Ma quando si partirà?
«Non è come girare la chiave e accendere la macchina. Il virus è qui per restare, non sparirà, resteranno dei cluster fino a quando verrà somministrato il vaccino. Si parla di 12/15 mesi e il nostro Paese ogni mese perde almeno 100 miliardi di euro. Per questo bisogna riprendere a lavorare dove e quando si può con tutte le cautele, le protezioni possibili e appunto una granularità sofisticata con l’utilizzo di tecnologie avanzate».
E cioè, come aveva detto, under 55 al lavoro, over 65 protetti e fascia di mezzo con rientro graduale?
«Anche. Ma i nuovi test immunitari, urgentissimi, consentiranno di divedere la popolazione tra chi è immune, e può tornare al lavoro e per esempio portare la spesa agli anziani. Chi è malato e resta in quarantena, insieme a chi ha frequentato. E ancora chi è più a rischio, anche per l’età ma non solo, e chi lo è meno».
Lei ha detto che a settembre devono essere aperte tutte le imprese che lo erano a febbraio. Il governo sta facendo tutto il necessario?
«Le azioni messe in campo sono meritorie ma il punto è metterle in atto nel concreto. La cassa integrazione è una ottima azione, ma se poi i soldi non arrivano il 27 del mese e devono anticiparli le aziende che nel frattempo non fatturano e non incassano, allora è gravissimo»
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