La presentazione della loro lista (contenente un fascio littorio nel simbolo, il che presenterebbe profili di incostituzionalità) ha portato il prefetto Vardé a scogliere la sottocommissione elettorale di Salò Fuori dal municipio di Mura, cinquanta esponenti della sinistra antagonista protestano, agitano i pugni chiusi e cantano Bella Ciao. Dentro, una straordinaria normalità, cosa impensabile alla vigilia. I tre consiglieri comunali di «Fascismo e Libertà» incontrano il nuovo sindaco Nicola Angiola Flocchini, danno la massima disponibilità a lavorare per il paese e applaudono al giuramento. .
Due molotov sono state lanciate all’interno di un albergo destinato ad
ospitare profughi. È accaduto nella notte tra venerdì e sabato a
Vobarno, in provincia di Brescia. La struttura, si chiama Eureka, è
chiusa al pubblico da circa quattro anni. I danni sono importanti.
L’hotel sarebbe stato individuato per dare ospitalità a 35 richiedenti
asilo. Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri di Salò non ci
sarebbero feriti: alcune persone si sarebbero avvicinate alla struttura
e, armate di mazze e molotov, avrebbero prima sfondato un vetro, per poi
gettare all’interno dell’edificio le bottiglie incendiarie. Il gesto
potrebbe essere un’intimidazione nei confronti del proprietario
dell’albergo.Ed è stato il proprietario, Valerio Ponchiardi, ad intervenire per
spegnere le fiamme causate dalle molotov che hanno raggiunto il pian
terreno dello stabile. Nonostante questo, al momento, come ha assicurato
lo stesso titolare, non è «ancora stato siglato alcun accordo per dare
ospitalità a coloro che hanno richiesto asilo».
..il 26 giugno è andato a vedere la casa popolare che gli era stata assegnata dal Comune, in via Largo Ferruccio Mengaroni, nel quartiere Tor Bella Monaca. Non trovando la via ha chiesto indicazioni a quattro ragazzi italiani, tutti fra i 20 e i 25 anni, che lo hanno insultato e preso a calci, arrivando perfino a strappargli la camicia.”Vai al paese tuo, le case lasciale a noi” , gli hanno urlato i quattro, e lo hanno lasciato a terra dicendo: “Noi i neri qui non li vogliamo. Non ti far vedere mai più”.
Dulal è in Italia da 26 anni e lavora in un ristorante con un contratto regolare. Essendo cardiopatico e con un figlio disabile, era ai primi posti della graduatoria degli alloggi popolari.
A gennaio, alcuni gruppi di estrema destra avevano impedito che una famiglia di egiziani con cinque figli prendesse possesso di un appartamento al quartiere Trullo. L’appartamento in via Montecucco, legittimamente assegnato alla famiglia nordafricana, da anni era occupato abusivamente da una famiglia di romani.
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