mercoledì 1 aprile 2020

pc 1 aprile - India - dopo l'appello di Arundhathi Roy per i prigionieri politici ora in italiano sul blog 31 marzo, ne arriva un altro

da  New epoch

INDIA – Giornata internazionale dei prigionieri politici

Le prigioni in India sono sovraffollate. Ai prigionieri viene negato l'accesso ad avvocati e consulenti e il rispetto di qualsiasi protezione legale. Il 70% dei detenuti è in detenzione preventiva, cioè ancora non hanno subito condanne. È il più alto tasso di detenuti in attesa di giudizio al mondo: sono 300.000 su 418.000!
Le prigioni in Uttar Pradesh sono un chiaro esempio di sovraffollamento: nel 2014 c'erano 88.000 prigionieri e due anni dopo, nel 2016 il numero saliva a 133.349. Sono sovraffollati fino al 67%. Il 60% dei prigionieri detenuti "in custodia", appartiene ai ceti più bassi.
Sebbene siano state ufficialmente abolite nel 1995, le punizioni corporali sono comuni nelle carceri. Per torturare i prigionieri si usano mezzi medievali come le frusta.
La percentuale di donne detenute è del 4%. Ma negli stati di Bihar, Jharkand e Chhatisgarh, la
statistica delle donne detenute sale tra il 14 e il 18%. È bene e utile ricordare che in questi tre stati il PCI (maoista) è particolarmente attivo!
Nelle carceri indiane ci sono oltre 1.800 minori che crescono nelle celle senza avere accesso all'istruzione.
Dei prigionieri, oltre 10.000 sono rivoluzionari e comunisti. Tra il 2008 e il 2014 erano 13.657 quelli incarcerati per "maoismo". La maggior parte di loro sono contadini poveri senza terra che semplicemente sostengono il movimento rivoluzionario o non hanno alcun legame con il PCI (maoista).
Tutti sono incriminati con false accuse tenerli in carcere, ma in molti casi ciò non è nemmeno necessario per giustificare la detenzione dato nello stato indù vice la "Legge di prevenzione sulle attività illegali" (il famigerato UAPA, Unlawful Activities Prevention Act, ndt) per la quale si può essere incriminati per qualsiasi le attività diretta contro lo Stato indiano, se indicate come potenziale pericolo la '"integrità" e "sovranità" dello stato indiano. È una legge di eredità coloniale che proibisce qualsiasi sostegno al PCI (maoista) e ai combattenti rivoluzionari. In forza di questa legge sono stati arrestati medici che hanno fornito assistenza medica nelle aree liberate, in diversi stati il "Fronte Democratico Rivoluzionario" (RDF) è stato nesso al bando e ai loro sostenitori internazionali è stato vietato l'ingresso nel paese.
Dunque è facile per lo stato imprigionare chiunque sia ritenuto un pericolo per sé, nel tentativo di isolare rivoluzionari e comunisti.
Ma, anche se la situazione dei prigionieri politici sembra disperata, proprio nelle carceri in i combattimenti continuano a essere fortemente uniti e a opporre resistenza. Ad esempio, nel 2016 ci sono state due rivolte nei carceri dell'Uttar Pradesh, dove i prigionieri hanno preso in ostaggio un direttore della prigione e picchiato un vicedirettore. Le richieste dei prigionieri erano di non essere più pestati e torturati e che fosse fornita un’alimentazione migliore. Gli scioperi della fame sono un'altra forma di lotta organizzata. A fine gennaio 2014, centinaia presero parte a uno sciopero della fame, richiedendo la concessione della libertà su cauzione, processi rapidi e giusti.
Come già detto, il solo sospetto di "maoismo", è sufficiente per essere arrestati. E gli arresti sono in costante aumento. In media sono 2276 l'anno, quasi 200 al mese!
Un altro modo con cui lo stato indiano si accanisce con i prigionieri scarcerati sono le scarcerazioni lampo: appena rilasciati, i detenuti sono immediatamente riarrestati con accuse ancora più pesanti.
Ma per quanto duramente colpisca la loro repressione, l'imperialismo e il vecchio stato indiano non riescono a soffocare la giusta resistenza, né delle carceri né della guerra popolare!

Libertà per tutti i prigionieri politici in India!

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