lunedì 30 marzo 2020

pc 30 marzo - Torino - mentre impazza il coronavirus la miseria del consiglio comunale

una corrispondenza

CHE SPETTACOLO INDECOROSO!

Che la politica sia una cosa dalla quale è meglio, se è possibile, stare alla larga è un dato assodato: i partiti borghesi hanno dato amplissima prova di rappresentare soltanto se stessi ed i padroni, del resto della popolazione se ne infischiano.
L’ennesimo episodio che dimostra la veridicità di quanto sopra affermato si consuma nel Consiglio comunale di Torino, dove i sedicenti “facenti le veci del popolo” bocciano l’idea di devolvere parte dell’appannaggio per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
A darne notizia è l’edizione telematica locale del quotidiano la Repubblica di sabato ventotto marzo,
con un pezzo, firmato Diego Longhin, dal titolo: «Torino: i consiglieri comunali litigano, niente gettone per l’emergenza Coronavirus».
In sostanza, la maggioranza dei consiglieri ha respinto la proposta – di Eleonora Artesio (Torino in Comune-La Sinistra) e Deborah Montalbano (Democrazia è Autonomia) – di devolvere un gettone di presenza, centoventi Euro, alla lotta contro la pandemia.
Già questo è il segno dell’assoluto menefreghismo di taluni personaggi per le sofferenze patite dalla popolazione: ma c’è anche chi non riesce a trattenersi, e a questa vergogna aggiunge quella della motivazione indegna di tale gesto.
La palma del peggiore, in questo caso, spetta al consigliere Raffaele Petralulo, della lista civica Sicurezza e Legalità ed ex esponente dipietrista, che sottolinea come spesso i nominati in Sala rossa abbiano l’appannaggio come unico reddito.
Eh già, poverini: una seduta alla settimana fanno quattrocentottanta Euro al mese: a questi vanno sommati i numerosi benefit di cui godono, e le somme che percepiscono per le loro attività nelle varie commissioni.
In totale la cifra che intasca mensilmente un “rappresentante del popolo” dell’assemblea elettiva in questione ammonta ad alcune migliaia di Euro: a noi pare che la cifra richiesta sia irrisoria in rapporto ai loro introiti.
Per finire occorre segnalare che esiste anche chi – segnatamente Valentina Sganga, capogruppo del Movimento 5 Stelle – in luogo di fare un piccolissimo sacrificio individuale propone di tagliare i fondi di funzionamento dei gruppi consiliari.
In questo modo, il politicante non perderebbe neanche un Euro, e scaricherebbe gli irrisori costi di questa operazione di pura facciata sulle spalle dei dipendenti comunali distaccati presso gli uffici dei partiti: una furbata indecente.

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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