domenica 15 marzo 2020

pc 15 marzo - la risposta moderno fascista alla rivolta delle carceri

Più braccialetti per i buoni in condotta, oltre 1000 agenti penitenziari in più per tutti gli altri.

Da Repubblica

ROMA - Braccialetti elettronici per diminuire la popolazione carceraria, ovviamente garantendo l’uscita solo a chi ne ha già maturato i titoli. Braccialetti che sarà il neo commissario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri a reperire nel numero necessario. Contemporaneamente misure severe di controllo all’interno delle carceri attraverso termoscanner e isolamento degli eventuali malati in aree specifiche. Quanto agli uffici giudiziari un’ulteriore
proroga della chiusura che slitterebbe dal 22 marzo al 3 aprile (ma la data è ancora ballerina), lasciando invece ai singoli capi degli uffici (Corti di appello e Procure), previa verifica con le autorità sanitarie, ulteriori chiusure a seconda dell’emergenza virus, fino al 31 maggio, come disposto dal precedente decreto. Fatti salvi solo i processi civili urgenti (assegni di divorzio e minori) e penali (convalide di nuovi detenuti) che proseguiranno, ma solo in teleconferenza, ovunque è possibile.

Il Guardasigilli Alfonso Bonafede lavora in queste ore a un nuovo decreto legge per affrontare l’emergenza Covid-19 soprattutto dopo la rivolta nelle carceri che, nello scorso week end, ha coinvolto ben 27 penitenziari, danneggiando gravemente quello di Modena, al punto da renderlo del tutto inagibile. Solo per i danni il governo stanzierà in tutto, tra 2020 e 2021, 20 milioni di euro, in due tranche da 10 milioni per ciascun anno.

Ma è la novità dei braccialetti elettronici, trapelata in vista del consiglio dei ministri di domenica, quella che da un lato già solleva le proteste di Salvini - “Nessun regalo per chi ha creato sommosse, prima il governo si preoccupi di dare alle forze dell’ordine, agli eroi, mascherine, guanti e disinfettante” -
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Da registrare infine l’allarme lanciato da Antigone, Anpi, Arci e gruppo Abele che al governo scrivono: “I posti disponibili nelle carceri sono 50.931, cui vanno sottratti quelli resi inagibili nei giorni scorsi. I detenuti presenti, alla fine di febbraio, erano 61.230. Alcuni istituti arrivano a un tasso di affollamento del 190 per cento. Ogni giorno i detenuti sentono dire alla televisione che bisogna mantenere le distanze, salvo poi ritrovarsi in tre persone in celle da 12 metri quadri. Le condizioni igienico-sanitarie sono spesso precarie. Nel 2019 Antigone ha visitato 100 istituti: in quasi la metà c'erano celle senza acqua calda, in più della metà c'erano celle senza doccia. Spesso mancano prodotti per la pulizia e l'igiene. Con questi numeri, se dovesse entrare il virus in carcere, sarebbe una catastrofe per detenuti e operatori".

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