevanza strategica per l’economia nazionale previa autorizzazione del prefetto territorialmente competente. Per questa ragione abbiamo scritto al prefetto chiedendo di sospendere le attività fino al 3 aprile. Questo anche in considerazione della straordinaria gravità della situazione nonché le fortissime e più che legittime apprensioni dei lavoratori». Ma la doccia fredda è arrivata dopo che nel confronto tra governo e parti sociali lo scorso 25 marzo è stato modificato l’elenco delle attività che possono continuare ad operare. Per questa ragione il Mise e il ministero della Difesa hanno scritto alla Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza chiedendo che le aziende del settore si concentrino esclusivamente sulle attività maggiormente strategiche. «Nonostante le nostre richieste le aziende del settore sono state autorizzate a continuare le proprie attività. Situazione- sottolineano i sindacalisti – che non ci piace perché vogliamo continuare ad affermare che la salute dei lavoratori e dei propri familiari viene prima di ogni ragione di carattere economico».
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