- Eurostop. Il piano di azione dei prossimi mesi
L’assemblea costituente di Eurostop tenutasi a Roma ieri, ha
approvato il piano d’azione dei prossimi mesi, ossia le campagne con cui
e su cui agirà nel paese. A queste campagne verranno affiancate delle
proposte di legge, anche di iniziativa popolare, sulle quali investire i
territori ma anche il confronto politico con iniziative analoghe (vedi
l’art. 81).
Le proposte di campagne di Eurostop per i prossimi mesi sono state decise sui seguenti temi:
1) Nazionalizzazione delle banche e delle aziende strategiche. La questione dell’Alitalia ha fornito visibilmente la materia per cogliere questa contraddizione. Ma il discorso è facilmente estendibile ad
aziende industriali come Ilva, Irisbus e Alcoa e ad aziende dei servizi frantumate e portate allo svuotamento dai privati come Telecom. Sulle banche dopo la vicenda Mps e banche venete il discorso è ancora più evidente, soprattutto perché è legato strettamente al nostro progetto di fuoriuscita dall’euro. Negli art. 41-42 -43 della Costituzione ci sono motivazioni idonee e sufficienti per rimettere il tema delle nazionalizzazioni al centro delle priorità politiche. Viene chiesto alle organizzazioni sindacali che questa tema si dentro le piattaforme delle mobilitazioni del prossimi autunno e dello sciopero generale.
2) Introduzione in Costituzione della possibilità di tenere referendum anche sui trattati internazionali e quindi dei trattati europei. Su questo tema democratico, alla luce dell’esito del referendum costituzionale, è possibile conquistare consensi. Soprattutto tenendo conto che in ogni paese su cui la popolazione ha avuto la possibilità di esprimersi sull’adesione o meno ai trattati europei, le classi dominanti e le oligarchie europee sono state sconfitte: Francia, Olanda, Danimarca, Irlanda e per ultimi l’Oxi della Grecia e la Brexit in Gran Bretagna. Su questo esiste già un dispositivo depositato alla Presidenza della Camera dei Deputati ed una proposta di legge di modifica costituzionale che può essere una base materiale di partenza per la campagna;
3) Eliminazione dalla Costituzione della modifica dell’art.81 che nel 2012 ha introdotto l’obbligo di pareggio di bilancio. Su questo sta partendo la campagna anche dei comitati per il No che hanno deciso di mantenere l’iniziativa e quindi la campagna sarà comune con le altre forze.
4) Una campagna generale contro la Legge Minniti e la crescente repressione che si va abbattendo su molti attivisti nelle lotte sociali e sindacali ma ormai anche su tutte le figure sociali vittime delle misure antipopolari del govero e della Unione Europea. Eurostop su questo ha lanciato a maggio da Bologna un appello che stiamo gestendo anche tenendo conto che ci sono anche altre iniziative in campo, sia a livello nazionale (es: contro le misure di sorveglianza speciale), sia a livello europeo (rete europea/Osservatorio contro la repressione) con le quali ci stiamo coordinando e con le quali va aperto un confronto più ampio e convergente possibile. E’ necessario arrivare ad una grande manifestazione popolare e democratica che chieda esplicitamente l’abrogazione della Legge Minniti-Orlando. Per il 23 settembre a Bologna (a quaranta anni dal convegno contro la repressione del settembre ’77) Eurostop propone un meeting nazionale su questi temi.
5) Per quanto riguarda l’ambito studentesceo e giovanile, più che agitare complessivamente i temi dell’istruzione pubblica (ormai con le deleghe attuative la “Buona Scuola” di Renzi è vigente), si ritiene importante cogliere il punto di contraddizione tra istruzione e mercato del lavoro. In questo senso smontare il micidiale progetto dell’alternanza scuola-lavoro può essere lo snodo di una campagna generale. In attesa che questo orrore cominci a produrre le sue contraddizioni, si tratta di lavorarci sopra, almeno a partire dal principio che il lavoro comunque si paga (es:contributi figurativi per gli studenti che fanno formazione, stage, tirocini gratuiti o forme di retribuzione). Su questo c’è bisogno di un supplemento di riflessione e proposta.
6) Infine si è costituito un gruppo di lavoro intorno alla questione immigrazione/emigrazione sulla base dell’ampio documento presentato dalla Campagna Noi Restiamo, un lavoro che dovrà ben presto affiancare all’analisi delle proposte politiche di mobilitazione.
Le proposte di campagne di Eurostop per i prossimi mesi sono state decise sui seguenti temi:
1) Nazionalizzazione delle banche e delle aziende strategiche. La questione dell’Alitalia ha fornito visibilmente la materia per cogliere questa contraddizione. Ma il discorso è facilmente estendibile ad
aziende industriali come Ilva, Irisbus e Alcoa e ad aziende dei servizi frantumate e portate allo svuotamento dai privati come Telecom. Sulle banche dopo la vicenda Mps e banche venete il discorso è ancora più evidente, soprattutto perché è legato strettamente al nostro progetto di fuoriuscita dall’euro. Negli art. 41-42 -43 della Costituzione ci sono motivazioni idonee e sufficienti per rimettere il tema delle nazionalizzazioni al centro delle priorità politiche. Viene chiesto alle organizzazioni sindacali che questa tema si dentro le piattaforme delle mobilitazioni del prossimi autunno e dello sciopero generale.
2) Introduzione in Costituzione della possibilità di tenere referendum anche sui trattati internazionali e quindi dei trattati europei. Su questo tema democratico, alla luce dell’esito del referendum costituzionale, è possibile conquistare consensi. Soprattutto tenendo conto che in ogni paese su cui la popolazione ha avuto la possibilità di esprimersi sull’adesione o meno ai trattati europei, le classi dominanti e le oligarchie europee sono state sconfitte: Francia, Olanda, Danimarca, Irlanda e per ultimi l’Oxi della Grecia e la Brexit in Gran Bretagna. Su questo esiste già un dispositivo depositato alla Presidenza della Camera dei Deputati ed una proposta di legge di modifica costituzionale che può essere una base materiale di partenza per la campagna;
3) Eliminazione dalla Costituzione della modifica dell’art.81 che nel 2012 ha introdotto l’obbligo di pareggio di bilancio. Su questo sta partendo la campagna anche dei comitati per il No che hanno deciso di mantenere l’iniziativa e quindi la campagna sarà comune con le altre forze.
4) Una campagna generale contro la Legge Minniti e la crescente repressione che si va abbattendo su molti attivisti nelle lotte sociali e sindacali ma ormai anche su tutte le figure sociali vittime delle misure antipopolari del govero e della Unione Europea. Eurostop su questo ha lanciato a maggio da Bologna un appello che stiamo gestendo anche tenendo conto che ci sono anche altre iniziative in campo, sia a livello nazionale (es: contro le misure di sorveglianza speciale), sia a livello europeo (rete europea/Osservatorio contro la repressione) con le quali ci stiamo coordinando e con le quali va aperto un confronto più ampio e convergente possibile. E’ necessario arrivare ad una grande manifestazione popolare e democratica che chieda esplicitamente l’abrogazione della Legge Minniti-Orlando. Per il 23 settembre a Bologna (a quaranta anni dal convegno contro la repressione del settembre ’77) Eurostop propone un meeting nazionale su questi temi.
5) Per quanto riguarda l’ambito studentesceo e giovanile, più che agitare complessivamente i temi dell’istruzione pubblica (ormai con le deleghe attuative la “Buona Scuola” di Renzi è vigente), si ritiene importante cogliere il punto di contraddizione tra istruzione e mercato del lavoro. In questo senso smontare il micidiale progetto dell’alternanza scuola-lavoro può essere lo snodo di una campagna generale. In attesa che questo orrore cominci a produrre le sue contraddizioni, si tratta di lavorarci sopra, almeno a partire dal principio che il lavoro comunque si paga (es:contributi figurativi per gli studenti che fanno formazione, stage, tirocini gratuiti o forme di retribuzione). Su questo c’è bisogno di un supplemento di riflessione e proposta.
6) Infine si è costituito un gruppo di lavoro intorno alla questione immigrazione/emigrazione sulla base dell’ampio documento presentato dalla Campagna Noi Restiamo, un lavoro che dovrà ben presto affiancare all’analisi delle proposte politiche di mobilitazione.
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