martedì 31 marzo 2020

pc 31 marzo - EDITORIALE - E' LA CLASSE OPERAIA CHE MUOVE IL PAESE - VE NE SIETE ACCORTI BORGHESI E PICCOLO BORGHESI?

Questa crisi, la cui punta di iceberg è l'emergenza coronavirus ma che ha le sue profonde radici nella putrefazione dell'imperialismo, nel "semplice" fatto (analizzato da Marx, da Lenin, ma che analisti e scienziati borghesi continuano a non voler vedere anche ora) che il capitalismo è da tanto tempo che non può più sviluppare le forze produttive ma solo distruggerle, ha un oggettivo "pregio": sta riportando al centro la classe operaia e il proletariato; sta mostrando che senza il lavoro degli operai, senza le fabbriche aperte tutta l'economia va a terra.

I padroni sono in tilt, pur di continuare a sfruttare gli operai, ad estrarre dal loro lavoro plusvalore per i propri profitti dicono che "il sole è freddo", che produrre armi è un "servizio essenziale", come produrre tubi o auto, ecc.ecc; così come sono disposti a trasformarsi in prestigiatori: e vediamo riconversioni produttive fatte in tempi record (quando prima se lo chiedevano i movimenti di lotta era "impossibile") - perchè, come spiegava Marx, al capitale non interessa cosa produce, può produrre
anche merda, basta che da questo può ricavare profitti; se poi da questa riconversione a produzione per la sanità i capitalisti nostrani ne possono trarre anche "gloria e ringraziamenti", ben venga, tutto fa brodo...

Quindi, la classe operaia esiste eccome!? Non è stata soppiantata dalla marea di altri settori sociali...
Quindi la produzione, le fabbriche sono da dove tutto parte!?.
Se non c'è produzione, non c'è riproduzione, chiudono i servizi, a catena vanno in crisi tutti i settori della circolazione, va in crisi il terziario, le Banche, la Borsa, ecc. ecc. 

I padroni, il governo questo lo sanno bene - sono i borghesi, i piccolo borghesi, i suoi "intellettuali", fino ad arrivare a chi si dice rivoluzionario, che non lo vedono o lo nascondono. 
Questo è stato evidente nelle decisioni del governo su chiudere o non chiudere le fabbriche, quali fabbriche - con la lista dettata dalla confindustria. E' evidente che tutto si può chiudere, che tutte le persone possono essere messe nella case divenute carceri, si sono chiuse le scuole, ecc. ma le fabbriche no, gli operai no, devono comunque (mascherine non mascherine, con distanze di un metro, 50 cm, fianco a fianco...) andare a lavorare. 

Ma guarda caso è sempre la classe operaia che anche soggettivamente è entrata con forza al centro della scena, con i suoi scioperi, le decine di forme di protesta. Se possiamo lavorare, possiamo scioperare! E gli operai hanno mandato in crisi anche i signori dei sindacati confederali, che in alcuni casi hanno dovuti rincorrerli, ma che per frenarli hanno dovuto pure fare un protocollo - in larga parte copia e incolla dei Dpcm di Conte. 
E questi scioperi hanno preoccupato: si sa che quando gli operai si muovono scavalcando steccati e divieti, quando pretendono lavoro, salario, salute..., si sa come cominciano ma non si sa dove possono arrivare. 

Nella drammaticità di questa situazione del coronavirus, si sta, quindi, ponendo, a chi non ha paraocchi ideologici e politici, questo dato di chiarezza e verità.

Spetta ai comunisti, quelli che anche in questa emergenza continuano il loro lavoro nel cuore della lotta di classe in stretto legame con le masse, di utilizzare questa fase per dare più coscienza agli operai della loro centralità, del loro ruolo verso le masse popolari, per organizzarli e trasformare la lotta sindacale in lotta politica contro il sistema dei padroni, i loro stato, i loro governi.
Anche questa emergenza coronavirus mette in luce che le "soluzioni" non sono neutre ma ci sono le soluzioni della dittatura borghese e le soluzioni vere che attuerebbe la dittatura del proletariato.

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