martedì 4 luglio 2017

pc 4 luglio - Brasile - il movimento di lotta è imponente. Ma non è tramite lo sciopero generale che si arriva alla rivoluzione, ma solo con l'alleanza operai-contadini e con la via della guerra di popolo - i troskisti su questo sono dannosi e non possono che essere coda radicale del riformismo

I sindacati ufficiali non sono burocratici - come cianciano i troskisti - ma sono diretti dalla linea politica del Partito Lula-Roussef e da apparati riformisti e controrivoluzionari

Da un articolo del Pdac
Il 30 giugno il Brasile ha vissuto il suo secondo sciopero generale contro il governo e le sue controriforme del lavoro e della previdenza.
Lo sciopero e le proteste hanno coinvolto numerose categorie: dagli operai metalmeccanici ai lavoratori dei trasporti, dai lavoratori degli idrocarburi ai bancari, ai professori e al pubblico impiego.
Le grandi centrali sindacali (Cut, Forza sindacale, Ugt) si sono inizialmente rifiutate d

i proclamare lo sciopero che era proposto dalla sola Conlutas, proponendo generiche manifestazioni. Poi, sotto la pressione della loro base, hanno dovuto accogliere l'appello della Csp Conlutas proclamando lo sciopero formalmente. Ma hanno attuato all'interno delle varie categorie per limitare la partecipazione e le manifestazioni. In qualche caso non muovendo un dito per la riuscita dello sciopero, altrove pronunciandosi esplicitamente contro l'adesione.
Nonostante i mille ostacoli frapposti dalle burocrazie che, in generale, insieme al Pt, puntano tutto sulle prossime elezioni del 2018 e su un ritorno del centrosinistra e di Lula, lo sciopero è riuscito, seppure con elementi di forza differenti nei diversi Stati del Paese.
In città come Sao José dos Campos (dove si concentrano una parte importante delle aziende multinazionali), Recife, Porto Alegre, lo sciopero è stato forte. A Sao José e Jacarei, lo sciopero ha bloccato la General Motors, la Hitachi e paralizzato completamente tutte le aziende dell'indotto. Molte categorie di peso della classe operaia hanno incrociato le braccia, paralizzato la produzione e i trasporti, realizzato grandi manifestazioni. In altre, dove maggiore è stato il peso dei sindacati burocratici, gli esiti sono stati minori. 
In varie città,  i lavoratori hanno organizzato blocchi stradali: così hanno fatto ad esempio a Osasco i metalmeccanici della regione. A Santos i lavoratori portuali hanno bloccato il porto. A Campinas le vie di accesso alla città sono state bloccate. La raffineria Petrobras di Paulinia si è fermata completamente.
A Rio de Janeiro le vie principali della città sono state invase dai manifestanti. Picchetti sono stati organizzati davanti a centinaia di aziende a Recife, Salvador. Decine di grandi cortei hanno attraversato le piazze.
In molte parti del Brasile i lavoratori si sono scontrati con una dura repressione e la polizia ha fatto cariche selvagge, usando i gas e arrestando alcuni dirigenti sindacali.

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