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NEW DELHI - Incontriamo Arundhati
Roy nei giorni di un voto importante. Le urne indiane potrebbero riconfermare
al potere i suoi nemici dichiarati, più volte definiti dalla celebre scrittrice
col termine di fascisti. «Non succederà - dice sicura a la Repubblica l'autrice
divenuta il simbolo di una resistenza intellettuale alla destra religiosa
indiana - inizierà un periodo di caos per me benvenuto...».
Prevede che il Congresso, il partito dei Gandhi, tornerà a fare da
fulcro di una coalizione alternativa, formata da leader di vari Stati?
«Non penso che i Gandhi si
aspettino di tornare con un forte maggioranza, ma prima di tutto devo dire che
ammiro il ritorno personale di Rahul Gandhi. Dopo essere stato umiliato così a
lungo e preso in giro dai fascisti... Ecco, ho trovato il suo coraggio encomiabile.
E anche sua sorella Priyanka ha grande carisma e un rapporto diretto con la
gente».
Il Bjp, il partito del premier Narendra Modi, sta puntando molto sulla
sua capacità di garantire sicurezza al Paese mostrando il pugno duro al
Pakistan.
«Ma andiamo... hanno fallito su
tutti i fronti, fin dalla prevenzione della strage di nostri soldati in
Kashmira a febbraio. Penso che le elezioni saranno ancora combattute
soprattutto su base di casta, specialmente fuori dai centri metropolitani. La
maggioranza della gente non pensa al problema del
nazionalismo hindu, alla corruzione. Certo per qualcuno è importante, ma per le moltitudini i problemi sono altri. E seguono, in cerca del pane quotidiano, l'onda del potere e dei favori elettorali delle caste più forti.
nazionalismo hindu, alla corruzione. Certo per qualcuno è importante, ma per le moltitudini i problemi sono altri. E seguono, in cerca del pane quotidiano, l'onda del potere e dei favori elettorali delle caste più forti.
Pensa che le caste marginalizzate possano coalizzarsi?
«Anche su queste pesa
direttamente il sistema di casta della Rss (potente organizzazione
ultrareligiosa e nazionalista con un'ala paramilitare, ndr) e del Bjp al governo.
Mai prima del 2014 l'Rss ha avuto un così vasto potere politico e ha iniziato a
espandere il dominio nell'esercito, nella polizia, nelle università, nelle
Corti, dappertutto. Andrebbe fermato prima che sia troppo tardi».
Nella sua collezione di decine di saggi e articoli che sta per essere
pubblicata in tutto il mondo, ha scritto molte volte dei rischi del fascismo in
diverse forme. Ma cosa rende questo momento così diverso o, come dice, la
vigilia del Grande caos?
«Ci sarà un governo paralizzato
perché nessuno avrà la maggioranza. Potrei sbagliarmi sulla rapidità di questo
processo, eppure il caos accadrà presto nonostante l'influenza della Rss.
Presto l'india dovrà fare i conti con l'eccessivo numero di zampe cresciute
sotto a questo millepiedi del fascismo indiano controllato da un pugno di
eletti che possiede Internet, risorse, banche, media».
Non sembra facile una rivoluzione con le dimensioni dell'india.
«Bisogna capire che la vasta
maggioranza degli indiani viene dalle caste "sudra" (i
"servitori", l'ultima del sistema detto dei varna hindu, ndr). Poi
vengono i “dalit” o’ fuoricasta, un’altra grossa minoranza. Su di loro ha
governato per decenni una piccola parte, un pugno di potenti che usa la
religione, la guerra e quant’altro per mantenere il controllo dell’india. Hanno
in mano la burocrazia, la legislatura, l’economia, ma quando tutti gli altri
cominceranno a capire che sono stati dominati sempre da una piccola casta coi
soldi, allora si risveglieranno, comincerà una contromobilitazione. Tutta
questa gente realizzerà la necessità di liberarsi di loro in blocco e il caos
sarà totale».
Ma questo movimento sembra ancora ristretto a certi settori della
società.
«La sinistra, e anche l’Occidente,
deve ancora capire la verità delle caste attorno a cui ruota tutto. La Rss, con
la sua tendenza sempre più fascista, boicotta le classi più deboli, arriva a
modificare i libri di scuola, abusa, minaccia e manda al rogo il lavoro di
pittori, scrittori, studiosi liberi, cambia i testi scolastici, lascia
violentare le donne e gli “inferiori”. Come lo chiamereste da voi un regime
così?. Eppure finora i liberal indiani non hanno mosso un dito».
Sembra descrivere dei demoni in azione...
«Quando Modi è andato al potere 5
anni fa, tutti hanno dimenticato i massacri delle migliaia di musulmani del
Gujarat, e molta gente ha tifato per vederlo premier. Tata, Reliance, tutti i
grandi capitalisti lo sostenevano come l'uomo con cui trattare. Ma ripeto che
dopo questo voto le cose andranno meglio, dal mio punto di vista. Non sono più
pessimista, penso che perderanno e che dal caos emergerà una nuova idea di
India che spazzerà via questa pericolosa fase di costruzione del prossimo
stadio di fascismo».
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