"...Bruxelles è pronta ad adottare misure di rappresaglia nel caso Washington decidesse di introdurre barriere all’import di materiale siderurgico, come minacciato dal presidente americano Donald Trump... Se la scelta dovesse colpirci (ha detto Cecilia Malmstrom, commissaria al commercio - ndr) certamente adotteremo misure di rappresaglia. Ci stiamo preparando».
Le autorità americane stanno valutando se introdurre dazi sui prodotti siderurgici in difesa della sicurezza nazionale... la Commissione europea ha pubblicato lunedì 26 giugno un rapporto. «Chiaramente, stiamo assistendo a un forte aumento del protezionismo... È preoccupante notare che le barriere più elevate sono quelle dei paesi del Gruppo dei Venti. Al prossimo G20 di Amburgo, l’Unione europea esorterà i leader a evitare il protezionismo. L’Europa non rimarrà ferma, non esiterà a usare gli strumenti a disposizione quando i paesi non applicano le regole».
L’Amministrazione Usa sostiene che la produzione domestica sia strategica per la sicurezza nazionale, perché fondamentale per la produzione di armamenti. Ma affermare un principio così vago... potrebbe scoperchiare un «vaso di Pandora» che autorizzerebbe qualsiasi Paese a erigere dazi a tutela di qualunque settore... una stretta, oggi, danneggerebbe soprattutto Canada, Brasile e Corea del Sud, i primi tre fornitori di acciaio degli Usa (l’Italia, l’anno scorso, vi ha esportato 657 milioni di euro di prodotti siderurgici). Su sponda europea, e soprattutto tedesca, le pressioni contro una nuova stretta hanno sfruttato addirittura i canali militari della Nato, fino a spingere il capo del Pentagono, James Mattis, a dirsi contrario...".
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Ogni imperialismo nella sua corsa ai profitti si trova una sovrapproduzione, in un mercato mondiale occupato da altri imperialismi o nuovi capitalismi che portano, a loro volta, la loro sovrapproduzione nei paesi prima uniche potenze commerciali.
Il capitalismo prima invade tutti i mercati possibili, e per questo fa guerre, distrugge intere zone, impone le sue produzioni agli altri paesi; poi fa la politica delle "barriere".
Ed è ridicolo sentir parlare la Ue di un "commercio libero ma equo, di "necessità della reciprocità nel commercio", quando il capitalismo nella sua fase imperialista ha nel suo Dna la lotta interimperialista, per difendersi e svilupparsi.
Alla guerra commerciale segue la guerra militare interimperialista, portata avanti in generale per interposta persona, facendo dei paesi dipendenti il palcoscenico.
Questa "guerra" provoca nelle cittadelle imperialiste per i lavoratori licenziamenti, chiusura di fabbriche, da un lato, intensificazione dello sfruttamento, attacco alle condizioni di lavoro ai diritti dall'altro, ecc.; nei paesi dipendenti, guerre, distruzione dell'economia locale, miseria per le masse popolari, supersfruttamento per i proletari, la nuova classe operaia.
Di questo, anche, si parlerà al G20, delle "misure di rappresaglia", delle guerre mascherate o no, della "sicurezza nazionale" del proprio imperialismo, difesa con l'aumento della produzione degli armamenti.
Ma contro tutto questo è necessario e giusto impedirgli il loro "festino macabro" ad Amburgo!
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