Per
capire la distanza tra la condizione reale nelle carceri e i governi,
le istituzioni, i ministri, facciamo riferimento alla recente
questione apertasi da una sentenza della Corte di Cassazione.
Giustamente
il commentatore del Corriere della Sera, Luigi Ferrarella, scrive:
“Può sembrare una barzelletta, è invece è una questione
tremendamente seria. Nei tre metri quadrati di spazio minimo in cella
si deve contare o no il letto?”. E da un quesito di questa natura
che dipende se un detenuto può essere considerato sottoposto a
tortura o no.
E il
letto si tira dietro il problema: “E’ a castello? A due o tre
piani”, “e l’armadio e il comodino?”.
Su
questo si “arrovella” la sezione unita della Corte cdi
Cassazione! Al fronte del tentativo del Ministero della Giustizia,
nelle mani attualmente dello sciagurato 5Stelle Bonafede che sta
opponendosi al risarcimento in una causa di un detenuto che fa
riferimento a ben altre dichiarazioni, quale quella della Corte
europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per trattamenti inumani
e degradati.
Insomma,
è inutile dilungarsi su questa vicenda, la realtà che siamo di
fronte a una situazione endemica di sovraffollamento che trasforma
effettivamente le carceri in luogo di degrado e tortura, a cui si
aggiunge il comportamento infame della guardie carcerarie che
amministrano in parti rilevanti, dai vertici all’ultimo aguzzino,
violenze e corruzioni, privilegi e mafie.
Il
parlamento è assente su questo. Le associazioni che si occupano dei
detenuti non hanno né sponda politica, né mediatica, come avveniva
nel passato. Tocca alle organizzazioni di solidarietà proletaria con
i detenuti politici e di lotta di estendere il loro raggio di azione
alla condizione detenzione generalizzata.....
Soccorso
rosso proletario
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