lunedì 30 marzo 2020

pc 30 marzo - DOPO IL PRIMO OPERAIO CONTAGIATO, OGGI LO SLAI COBAS SC ALL'ARCELORMITTAL E ALL'APPALTO TARANTO

Lo Slai cobas sc, soprattutto dopo il caso di contagio da coronavirus di un operaio venerdì scorso, non poteva mancare alla fabbrica, per portare orientamento, le indicazioni necessarie, e le nostre iniziative in corso, pur in questa situazione di difficoltà/divieti a muoversi. 
Le locandine che riportiamo sotto e affisse a tutte le portinerie - A, D e Ditte - sia all'esterno che nelle bacheche interne chiariscono la strada necessaria a difendere la salute e la vita e a contrastare gli assurdi numeri di operai in fabbrica della Prefettura che vanno solo incontro agli interessi di Mittal di proseguire comunque la produzione. 
Vari operai denunciano che a livello di misure di sicurezza in alcuni reparti - e tra l'altro proprio quelli impegnati nei servizi di pulizia, già di per sè a rischio infezioni - le mascherine ricevute sono quelle usa e getta, non certo quelle regolamentari per difendersi dal contagio coronavirus. 
Per quanto riguarda la presenza in fabbrica sta succedendo l'assurdo che reparti prima del coronavirus erano stati messi in cassintegrazione e ora, invece, devono lavorare sempre. 
Certo, in generale un parte di operai è stata posta in cassintegrazione a rotazione per una settimana,
ma sono sempre troppi gli operai che restano in fabbrica. Tra l'altro la maggiorparte dei normalisti sono stati passati a turnisti e quindi questo oggettivamente aumenta il numero di operai che nello stesso turno stanno e e si muovono in fabbrica.
Alle ditte dell'appalto sembrano ancor meno gli operai mandati a casa, e qui il problema principale è la non possibilità del rispetto delle distanze; all'entrata e all'uscita si formano inevitabilmente assembramenti di operai soprattutto alle portinerie interne, per non parlare dei pulmann interni che per esempio oggi in generale arrivavano pieni. 
Ma su queste inadempienze, a parte la scontata denuncia delle decisioni (del prefetto e AM) di lasciare in fabbrica ben 5.500 operai tra diretti e appalto, la denuncia più forte è verso i sindacati in fabbrica, i delegati. 
Questi semplicemente sono assenti - dicono gli operai - i delegati non ci sono nè si possono contattare, quando invece dovrebbero essere molto più presenti per intervenire di fronte alle decine di irregolarità e messa a rischio salute che gli operai vivono ogni giorno. 
Il 25 marzo solo Usb e Fim hanno dichiarato lo sciopero ma solo per il primo turno. Poi spariti. 
Di fatto sta succedendo: sindacati dal Prefetto, operai in fabbrica a lavorare con la paura. 






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