da New epoch
INDIA – Giornata internazionale dei prigionieri politici
Le
prigioni in India sono sovraffollate. Ai prigionieri viene negato
l'accesso ad avvocati e consulenti e il rispetto di qualsiasi
protezione legale. Il 70% dei detenuti è in detenzione preventiva,
cioè ancora non hanno subito condanne. È il più alto tasso di
detenuti in attesa di giudizio al mondo: sono 300.000 su 418.000!
Le
prigioni in Uttar Pradesh sono un chiaro esempio di sovraffollamento:
nel 2014 c'erano 88.000 prigionieri e due anni dopo, nel 2016 il
numero saliva a 133.349. Sono sovraffollati fino al 67%. Il 60% dei
prigionieri detenuti "in custodia", appartiene ai ceti più
bassi.
Sebbene
siano state ufficialmente abolite nel 1995, le punizioni corporali
sono comuni nelle carceri. Per torturare i prigionieri si usano mezzi
medievali come le frusta.
La
percentuale di donne detenute è del 4%. Ma negli stati di Bihar,
Jharkand e Chhatisgarh, la
statistica delle donne detenute sale tra il 14 e il 18%. È bene e utile ricordare che in questi tre stati il PCI (maoista) è particolarmente attivo!
statistica delle donne detenute sale tra il 14 e il 18%. È bene e utile ricordare che in questi tre stati il PCI (maoista) è particolarmente attivo!
Nelle
carceri indiane ci sono oltre 1.800 minori che crescono nelle celle
senza avere accesso all'istruzione.
Dei
prigionieri, oltre 10.000 sono rivoluzionari e comunisti. Tra il 2008
e il 2014 erano 13.657 quelli incarcerati per "maoismo". La
maggior parte di loro sono contadini poveri senza terra che
semplicemente sostengono il movimento rivoluzionario o non hanno
alcun legame con il PCI (maoista).
Tutti
sono incriminati con false accuse tenerli in carcere, ma in molti
casi ciò non è nemmeno necessario per giustificare la detenzione
dato nello stato indù vice la "Legge di prevenzione sulle
attività illegali" (il famigerato UAPA, Unlawful Activities
Prevention Act, ndt) per la quale si può essere incriminati per
qualsiasi le attività diretta contro lo Stato indiano, se indicate
come potenziale pericolo la '"integrità" e "sovranità"
dello stato indiano. È una legge di eredità coloniale che proibisce
qualsiasi sostegno al PCI (maoista) e ai combattenti rivoluzionari.
In forza di questa legge sono stati arrestati medici che hanno
fornito assistenza medica nelle aree liberate, in diversi stati il
"Fronte Democratico Rivoluzionario" (RDF) è stato nesso al
bando e ai loro sostenitori internazionali è stato vietato
l'ingresso nel paese.
Dunque
è facile per lo stato imprigionare chiunque sia ritenuto un pericolo
per sé, nel tentativo di isolare rivoluzionari e comunisti.
Ma,
anche se la situazione dei prigionieri politici sembra disperata,
proprio nelle carceri in i combattimenti continuano a essere
fortemente uniti e a opporre resistenza. Ad esempio, nel 2016 ci sono
state due rivolte nei carceri dell'Uttar Pradesh, dove i
prigionieri hanno preso in ostaggio un direttore della prigione e
picchiato un vicedirettore. Le richieste dei prigionieri erano di non
essere più pestati e torturati e che fosse fornita un’alimentazione
migliore. Gli scioperi della fame sono un'altra forma di lotta
organizzata. A fine gennaio 2014, centinaia presero parte a uno
sciopero della fame, richiedendo la concessione della libertà su
cauzione, processi rapidi e giusti.
Come
già detto, il solo sospetto di "maoismo", è
sufficiente per essere arrestati. E gli arresti sono in costante
aumento. In media sono 2276 l'anno, quasi 200 al mese!
Un
altro modo con cui lo stato indiano si accanisce con i prigionieri
scarcerati sono le scarcerazioni lampo: appena rilasciati, i detenuti
sono immediatamente riarrestati con accuse ancora più pesanti.
Ma
per quanto duramente colpisca la loro repressione, l'imperialismo e
il vecchio stato indiano non riescono a soffocare la giusta
resistenza, né delle carceri né della guerra popolare!
Libertà
per tutti i prigionieri politici in India!
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