CHE SPETTACOLO INDECOROSO!
Che la politica sia una cosa dalla quale è meglio, se è possibile,
stare alla larga è un dato assodato: i partiti borghesi hanno dato
amplissima prova di rappresentare soltanto se stessi ed i padroni, del
resto della popolazione se ne infischiano.
L’ennesimo episodio che dimostra la veridicità di quanto sopra
affermato si consuma nel Consiglio comunale di Torino, dove i sedicenti
“facenti le veci del popolo” bocciano l’idea di devolvere parte
dell’appannaggio per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
A darne notizia è l’edizione telematica locale del quotidiano
la Repubblica di sabato ventotto marzo,
con un pezzo, firmato Diego Longhin, dal titolo: «Torino: i consiglieri comunali litigano, niente gettone per l’emergenza Coronavirus».
con un pezzo, firmato Diego Longhin, dal titolo: «Torino: i consiglieri comunali litigano, niente gettone per l’emergenza Coronavirus».
In sostanza, la maggioranza dei consiglieri ha respinto la proposta –
di Eleonora Artesio (Torino in Comune-La Sinistra) e Deborah Montalbano
(Democrazia è Autonomia) – di devolvere un gettone di presenza,
centoventi Euro, alla lotta contro la pandemia.
Già questo è il segno dell’assoluto menefreghismo di taluni
personaggi per le sofferenze patite dalla popolazione: ma c’è anche chi
non riesce a trattenersi, e a questa vergogna aggiunge quella della
motivazione indegna di tale gesto.
La palma del peggiore, in questo caso, spetta al consigliere
Raffaele Petralulo, della lista civica Sicurezza e Legalità ed ex
esponente dipietrista, che sottolinea come spesso i nominati in Sala
rossa abbiano l’appannaggio come unico reddito.
Eh già, poverini: una seduta alla settimana fanno quattrocentottanta
Euro al mese: a questi vanno sommati i numerosi benefit di cui godono, e
le somme che percepiscono per le loro attività nelle varie commissioni.
In totale la cifra che intasca mensilmente un “rappresentante del
popolo” dell’assemblea elettiva in questione ammonta ad alcune migliaia
di Euro: a noi pare che la cifra richiesta sia irrisoria in rapporto ai
loro introiti.
Per finire occorre segnalare che esiste anche chi – segnatamente
Valentina Sganga, capogruppo del Movimento 5 Stelle – in luogo di fare
un piccolissimo sacrificio individuale propone di tagliare i fondi di
funzionamento dei gruppi consiliari.
In questo modo, il politicante non perderebbe neanche un Euro, e
scaricherebbe gli irrisori costi di questa operazione di pura facciata
sulle spalle dei dipendenti comunali distaccati presso gli uffici dei
partiti: una furbata indecente.
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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