mercoledì 22 maggio 2019

pc 22 maggio - Di Maio cerca soldi per la campagna elettorale ma Tria lo prende in giro e l’Ocse dice che il Pil è fermo!

Tria: 'Coperture su decreto famiglia 'non individuate''
Il ministro dell'Economia: '3% deficit? Decisione non è autonoma dai mercati'
Scontro a distanza Tria-Di Maio sul decreto famiglia. 'Per ora non ci sono le coperture', dice il ministro spiegando il rinvio. Secca la replica del capo M5s. 'Il decreto è una priorità politica, i soldi ci sono. [Se Di Maio l'ingannapopolo dice che i soldi ci sono, ci sono... Ma per la campagna elettorale, è chiaro!, Subito dopo le elezioni si dovrà tenere conto di nuovo del bilancio ecc. ecc. ecc., ndr] Quando si decide dove destinare i soldi è la politica che lo decide non i tecnici'. Sui conti resta l'allarme dell'Ocse. La crescita dell'Italia sarà zero nel 2019 e resterà 'modesta', allo 0,6%, nel 2020. Rapporto tra deficit e pil al 2,9% nel 2020, debito al 135% del pil.

"Non sappiamo cosa sia questo miliardo. Se si spenderà meno di quanto preventivato (per il reddito di cittadinanza, ndr) si saprà a fine anno e non adesso. E' inoltre chiaro che queste spese non possono essere portate all'anno successivo".  Così il ministro dell'Economia, Giovanni Tria ad Agorà, parlando delle coperture del decreto famiglia che - ha spiegato - "per
ora non sono state individuate". Il provvedimento - ha spiegato - è stato rinviato.

"Il deficit non è una decisione autonoma dai mercati, perché significa prendere denaro a prestito" e "il problema è che il deficit significa che qualcuno sia disponibile a prestarci del denaro a quel tasso di interesse. Inutile pensare di fare un deficit per 2-3 miliardi in più quando poi per fare questo dobbiamo fare interessi aggiuntivi per 2-3 miliardi". "Lo ha spiegato a Salvini?", gli è stato chiesto. "Salvini lo sa bene e non devo spiegare nulla a nessuno. C'è una campagna elettorale in atto".
"Nell'ambito di una riforma fiscale gli 80 euro vengono riassorbiti. Tecnicamente - ha detto Tria - è stata una decisione sbagliata, risultano come spese e non come un prelievo. Inoltre tecnicamente è stato un provvedimento fatto male". Gli 80 euro ha ricordato sono stati adottati dall'ex premier Renzi spendendo 10 miliardi poco prima delle precedenti elezioni europee.

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