mercoledì 1 aprile 2020

pc 1 aprile - Che ognuno socializzi la sua esperienza e si attivi per organizzarsi insieme agli altri e pretendere

DA UNA LETTERA DA MILANO

Car* compagn*,
tra le tante emergenze mal gestite dal Governo italiano di questi giorni, una che ho vissuto in prima
persona e che pertanto voglio denunciare è quella relativa al rientro dei cittadini residenti in Italia e, per svariati motivi, bloccati all'estero.
Andando per ordine: l'8 marzo sono partito per Cuba per un viaggio studio programmato già da mesi e lì sono rimasto fino al 22 marzo quando ho avuto modo di prendere il mio volo di rientro con scalo a Madrid. Ma mentre il volo di ritorno da Cuba con una compagnia aerea spagnola è partito regolarmente, il volo da Madrid a Milano Orio al Serio, acquistato prima dell'emergenza, era stato cancellato il 9 marzo all'indomani del primo Decreto di blocco della Lombardia (quando tuttavia in Spagna non vi era ancora alcuna emergenza). Con il rapido aggravarsi della crisi sanitaria e la progressiva chiusura delle frontiere tra Italia e Spagna e tra Italia e altri Paesi europei e non solo, la mia situazione e credo quella di tantissimi altri turisti e viaggiatori italiani è diventata sempre più incerta e angosciante per quel che riguarda le modalità di ritorno a casa.
Per "fortuna" il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio il 15 marzo dichiara: "Faremo rientrare tutti italiani bloccati all'estero. Voli di linea o navi".
Tutto a posto? Per niente, da quel momento inizia la mia odissea, ma anche di altri centinaia di
cittadini italiani all'estero.
Anch'io come tanti, da L'Avana, provo a contattare l'ambasciata italiana in Spagna, che mi risponde
sconsigliandomi di passare dalla Spagna e di rivolgermi alla compagnia aerea Alitalia per trovare soluzioni alternative. Peccato però che i costi dei voli Alitalia diretti per l'Italia (senza quindi passare per Madrid), in quel momento raggiungevano il costo di quasi 2000 euro!, cioè 5 volte di più il prezzo normale di un volo diretto in questa stagione dell'anno.
Provo a reinterrogare l'Ambasciata italiana sulla faccenda, aggiungendo che mi sembra ingiusto che una situazione così imprevedibile e tragica come una pandemia sia scaricata dal punto di vista economico sui singoli viaggiatori, che certi prezzi non sembrano giustificati (e lasciano il sospetto che l'Alitalia voglia approfittare della situazione e dello stato di bisogno di noi viaggiatori per imporre prezzi fuori controllo), e che se proprio è così sconsigliato passare dalla Spagna in piena pandemia, la Farnesina dovrebbe mettere a disposizione dei voli gratuiti o a prezzi più ragionevoli. La risposta che ricevo è tuttavia uguale alla precedente: “rivolgersi alle compagnie aeree”, tradotto nel mio italiano... “arrangiatevi!”. Ma il Ministro non si era impegnato a farci rientrare?
La maggior parte delle compagnie aeree (non solo italiane) nel frattempo - indifferenti al destino di tutti i loro passeggeri con in mano un biglietto già acquistato e che contano su di loro per rientrare a casa – fanno il c... che vogliono e via via che le frontiere si chiudono cancellano i loro voli (forse perchè, vista la situazione internazionale, viaggerebbero semi-vuoti cosa che a delle imprese private non conviene? A pensar male si fa peccato... ); altre, come Alitalia, garantiscono un solo volo al giorno ma a prezzi da strozzinaggio.
Il 22 marzo - non potendo seguire il “premuroso” consiglio della nostra Ambasciata - sono quindi obbligato a partire per Madrid; da lì prendo l'unico volo giornaliero Alitalia per l'Italia Madrid-Roma acquistato a 6 volte il prezzo del mio precedente volo cancellato. Essendo l'unico volo per l'Italia ovviamente l'aereo è pieno di passeggeri. Una redistribuzione dei passeggeri su più voli non avrebbe evitato questa concentrazione di persone così poco “raccomandabile” dal punto di vista sanitario? Il Ministro Di Maio, nella sua dichiarazione di impegno a far rientrare gli italiani bloccati all'estero, ha quindi dimenticato di aggiungere "... a spese loro e a loro rischio e pericolo".
Tutto qui? Magari! Come Ulisse che quando pensa di essere vicino alla sua Itaca subisce sempre qualche scherzetto da parte degli “Dei superiori” che gli rallentano e gli complicano il cammino, così lo Stato italiano sembra fare di tutto per rendere più difficile e rischioso il rientro mio di altri viaggiatori diretti a Milano.
All'aereoporto di Fiumicino, tutti i passeggeri appena sbarcati vengono fatti confluire in un'aerea ristretta di controllo per compilare le famose “autocertificazioni”; solo dopo parecchi minuti polizia e personale interno si rendono conto che quella situazione non permette affatto di mantenere la distanza minima di sicurezza di un metro.
Nello stesso giorno non vi sono più, perchè cancellati, nè treni nè aerei per Milano. Ogni viaggiatore deve arrangiarsi come può (a proprie spese) per passare la notte a Roma. Per il mattino dopo io previdentemente ho già in mano la prenotazione di un treno Italo per Milano. Ma la sera stessa con una mail la compagnia ferroviaria mi avvisa che la mia corsa è stata cancellata. Il costo del biglietto mi verrà “rimborsato” con un loro voucher da spendere in un anno e in un'unica soluzione. (della serie “voglio vincere facile”). L'altra compagnia, Trenitalia, ha l'unico Frecciarossa della giornata non cancellato con tutti i posti esauriti.
Il mattino dopo alla stazione Termini mi accorgo di non essere il solo viaggiatore rimasto all'improvviso a terra e senza sapere come fare per rientrare a casa. La Polizia di Stato lì in servizio non offre alcuna soluzione ma richiede con insistenza di compilare un'altra autocertificazione ricordando l'obbligo di quarantena e il divieto “per Decreto” di permanere in Comuni diversi dal proprio. Ossia “ti ordino di tornare a casa ma non so dirti come puoi farlo”.
Con fatica , insieme ad altri compagni di sventura diretti a Milano, capiamo che l'unica soluzione è quella di provare a risalire verso il Nord Italia prendendo dei treni Regionali, scommettendo tra quelli che ancora non sono stati cancellati e pregando che non vengano cancellati nell'intento, tra un cambio di treno e l'altro (cosa che puntualmente accade, con il cambio numero 2, costringendoci a un'ulteriore slalom tra le Regioni del centro-nord Italia).
Alla fine della giornata, per arrivare a destinazione, alle ore 21, i treni presi sono stati 4 e mi ritengo fortunato: potevo doverne prendere di più, potevo dover passare la nottata in qualsiasi posto lungo la strada. Prima di uscire dalla Stazione centrale di Milano, le Forze dell'Ordine presenti mi hanno invitato a compilare la mia terza autocertificazione, l'unico atto di reale “presenza” dello Stato tra tutti quelli annunciati dal Ministro Di Maio nelle operazioni di “agevolare” il rientro degli italiani bloccati all'estero da parte della Farnesina.

A conclusione di questa odissea mi chiedo: ma chi deve andare in quarantena? I mezzi di trasporto o gli esseri umani? Perchè lo Stato lascia che queste compagnie di trasporto private irresponsabilmente cancellino all'improvviso treni e aerei quando ci sono ancora centinaia (forse migliaia) di persone che devono ancora raggiungere i propri luoghi di residenza per mettersi in sicurezza (come vuole il decreto) dentro le loro case? Perchè il Governo non garantisce il servizio pubblico dei trasporti ferroviari e aerei e non impone delle condizioni di solidarietà e di utilità sociale, evitando cancellazioni scriteriate e tariffe non regolate, alle compagnie private che lo gestiscono nel mezzo dell'emergenza? Perchè il Ministro degli Esteri permette che si scarichino sui viaggiatori tutti i disagi e i costi di questa crisi e di fatto, malgrado le roboanti dichiarazioni a mezzo stampa, li abbandona a se stessi in una situazione così straordinaria e pericolosa?
Perchè si è permesso a noi viaggiatori di errare da Regione a Regione, saltando da un treno all'altro, da un aereo all'altro, assumendo involontariamente quindi proprio quei comportamenti che mettono in pericolo la propria e altrui salute in piena pandemia?
Io personalmente presenterò un esposto contro il Ministero degli Affari Esteri affinchè risponda di questa organizzazione inefficiente dei rientri dall'estero, della distanza tra quanto annunciato e quanto davvero realizzato, dei rischi sanitari fatti correre a me come ad ogni cittadino italiano nel viaggio di ritorno e di tutte quelle spese aggiuntive che si è dovuto sostenere (a vantaggio delle Compagnie aeree e ferroviarie) per una situazione imprevista come questa, di cui non si ha nessuna responsabilità.
Chiunque abbia vissuto la mia stessa esperienza tornando dall'estero e voglia agire nella stessa forma prenda contatti con me all'indirizzo giuspalatrasio@yahoo.it.
Grazie compagn* - Giuseppe - Milano

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