lunedì 5 novembre 2018

pc 5 novembre - CROLLO DEL VIADOTTO A GENOVA. I CONSULENTI DI AUTOSTRADE TRADITI DA LORO STESSI

C’era da aspettarselo: un evento come il crollo del viadotto Polcevera, sull’austostrada A10, accaduto lo scorso quattordici agosto, inizia a produrre i primi tentativi di depistaggio da parte di chi non vuole ammettere le proprie responsabilità.
D’altronde, non ci si poteva aspettare altro, dopo che – nella commissione d’inchiesta per l’accertamento dei fatti – è stato inserito Alfredo Principio Mortellaro, ex ingegnere capo del Servizio per le Informazioni e per la Sicurezza Democratica: in pratica una spia.
Secondo l’ingegner Agostino Marioni, ex presidente della società Alga che si occupò dei lavori di rinforzo della pila 11 del ponte nel 2003, il tragico evento si è consumato a causa della caduta di una bobina di acciaio del peso di 3,5 tonnellate dal carico di un Tir.
Per inciso, ecco cosa scrive la società tra le sue rederenze (si veda il link https://www.edilportale.com/aziende/alga_108171.html): «Viadotto Polcevera – Genova 2003. Alga progetta ed esegue la sostituzione degli stralli sulla prima antenna del Viadotto Polcevera, opera
dell’architetto Riccardo Morandi degli anni 60’, tramite il sistema per stralli AL200. L’intero intervento è stato effettuato a senza interruzione di traffico».
Ma torniamo all'accaduto: il rotolo, cadendo sulla sede stradale, avrebbe prodotto un effetto molto simile a quello di una cannonata, a seguito della quale si è prodotto, a detta del consulente della società Autostrade per l’Italia, il collasso della struttura.
Nelle ore immediatamente successive alla esposizione di questa teoria da parte del Marioni, la ditta di trasporti – la Mcm di Novi Ligure – proprietaria del mezzo da cui sarebbe caduto il semilavorato di acciaio ha sdegnosamente escluso l’eventualità.
Ma la cosa interessante è che – grazie ad un servizio del programma televisivo Report – sono gli stessi tecnici dell’Aspi ad escludere questo evento, in un fuorionda il cui contenuto fa comprendere dove vuole andare a parare lo specialista.
«C’è una grande trave che attraversa il pilone. Che poi porta in appoggio la campatina centrale da 36 metri, che molto verosimilmente si è rotto là. Si vede nel filmato. Se si guardano i filmati si vede che a un certo punto questa campatina non c’è più, è cominciato da lì il crollo».
A parlare così - lo anticipa la newsletter, giunta alla nostra redazione sabato tre novembre alle ore 19:17, della televisione privata locale Primocanale - è Giuseppe Mancini, che per ironia della sorte condivide con l’altro professionista il ruolo di esperto di parte per il gestore della tratta autostradale incriminata.
Genova non necessita certamente di assistere al rimpallo di responsabilità tra possibili autori del misfatto, né tanto meno di depistaggi: merita invece che il ponte venga ricostruito in tempi brevi e che vengano stabilite altrettanto celermente le responsabilità di quanto accaduto.

Bosio (Al), 05 novembre 2018
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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