Dall'inizio dell’emergenza 'coronavirus' ad oggi, circa 3.000 operatori sanitari sono stati contagiati. La causa. Personale
sanitario ridotto all'osso, infermieri e oss., continuamente spostati
nei reparti degli infetti senza nessuna o con inadeguate
protezioni; informazioni e formazione caotiche, discontinue e
contraddittorie, emanazione di continue linee guida che modificano i
dispositivi necessari per il contatto con pazienti affetti
da 'coronavirus'. Questa, la fotografia di una gestione sanitaria che
non ha saputo assolvere al suo compito: tutelare la salute pubblica,
curare e, sopratutto, prevenire e garantire la sicurezza di tutti i
lavoratori e le lavoratrici. Sapevano, perché lo
scempio della sanità è
opera di politici, presidenti di Regioni, amministratori e aree vaste,
che occorreva tener buoni i lavoratori. Ieri hanno tentato di utilizzare
la carta del paternalismo “onore agli angeli”, oggi di fronte alle
numerose manifestazioni che sempre più emergono, attraverso lettere,
prese di posizione, contestazioni, denunce, per come lavoratori/trici
sono costretti a lavorare, sotto organico e senza adeguati dispositivi
di protezione, arrivano le minacce di vario tipo fino al licenziamento,
come è accaduto alle lavoratrici dell'ospedale di Livorno, reintegrate
per la solidarietà e il sostegno espressi nei loro confronti.
Nessun lavoratore, nessuna lavoratrice, devono essere toccati!
Il grande sforzo del personale sanitario deve fare i conti con una carenza oggettiva; solo in Toscana mancano 857 medici e 21.216 infermieri, che vuol dire un'assistenza ridotta all’osso. La Regione Toscana in questa anni si è fatta bella con lo slogan “mettere il paziente al centro del sistema”.
Di quale sistema parlano? I malati da 'coronavirus' sono pazienti
particolari, perché obbligati a un “isolamento coatto” che li separa
completamente dai propri cari, preoccupati per la loro vita e per le
loro famiglie. Un legame che viene spezzato improvvisamente con gli
operatori sanitari che restano l’unico ponte tra loro e l’esterno. Non
si tratta solo di curarli, ma di colmare questo vuoto e questa paura.
Come è possibile poter lavorare in queste condizioni, accumulando oltre
alla fatica, lo stress, le ansie, la rabbia, per non poterli assistere
adeguatamente?
TUTELARE i lavoratori e le lavoratrici, negli ospedali e nei territori, significa non farli ammalare. GARANTIRE l’assistenza
ai pazienti significa mettere il personale nelle condizioni di fare il
loro lavoro al meglio. Se una cosa questa storia deve insegnare è che la
salute e la sicurezza non sono merci da essere subordinate alle leggi
del profitto.
Diversamente, la prossima volta potrebbe andare ancora peggio!
- Comitato per la sanità pubblica e contro il depotenziamento dell’Ospedale Versilia e dei servizi territoriali
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