mentre non rispetta neanche le misure di protezione
I lavoratori devono fermare questa macchina con l'azione collettiva che è lo sciopero!
Slai cobas per il sindacato di classe
Il decreto del prefetto di Taranto che ha imposto ad ArcelorMittal di sospendere l’attività produttiva ai fini commerciali dopo il decreto sull'emergenza Coronavirus scade domani e l’azienda ora chiede di «tornare a commercializzare l’acciaio prodotto, paventando che se questo non avverrà, potrebbe mettere in stand-by tutti gli impianti dello stabilimento». Lo riferiscono fonti sindacali dopo un incontro in videoconferenza tra il prefetto Demetrio Martino, sindacati confederali e sigle metalmeccaniche.
La videoconferenza alla quale hanno partecipato il prefetto di
Taranto Demetrio Martino e i sindacati ha riguardato il tema delle
presenze del personale in fabbrica e delle misure di contenimento dei
rischi di contagio del Coronavirus.
L’azienda ha fermato alcuni impianti, tra cui l’Acciaieria 1 e l’Altoforno 2, e sospeso da alcuni giorni i cantieri per i lavori previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Il decreto prefettizio che
scade domani consente comunque l'impiego di 3.500 lavoratori diretti e 2.000 dell’appalto nelle 24 ore.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito che occorre "ridurre drasticamente il numero di lavoratori» e hanno segnalato, a quanto si apprende, che in fabbrica «continuano a verificarsi assembramenti di persone e ci sono problemi anche per quanto riguarda la sanificazione dei luoghi di lavoro».
«E' emerso come sussista una sostanziale inosservanza delle norme specifiche in materia di distanze di sicurezza, di dotazione dei DPI (Dispositivi di protezione individuale) ai lavoratori e di sanificazione degli ambienti. La situazione registra punte di maggiore preoccupazione nella parte relativa alle aziende dell’indotto, ove le carenze sono ancora più evidenti, i dispositivi forniti non sono omologati».
MELUCCI: LAVORI ALL'AIA ERANO NECESSARI - «Un intero territorio le chiede di frenare le attività per preservare lavoratori e famiglie dai rischi di contagio da Covid-19, in un momento in cui tutto il Paese si ferma, e loro cosa fanno? Loro rispondono con lo stop agli unici lavori forse essenziali, perché collegati alla salute dei tarantini e al futuro di Taranto, quelli relativi all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), quelli che incidentalmente fanno sopravvivere qualche impresa locale».
Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, commentando la decisione adottata da qualche giorno da ArcelorMittal di sospendere i cantieri dei lavori previsti dall’Aia, nell’ambito delle misure di contenimento del contagio da Coronavirus.
«Più che una azienda che aspira a produrre acciaio - chiosa il primo cittadino - sembra che siamo in presenza di una premiata casa cinematografica, specializzata in commedie. Ormai si può solo ridere amaramente. Avranno degli strateghi che le suggeriscono come fiaccare il consenso di una intera comunità. Ci stanno riuscendo benissimo, sono sempre più isolati, sempre più contestati, sempre più inutili per Taranto».
«Approfittiamo - conclude il sindaco - per ringraziarli della ricerca che hanno annunciato di voler condurre a livello globale per maschere e ventilatori. Certo, ancora niente di concreto per Taranto. Certo, non sono le decine di milioni di sterline che da una dozzina di anni destinano sistematicamente al Grest Ormond Street Hospital di Londra, ma è pur sempre un inizio. Magari anche per Taranto».
I lavoratori devono fermare questa macchina con l'azione collettiva che è lo sciopero!
Slai cobas per il sindacato di classe
Il decreto del prefetto di Taranto che ha imposto ad ArcelorMittal di sospendere l’attività produttiva ai fini commerciali dopo il decreto sull'emergenza Coronavirus scade domani e l’azienda ora chiede di «tornare a commercializzare l’acciaio prodotto, paventando che se questo non avverrà, potrebbe mettere in stand-by tutti gli impianti dello stabilimento». Lo riferiscono fonti sindacali dopo un incontro in videoconferenza tra il prefetto Demetrio Martino, sindacati confederali e sigle metalmeccaniche.
L’azienda ha fermato alcuni impianti, tra cui l’Acciaieria 1 e l’Altoforno 2, e sospeso da alcuni giorni i cantieri per i lavori previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Il decreto prefettizio che
scade domani consente comunque l'impiego di 3.500 lavoratori diretti e 2.000 dell’appalto nelle 24 ore.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito che occorre "ridurre drasticamente il numero di lavoratori» e hanno segnalato, a quanto si apprende, che in fabbrica «continuano a verificarsi assembramenti di persone e ci sono problemi anche per quanto riguarda la sanificazione dei luoghi di lavoro».
«E' emerso come sussista una sostanziale inosservanza delle norme specifiche in materia di distanze di sicurezza, di dotazione dei DPI (Dispositivi di protezione individuale) ai lavoratori e di sanificazione degli ambienti. La situazione registra punte di maggiore preoccupazione nella parte relativa alle aziende dell’indotto, ove le carenze sono ancora più evidenti, i dispositivi forniti non sono omologati».
MELUCCI: LAVORI ALL'AIA ERANO NECESSARI - «Un intero territorio le chiede di frenare le attività per preservare lavoratori e famiglie dai rischi di contagio da Covid-19, in un momento in cui tutto il Paese si ferma, e loro cosa fanno? Loro rispondono con lo stop agli unici lavori forse essenziali, perché collegati alla salute dei tarantini e al futuro di Taranto, quelli relativi all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), quelli che incidentalmente fanno sopravvivere qualche impresa locale».
Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, commentando la decisione adottata da qualche giorno da ArcelorMittal di sospendere i cantieri dei lavori previsti dall’Aia, nell’ambito delle misure di contenimento del contagio da Coronavirus.
«Più che una azienda che aspira a produrre acciaio - chiosa il primo cittadino - sembra che siamo in presenza di una premiata casa cinematografica, specializzata in commedie. Ormai si può solo ridere amaramente. Avranno degli strateghi che le suggeriscono come fiaccare il consenso di una intera comunità. Ci stanno riuscendo benissimo, sono sempre più isolati, sempre più contestati, sempre più inutili per Taranto».
«Approfittiamo - conclude il sindaco - per ringraziarli della ricerca che hanno annunciato di voler condurre a livello globale per maschere e ventilatori. Certo, ancora niente di concreto per Taranto. Certo, non sono le decine di milioni di sterline che da una dozzina di anni destinano sistematicamente al Grest Ormond Street Hospital di Londra, ma è pur sempre un inizio. Magari anche per Taranto».
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