Venerdì
scorso è esplosa la rabbia dei lavoratori dello stabilimento Ilva di
Novi Ligure i cui rappresentanti sindacali, dopo aver sollecitato
l’azienda ad attuare le necessarie misure preventive finalizzate al
diffondersi del virus Covid 19, nel tardo pomeriggio hanno dichiarato
sette giorni di sciopero a partire dalle ore 22 di quel giorno.
Nella stessa serata di venerdì 13 marzo c’è
stata la dichiarazione di sciopero a oltranza dei lavoratori dello
stabilimento Sct-Hme (ex Kme) di Serravalle Scrivia per protesta contro
la decisione dell’azienda di chiudere docce e spogliatoi quale
forma di prevenzione al diffondersi del Coronavirus senza attuare altre
misure per la salvaguardia dei lavoratori dello stabilimento di
Serravalle Scrivia dal contagio. All’uscita dal secondo turno di venerdì
scorso, poco dopo la dichiarazione di sciopero i
lavoratori dello stabilimento Sct-Hme hanno sfogato la loro rabbia per dire: «Chi lavora in fonderia non può andare a casa dopo un turno di lavoro senza aver fatto la doccia. Ci fermiamo, la salute prima di tutto».
lavoratori dello stabilimento Sct-Hme hanno sfogato la loro rabbia per dire: «Chi lavora in fonderia non può andare a casa dopo un turno di lavoro senza aver fatto la doccia. Ci fermiamo, la salute prima di tutto».
I delegati sindacali dell’ex Kme di
Serravalle hanno inserito nella dichiarazione di sciopero la
disponibilità delle maestranze a revocarlo appena sarebbero state
ricreate le condizioni per lavorare in sicurezza allo stabilimento
di Serravalle Scrivia e senza pericolo di contagio dal Covid 19.
Ieri pomeriggio allo stabilimento di
Serravalle Scrivia era ancora in atto lo sciopero. Situazione fluida,
suscettibile di sviluppi da un momento all’altro.
Allo stabilimento Ilva di Novi Ligure che è
in gestione ad Arcelor Mittal, la produzione dovrebbe riprendere alle
ore 15 di venerdì al reparto zincatura 4.
Ricapitoliamo quanto è accaduto nell’ultima
settimana: nella notte tra venerdì 13 e sabato 14 marzo, dopo la
dichiarazione di sette giorni di sciopero si sono protratte frenetiche
trattative tra i vertici italiani dell’azienda franco indiana e i
componenti della rappresentanza sindacale unitaria dello stabilimento.
Nella stessa notte l’azienda ha annunciato,
non senza sorprendere i lavoratori, il cambio
alla direzione dello stabilimento con il ritorno di Orlando Rotondi nel
ruolo che era stato suo sino al 2018 per prendere il posto di Livio
Grasso che sino a quella notte ricopriva il ruolo di direttore negli
stabilimenti di Novi Ligure e Genova Cornigliano.
Nel pomeriggio di sabato Rotondi era già nel
pieno delle sue ‘‘vecchie-nuove’’ funzioni e ha partecipato alla
riunione in collegamento telefonico protrattasi per quattro ore al
termine della quale i dirigenti dell’azienda e i delegati sindacali
hanno concordato una pulizia straordinaria con sanificazione di
spogliatoi, servizi igienici, mensa, uffici e ambienti di lavoro anche
più volte al giorno.
L’azienda ha congelato la richiesta di Cassa
integrazione ordinaria per carenza di ordini che avrebbe dovuto
iniziare il 30 marzo e interessare 130 lavoratori dello stabilimento di
Novi Ligure. È la ‘‘Cassa’’ per la cui applicazione i sindacalisti
avevano da tempo reso noto di non essere intenzionati a firmare
l’accordo.
Nonostante la revoca dello sciopero all’Ilva
di Novi la produzione non è ripresa e i lavoratori, tranne quelli
precettati per la salvaguardia degli impianti, sono stati in ferie con
possibilità che queste possano essere trasformate in Cassa integrazione
ordinaria per Covid 19 il cui accordo dovrebbe essere firmato lunedì. La
‘‘Cassa’’ sarà retroattiva.
L’acciaieria Cogne ripartirà con la produzione prima del previsto dopo lo stop per l’emergenza coronavirus
Non fidarsi delle assicurazioni dell'azienda - Slai cobas sc
AOSTA. La Cogne acciai speciali riparte il 23 marzo.
L’acciaieria aostana annuncia la riapertura spiegando di aver
«terminato la fase di sanificazione e verificato tutte le procedure di sicurezza messe in atto» rispetto all’emergenza coronavirus.
.. la Cogne adotterà «
un nuovo modello organizzativo che recepisce le disposizioni del protocollo siglato da ministero e organizzazioni di categoria al fine di garantire
standard più elevati di salute e sicurezza per i lavoratori». Tra questi ingressi scaglionati, speciali regole igieniche negli spazi comuni,
postazioni disinfettate tra un turno e l’altro. L’acciaieria sottolinea che «malgrado la criticità del momento,
l’azienda in tutto questo periodo è sempre stata operativa, garantendo continuità alle spedizioni e mantenendo l’abituale livello di servizio al mercato e le relazioni con i clienti».
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