"L'abbraccio tra sinistra e sovranismo xenofobo" di Riccardo Petrella"
Fra i numerosi segni della crisi strutturale di valori identitari della sinistra progressista v’è il suo (nuovo) ripiego sulla sponda del sovranismo nazionalista. Lungi dall’essere salvatore sul piano dell’esistenza politica, esso si traduce in un abbraccio mortale.
Lo stato sovrano nazionale nel contesto di una economia capitalista è stato raramente un vettore di ” liberazione del popolo ” e dei “popoli”. Molto più sovente “il popolo sovrano” (a partire d al XIX secolo), è stato imprigionato dalla borghesia “nazionale” per costruire il “proprio Stato” ed assicurarsi la “propria sovranità” in lotta e competizione con le altre borghesie anch’esse definitesi “nazionali” .
La questione “nazionale ” e della sovranità nazionale è stata sempre causa di conflitti interni e di scissioni politico-ideologiche e culturali in seno al mondo della sinistra. Sui temi chiave ad essa collegati – la guerra o la pace, lo straniero o l’ospitalità e la solidarietà tra le persone e le comunità
umane –, si è giocata, male, l’esistenza e la coesione del mondo dei socialisti e dei comunisti. Ciò è accaduto tragicamente a proposito della prima guerra mondiale e, dopo, nella nascita e ed affermazione del nazismo e del fascismo.
Ed è quel che sta accadendo oggi. Si pensi ai disastri in corso in Europa operati nel nome della nazione, della sua sovranità e sicurezza, contro i diritti umani, la giustizia sociale e la democrazia. In particolare contro gli immigrati nell’Italia di Minniti e Salvini, o negli Stati Uniti di Trump o nell’Austria di Kurz e l’Ungheria di Orban. Asservimenti espliciti agli interessi delle imprese private capitaliste globali multi-nazionali verso cui ha condotto in questi anni la deriva nazionalista e sovranista della sinistra. Le imprese capitalistiche globali se ne infischiano apertamente della sovranità nazionale e della sicurezza del popolo e dei popoli...
Non soprende, dunque, l’affermazione (25 ottobre) di Melanchon in Francia di essere alleato a Salvini e Di Maio contro l’Ue, né la tendenza sempre più chiara anche da parte della Linke in Germania di riprendere temi e proposte cari alla «nuova» destra tedesca nel tentativo di arrestare il travaso dei voti verso la destra xenofoba nazista...
Da un lato coloro che si battono per un’Europa democratica (rappresentativa e partecipata) federale sovranazionale al servizio di una società europea fondata sull’uguaglianza e, dall’altro, coloro che difendono un’Europa interstatuale arroccata sulle sovranità nazionali e su un’economia capitalista fondata sull’appropriazione privata delle risorse esistenti al servizio della massimizzazione del rendimento del capitale disponibile. Invece nell’opinione pubblica europea passa il messaggio che la lotta politica per il divenire dell’Europa è principalmente attorno all’opposizione tra gli europeisti difensori dell’Europa attuale e gli anti-europeisti difensori della sovranità delle nazioni europee contro le oligarchie tecnoburocatiche dell’Ue. Si tratta di una tesi che conviene sia ai gruppi sociali dominanti che hanno costruito e governano l’attuale Europa, sia ai gruppi sociali nazionalisti, xenofobi, anti-democratici e pro-capitalisti tipo Afd in Germania o Lega e parte di M5S in Italia.
L’abbraccio della sinistra riformista moderata all’economia capitalista di mercato nella convinzione di poterlo «umanizzare» le fu letale. Nel contesto attuale, l’abbraccio della sinistra progressista radicale alle sirene del sovranismo nazionalista xenofobo nella speranza di non divenire irrilevante sulla scena politica è un abbraccio mortale.
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