stralci - condivisi dalla redazione
"...C'è un uso della questione “allerta infezione”, per instaurare un vero e proprio stato di polizia su tutto il territorio, rendendo illegale, criminalizzando... scioperi e manifestazioni... Non si può far finta di niente, anche perché, alla luce dei fatti, Stato e governo hanno dichiarato lo stato di emergenza per sei mesi, cioè fino al 31 luglio del corrente anno. In tal senso, basti vedere il DPCM dell’11 marzo scorso: “…Considerato che l’organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale; Vista la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale è stato dichiarato, per mesi sei, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili; ….”
Nei giorni scorsi, la classe operaia, con scioperi spontanei, così come pure i lavoratori di diversi settori, tra cui la sanità e le poste con le loro proteste, nonché i detenuti nelle carceri, con le loro rivolte, hanno insegnano soprattutto a quelle “avanguardie” sindacali, “rivoluzionarie e comuniste” che al primo accenno di repressione si sono ritratte, da buoni opportunisti piccolo-borghesi, boicottando finanche lo stesso sciopero delle donne proclamato, che ribellarsi alla dittatura borghese è giusto e necessario, costi quel che costi, soprattutto in tempi di “coronavirus” , in cui a pagare e a morire, come si continua a vedere, sono sempre le masse popolari.
E allora, cosa vogliamo fare? Stare zitti e buoni finché la borghesia non avrà deciso quando potremo uscire di prigione, mentre gli operai e i lavoratori continuano a morire sul lavoro, non solo per il coronavirus, ma per i profitti padronali, e i proletari continuano a morire anche per un’infezione che se isolata subito e con tutti i crismi, non sarebbe stata e non sarebbe letale neppure per la maggioranza delle persone anziane che ci hanno lasciato la pelle, tra l’altro senza poter avere il conforto dei propri cari.
Tutto questo è inaudito!...
Oggi è il coronavirus, domani sarà un’altra infezione o qualcos’altro. La borghesia in questo mese e mezzo, come si suole dire, ci ha toccato il polso, e andrà sempre peggio, se basta il terrorismo psicologico delle multe e denunce penali per metterci il bavaglio e fermare la lotta.
E’ tempo di gridare: ”IO NON CI STO!”, e non invece “IO RESTO A CASA”.
Mimma Sciortino -SLAI COBAS sc ed MFPR Palermo 20.03.2020
Nessun commento:
Posta un commento