Sinteticamente guardiamo i fatti.
Bolsonaro è uomo di estrema destra,
legato organicamente ai militari, ai grandi latifondisti. Ha condotto
una campagna populista, raccogliendo un voto trasversale anche in
settori importanti del popolo.
La sua vittoria mostra anche quanto
profonda fosse la critica di ampi settori del popolo al governo di
Lula- Dilma. Non c'è solo la corruzione che ha fatto scandalo
tra le masse proprio perchè si trattava del partito di Lula ma anch la mancata risposta alle grandi rivendicazioni delle masse proletarie
e popolari, in gran parte contadine, non solo mancata risposta ma
anche risposta con la repressione.
Basti pensare alla repressione del governo Dilma Rousseff dei grandi moti in occasione dei Mondiali, basti pensare alla militarizzazione e alla campagna di assassini polizieschi nelle favelas, sviluppatasi fino alle sue estreme conseguenze nel periodo di interregno di Temer, basti pensare alla guerra di bassa intensità verso i movimenti dei contadini di occupazione delle terre - una parte avanzata dei quali realizzata dalla Liga Campesinos - diretta dai maoisti brasiliani.
Basti pensare alla repressione del governo Dilma Rousseff dei grandi moti in occasione dei Mondiali, basti pensare alla militarizzazione e alla campagna di assassini polizieschi nelle favelas, sviluppatasi fino alle sue estreme conseguenze nel periodo di interregno di Temer, basti pensare alla guerra di bassa intensità verso i movimenti dei contadini di occupazione delle terre - una parte avanzata dei quali realizzata dalla Liga Campesinos - diretta dai maoisti brasiliani.
Sulle responsabilità e sul carattere dei
governi di Lula e Dilma, la posizione assunta dalla sinistra
occidentale, compreso parte dell'estrema sinistra è gravemente
erronea.
I governi di Lula e Dilma non sono stati la soluzione dei problemi delle masse ma parte dei problemi
che le masse hanno avuto e hanno ancora. le lotte operaie che si sono sviluppate non hanno mai messo in discussione la via elettorale, anzi anche forze come Conlutas sono rimaste costantemente in questo ambito.
I governi di Lula e Dilma non sono stati la soluzione dei problemi delle masse ma parte dei problemi
che le masse hanno avuto e hanno ancora. le lotte operaie che si sono sviluppate non hanno mai messo in discussione la via elettorale, anzi anche forze come Conlutas sono rimaste costantemente in questo ambito.
Questo non vuol dire che le masse che
hanno sostenuto Lula sono passate con Bolsonaro.
Oltre 47 milioni di voti sono comunque
andati all'uomo di Lula e le astensioni sono state (voto nullo,
scheda bianca e astensioni) 42 milioni. Quindi si può senz'altro
dure che i 2/3 non ha votato Bolsonaro. Vuol dire che esistono in Brasile le
condizioni e la forza per contrastare il consolidarsi fascio-populista di
Bolsonaro.
Bolsonaro punta esplicitamente ad una
dittatura sostenuta dai militari. Bolsonaro non è soltanto Legge ed
Ordine, è anche una nuova politica economica che si fonda sullo
Stato minimo e l'ultraliberismo. Tornano in campo i Chicago boys che
furono la spina dorsale economica della dittatura di Pinochet. Questo
prevede la privatizzazione di tutte le aziende pubbliche, controriforme sociali in materia di pensioni e attacco diritti dei
lavoratori.
L'azione del nuovo potere di Bolsonaro ha un carattere restaurativo
nei confronti di ciò che è avvenuto nelle campagne, e, quindi,
punta a mettere fine alle pseudo riforme di Lula e a consolidare e
sviluppare l'uso delle forze armate al servizio dei latifondisti.
Bolsonaro punta a fare piazza pulita
dei grandi movimenti studenteschi che hanno attraversato il Brasile;
quando parla di “Legge e Ordine” è innanzitutto alle università
e all'ampio tessuto di associazioni democratiche che esistono nella
grandi città del Brasile che pensa.
Il potere di Lula non è riuscito ad
intaccare il dominio imperialista in Brasile e ne ha mantenuto la
dipendenza, ha protetto lo sviluppo del capitalismo burocratico e il
peso delle grandi multinazionali. Bolsonaro esplicitamente punta a
consolidare l'asse con l'imperialismo americano a guida Trump e
all'ombra di questa alleanza svolgere un ruolo di media potenza
nell'intera America Latina.
Inquietante è l'ampiezza del sostegno
a Bolsonaro di quell'ampio tessuto reazionario costruito nelle fila
del popolo dalle chiese evangeliche. E' lo svilupparsi di questa forze sul terreno politica la più grande
colpa dei governi di Lula, che hanno permesso, favorito e non
contrastato l'ampio radicamento delle chiese evangeliche, che sono
state uno dei pilastri della vittoria di Bolsonaro.
Ma la sostanza di questa vittoria sta
nel rapporto coi militari, sta nella fascistizzazione della sua base
militante, e l'alleanza tra fascisti e militari spingerà decisamente
verso il regime.
La vittoria di Bolsonaro mostra ancora una volta che
la via elettorale e parlamentare è fallita in Brasile. Lula non è
Allende, anzi la sua azione e sua politica economica hanno avuto il
carattere di un riformismo annunciato con una pratica di
conservazione degli assetti dei grandi poteri economici, politici e
finanziari del Brasile.
La via elettorale non solo non ha
risposto alle esigenze di cambiamento delle masse ma si è dimostrata
assolutamente inefficace e perdente per fermare l'ascesa
fascio-populista.
In Brasile la via
elettorale si è per così dire “suicidata”, perchè ha creato
essa stessa le condizioni di quel rigetto astensionista – il più
grande della storia del Brasile - che ha prodotto alla fine l'ascesa
di Bolsonaro.
Con Bolsonaro la via elettorale finisce
come prospettiva e mette all'OdG l'unica via che può fermare il
fascismo e realizzare le aspirazioni del cambiamento, quella della
guerra di popolo.
proletari comunisti/PCmItalia
5 novembre 2018
proletari comunisti/PCmItalia
5 novembre 2018
Nessun commento:
Posta un commento