Il primo dato
che ho potuto verificare è
questo: posti di blocco zero, controlli a
piedi zero, traffico ridotto, e si sta riducendo drasticamente, ma
anche tanti, in primis immigrati, senza tetto, balordi che devono
soddisfare le esigenze vitali per non impazzire, senza protezioni, ma
perchè non ci sono e quelle che si trovano in farmacia, quelle
chirurgiche costano 5 euro e quelle ffp2/3
60 euro (vi sono stati controlli della finanza, ma hanno visto la
"giustificazione" dei farmacisti che loro li "comprano" a prezzi
elevati). Questo pone il problema che immigrati e chi non ha niente, da un
lato è/sta diventando invisibile e dall'altro alimenta la canea razzista
(un senza fissa dimora è stato denunciato alla stazione di Lambrate,
perchè "non era al solito posto"), ma anche il fatto che il contagio anziché
fermarsi si allarga colpendo le fasce più deboli e marginali, a fronte
del fatto che tutte le strutture storiche di sostegno - Opera San Francesco, Pane quotidiano, Caritas - hanno quasi chiusi le proprie
attività e le uniche autorizzate sono quelle dirette dal Comune (bene ha
fatto Emergency ad aderire così come il circuito del Lambretta e Zam).
Oggi c'è la notizia
che un immigrato di un centro d'accoglienza di via Fantoli, in zona Mecenate è risultato positivo al Covid-19; nella struttura sono scattati subito i protocolli e le procedure di emergenza:
il ragazzo non ha avuto bisogno di essere ricoverato in ospedale
perché non grave, è in isolamento, come i compagni che dividevano
la stanza con lui.
La sanità non è calda, è bollente, un vulcano che sta pagando e pagherà un
costo altissimo, dove i
lavoratori sono "carne da
macello", Non vengono date soluzioni ma solo vaghe promesse. Questo lo dicono
le campagne oscene tipo "lettere di ringraziamento al lavoro a medici e
infermieri" in cui vengono postate foto di medici e infermieri in prima linea, mentre allo
stesso tempo si "scordano" che la sanità è fatto da tanti altri
lavoratori che sono anche loro in prima linea, e che come quelli in
"prima linea" lavorano, costretti, senza protezioni o scarse, esempio:le mascherine sono
fatte con i panni antipolvere e agli operatori vengono rifiutati i
tamponi di controllo.
E di fatto
aumentano i contagi ed anche i primi morti tra il personale sanitario. Di fatto con queste campagne
vogliono mettere in silenzio le grida di aiuto, le richieste di
ausili, una informazione chiara. Cose che non
denunciamo solo noi, ma che ci giungono da altri ospedali, ma che vedono purtroppo la quasi accettazione di farle solo via web, piattaforme
telefoniche o radio, e non farne invece, seguendo l'esempio degli
operai, un'arma di autorganizzazione e protagonismo dei lavoratori, di
assumersi la responsabilità di fare controinformazione e formazione.
All'Istituto Tumori vi è stato il caso di un paziente
ricoverato Covid-19 (ma anche di una infermiera contagiata),
ma la notizia non viene data ufficialmente. Perché? Forse non si vuole
correre il rischio di dover mettere tutto l'ospedale in quarantena e non di poter fare più assistenza ai pazienti oncologici, se prima non si attuano le necessarie misure per non diffondere il contagio? E come la
mettiamo che ci giunge voce che alcuni (uno, tanti... chi lo sa?) lavoratori, che lavorano anche negli appalti, possono essersi contagiati?
Ci è
giunta voce che la direzione ha "il braccino corto" nella distribuzione
degli ausili necessari e obbligatori secondo il TU sulla sicurezza, dicendo che manca il
rifornimento (ma sappiamo benissimo che il problema è di vecchia data e
l'abbiamo sempre denunciato), e poi dobbiamo sentirci dire da un
lavoratore che ha visto una pattuglia di carabinieri entrare in Istituto e "sequestrare" una pila di mascherine della postazione in
entrata. Loro devono essere tutelati e noi della sanità no? Dobbiamo poi
sentirci eroi ma essere trattati come agnelli sacrificabili? Noi non ci
stiamo.....
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