giovedì 8 novembre 2018

pc 8 novembre - LA NUOVA BANDIERA n. 4: "Il 1968 - il vento rivoluzionario che fece tremare la borghesia" - Richiederlo a pcro.red@gmail.com


Questo numero della rivista è il primo dei numeri dedicati al 50° anniversario del ‘68.
Ma chiaramente qui il 68 è inteso come ciclo di ribellione e lotte rivoluzionarie, iniziate prima dello stesso anno e che hanno attraversato parte degli anni 70. Anni che hanno sconvolto il mondo, innescati dalla Grande rivoluzione culturale proletaria in Cina, guidata da Mao Tsetung, dentro una vicenda storica straordinaria quale è stata la guerra del Vietnam e il grandioso sviluppo del movimento di liberazione delle masse oppresse dall’imperialismo nel terzo mondo.

Siamo partiti dal “maggio francese” organizzando un meeting a Parigi.
Costruiamo un nuovo grande meeting in Italia sul biennio 68-69.
Costruiamo una riflessione, un bilancio e un dibattito sullo sviluppo della lotta armata nei paesi imperialisti, nata dentro le punte alte di questo movimento; così come è necessario un bilancio delle lotte di liberazione di quegli anni che certamente compete innanzitutto ai comunisti e alle forze rivoluzionarie che in questi paesi hanno combattuto armi alla mano per le rivoluzioni di Nuova Democrazia in marcia verso il socialismo.

Del meeting di Parigi in questo numero pubblichiamo gli atti che contengono gli interventi delle forze maoiste che hanno partecipato, partiti in formazione come il nostro e gruppi rivoluzionari ispirati dalla nostra stessa ideologia.
Gli interventi esprimono, innanzitutto, la forza del messaggio che ne viene: quegli anni sono il nostro patrimonio storico; quegli anni sono stati una prima esperienza e perfino un primo tentativo di fare la rivoluzione, quella vera, nel cuore dei paesi imperialisti; quegli anni hanno fatto emergere il potenziale rivoluzionario del marxismo leninismo maoismo, e in particolare del maoismo della Rivoluzione culturale proletaria come arma per trasformare la ribellione in rivoluzione, lo scontro di piazza e le iniziative armate in un’autentica guerra rivoluzionaria che trasformi alla fine l’esplosione in insurrezione.

Ma gli interventi mostrano anche l’altro lato della medaglia.
I gruppi maoisti di oggi sono tuttora inadeguati, in teoria, esperienza e progetto, per trasformare il bilancio dei quegli anni in nuovo autentico progetto della rivoluzione qui ed oggi, in un contesto realmente mutato sia da parte del nemico che si è tatticamente rafforzato sia da parte del movimento rivoluzionario che appare strategicamente indebolito dallo iato
tra condizioni oggettive per la rivoluzione e forza soggettiva al cui centro ci sia il ruolo del proletariato come unica classe rivoluzionaria fino in fondo.
Gli atti del convegno mostrano che è grande ancora la distanza tra l’obiettivo e il risultato attuale, tra la strada da intraprendere e la strada che si sta percorrendo.
Il Pc maoista Italia è più avanti di tutte queste forze, e non perché ha la forza materiale oggi per cambiare le cose, quanto perché ha la coscienza e l’analisi esatta dello stato delle cose. E chi ha questa coscienza e marcia con determinazione verso il nuovo inizio è un passo avanti e un punto di riferimento.

Nella seconda parte di questo numero cominciamo a preparare il secondo meeting, quello che riguarderà lo straordinario biennio rosso in Italia e l’emergere a conclusione di esso del fenomeno e dell’organizzazione della lotta armata.
In questo numero ci limitiamo ad una cronaca, ricca ma volutamente arida dei fatti, perché anche negli anni del biennio rosso i fatti sono stati spesso più importanti delle parole, e perché solo i fatti testimoniano le dimensioni reali, e non immaginarie, di quel movimento.
L’immaginazione era al potere, ma come bi-sogno della rivoluzione, ma sono i duri e spesso entusiasmanti fatti della realtà materiale l’effettiva realtà che si è sviluppata e che contiene il riflesso di quella che era la coscienza acquisita, materialisticamente intesa e non idealisticamente.
In questo senso, questo numero della rivista è davvero importante, e apre un ciclo di numeri e di eventi all’insegna del messaggio forte e imbattibile espresso dalle parole d’ordine di quegli anni: E’ giusto ribellarsi, la classe operaia deve dirigere tutto, il potere nasce dalla canna del fucile.

Chiude la rivista quelli che comunque consideriamo gli articoli più importanti: la celebrazione del 200° anniversario di Marx, con la pubblicazione dell’intervento “a braccio” dell’importante assemblea proletaria tenutasi a Palermo il 5 maggio 2018.

Nessun commento:

Posta un commento