Da qualche giorno è in funzione un'applicazione della Polizia affinchè le donne che subiscono violenze, e che oggi sono molto più a rischio per la convivenza forzata in casa, possano denunciarle.
Ma questa misura rischia di essere da un lato drammaticamente inutile, dall'altro fortemente ambigua.
Inutile, perchè tante donne hanno già sperimentato come la Polizia NON prenda in considerazione le loro denunce. E andavano direttamente negli uffici delle questure o dei carabinieri a farle..! Non si contano i casi di femminicidi avvenuti dopo anche 2/3 denunce rimaste nei cassetti. Ora che garanzia le donne possono avere che con una semplice segnalazione on line la polizia si attivi?
Quale garanzia se, come settimane scorse è avvenuto a Taranto, da un lato si invita a segnalare e dall'altro dei giudici mandano agli "arresti domiciliari", quindi a convivere con la moglie, un uomo che aveva tentato di uccidere la moglie?
Ambigua, perchè questa possibilità di segnalazione si aggiunge alle altre tipologie di segnalazione (dallo spaccio di stupefacenti davanti alle scuole, al bullismo, ecc.), già previste in questa app. e che sono all'insegna di mobilitare i cittadini a farsi parte attiva nella politica securitaria, nel clima di controllo repressivo, che è tutto l'opposto di un clima attivo di solidarietà.
Questo lo stiamo sperimentando proprio in questo periodo di coronavirus, in cui alcuni settori di cittadini, per fortuna molto ristretti e per lo più di destra, si "premurano" di fotografare, di segnalare alla polizia, se mai al canto dell'Inno di Mameli, il passante che attraversa la strada, il vicino di casa che è uscito, ecc.
La questione principale è invece che "chiuseincasa" non può valere per le donne. Non possono stare ognuna isolata. L'unica difesa è nell'unità/solidarietà tra le donne. Anche in questi giorni.
MFPR
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