lunedì 20 maggio 2019

pc 20 maggio - LA POSIZIONE DI PROLETARI COMUNISTI SULLE ELEZIONI EUROPEE - Dal n. 4 del giornale proletari comunisti

Elezioni europee
NO ai partiti dei governi imperialisti! NO ai fascio-populisti!

Le elezioni europee per i governi imperialisti arrivano nel momento sbagliato.
Tutti i governi dei paesi imperialisti principali riceveranno dal voto un ulteriore segno del loro discredito, causato dalle loro politiche, di tutti insieme e in ogni paese, al servizio dei padroni e delle banche. Politiche che hanno prodotto attacchi al salario, disoccupazione e precarietà, tagli dei servizi sociali con peggioramento delle condizioni della scuola, della sanità, dell’ambiente.
Questa situazione, tranne che in Francia attualmente col movimento dei Gilet gialli, non ha trovato una risposta forte dalle lotte proletarie e popolari. E’ naturale, quindi, che la protesta si riversi nell’astensionismo, sempre più ampio in quasi tutti i paesi, o nelle urne, in un generico voto di dissenso che oggi è raccolto prevalentemente dalle forze fascio-populiste.
E’ quindi importante affermare in queste elezioni un “doppio boicottaggio”: quello dei governi alla testa di ciascun paese e dei gestori di questa Europa per conto dei governi al servizio del capitale e quello delle forze fascio-populiste che avanzano e sfruttano il malcontento popolare per andare al governo, usare il potere per consolidarsi e servire in altre forme gli stessi interessi delle borghesie dominanti.
Il boicottaggio di queste forze è essenziale, ma più importante ancora è alzare la bandiera della lotta proletaria e popolare e rappresentare l’alternativa politica alle masse della ricostruzione del
movimento comunista, del sindacalismo di classe, del fronte unito popolare antifascista e antimperialista.
L’alternativa non si costruisce con il boicottaggio se ridotto a bandiera propagandistica, ma dando forza e visibilità alla costruzione di questa alternativa, che se non è oggi in grado di sfidare anche sul piano elettorale i fascio-populisti, certamente non può lasciargli campo aperto.

Le liste di “sinistra” presenti alle elezioni non sono questa alternativa proletaria e popolare. In parte sono le vecchie sinistre riformiste, socialdemocratiche e revisioniste che hanno partecipato o sostenuto, non contrastato i governi dell’Europa imperialista e sono quindi complici delle loro politiche antioperaie e antipopolari. Alcune di esse, vedi Syriza in Grecia, sono diventate dei veri “cavalli di troia” della conciliazione con l’imperialismo europeo, così come lo sono sempre più della Nato.
Altri a sinistra inseguono il populismo di destra con parole d’ordini sovraniste e socialscioviniste - No euro, No Europa, Exit - e quindi nonostante le loro intenzioni non sono affatto alternativi al brodo di coltura del fascio-populismo.

Per questo è necessario che la sinistra comunista, rivoluzionaria, proletaria, antifascista, antimperialista non alimenti illusioni su queste forze.
Non ci sono scorciatoie alle lotta di classe e alla riorganizzazione proletaria e popolare, contro gli effetti delle politiche antioperaie e antipopolari dei governi europei, per costruire la forza che attacchi le cause di fondo di queste politiche.
L’Europa nelle mani degli imperialisti e dei nazionalisti non può essere né sarà mai l’Europa dei proletari e dei popoli. I proletari non hanno patria, e l’Europa sarà mai la loro patria. Non lo è mai stata. Bisogna rovesciare l’imperialismo e il capitalismo.
Noi siamo per la rivoluzione proletaria e socialista in ogni paese, in Europa come ovunque. Siamo per l’unità delle due grandi correnti del movimento rivoluzionario, dei proletari dei paesi imperialisti e dei popoli oppressi dall’imperialismo.
Tutte le parole d’ordini “europeiste” sono socialscioviniste o fasciste, sia di chi inneggia all’Europa sia di chi ne “vuole uscire”.

Oggi il mondo è attraversato da una contesa interimperialista che la presidenza Usa ha esplicitato e alimentato. Questa contesa interimperialista vede ben dentro le potenze imperialiste europee che cercano comunque di fronteggiarla in forma unitaria, ma l’unità di cui parlano cela solo i diversi interessi in campo. In primis l’aspirazione della Germania a divenire una superpotenza che sieda alla pari al Tavolo di questa contesa e che ha bisogno del contorno europeo come base di forza. Poi ci sono gli interessi dell’imperialismo francese, le convulse traversie dell’imperialismo inglese, il tentativo di cercare di rimanere dentro le potenze di peso dell’Italia imperialista, il difficile posizionarsi di tutti gli imperialismi minori in Europa, perchè tali sono, la Spagna come l’Austria, l’Olanda come la Svezia...
L’Est Europa è divenuta per tutti terreno di conquista da parte degli imperialisti più forti in Europa, ma anche degli Usa, della Cina e della Russia di Putin.
Questa è l’Europa che va alle elezioni.

L’indipendenza dei proletari, delle loro lotte e dei loro interessi, contro l’emergenza virulenta del moderno fascismo/nazismo razzista e xenofobo, con le diverse caratteristiche nei diversi paesi europei, è il problema principale oggi che va portato tra le masse, dentro la breve ma intensa campagna elettorale, ma soprattutto dentro la lotta di lunga durata che occorre fare. 

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