mercoledì 7 novembre 2018

pc 7 novembre - PASSA IL DECRETO SICUREZZA - MIGRANTI, LAVORATORI, DONNE CHE LOTTANO NON SONO SICURI

Salvini con una specie di “colpo di mano”, scavalcando le procedure parlamentari, ha posto la fiducia sul decreto sicurezza che con 163 sì e 59 no è passata al Senato. Non c'erano proprio i requisiti per la richiesta della fiducia - non c'è la “straordinarietà e l'urgenza” (è lo stesso governo che si vanta del calo dell'80% degli sbarchi dei migranti); così come “l'omogeneità e l'immediata applicabilità di tutte le disposizioni del decreto” (un decreto che mette insieme materie diverse e che non potrà essere affatto immediatamente esecutivo, per il suo contrasto con altre norme, per i fondi da stanziare per i rimpatri, ecc.) - ma per Salvini se le regole sono un impedimento dice: “me ne frego” (di vecchia memoria)
Ma anche in questo caso la forzatura illegittima di Salvini ha trovato subito il consenso di Di Maio; così Salvini si portava subito a casa il suo risultato e poi toccava al M5S portarsi il suo (ora in ballo c'è la questione delle prescrizione).

Se ancora ci sono dubbi sul ruolo inutile, esautorato del parlamento, questa di oggi è una ulteriore dimostrazione. La richiesta della fiducia è stata esplicitamente posta per avere la certezza che il decreto sicurezza passasse rapidamente, senza subire modifiche alcune.

Questo decreto è chiaramente interno al “mercato” in corso nel governo e alla politica, sulla questione migranti, “vendicativa” per le mancate risposte della UE.
Ma il suo uso è soprattutto ideologico, di propaganda e azione fascista, razzista.

Con questo decreto vogliono rinchiudere, espellere, tagliare i viveri ai migranti.
Salvini oggi dalle Tv e sui giornali ha annunciato, col suo stupido ghigno, che la spesa per l'accoglienza dei migranti viene tagliata da 35 a 20/19 euro al giorno a migrante. Un'accoglienza

ridotta a “pane e acqua”, tagliando soprattutto i costi dell'integrazione per i richiedenti asilo; mancherà l'assistenza legale, niente più lezioni di italiano e corsi di formazione professionale.
Questo decreto, in aperta violazione dell'art.10 della Costituzione – che recita “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge” - renderà "clandestini" i migranti, negandogli il principale permesso di soggiorno, quello umanitario (limitato a pochissimi casi), rendendo quasi impossibile ottenere il diritto d'asilo.
La cancellazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari (restringendolo a pochissimi casi) a prescindere da elementi oggettivi e da ogni norma internazionale, è l'immagine più evidente di un governo che pone la disumanità a suo principio; di fatto considerando chi proviene da altri paesi razze diverse da discriminare, inferiori. E questo è il fascismo!

Questo decreto prevedere che i richiedenti asilo non si possano iscrivere all’anagrafe e non possano quindi accedere alla residenza, non possono avere i documenti di identità - quindi sono "clandestini", non esistenti per i Comuni dove risiedono - con la conseguenza anche di non poter usufruire dell'assistenza sanitaria, di non poter avere il codice fiscale senza il quale non possono trovare lavoro.
La concessione della cittadinanza viene data non per diritto in base a norme, requisiti, ma usata come arma di ricatto per stare buoni o arma di castigo per toglierla.

Viene resa legge una discriminazione che non è fondata su alcuna norma costituzionale, giuridica ma solo e soltanto sulla razza: un migrante e un italiano hanno due giustizie diverse - mentre il migrante viene considerato di fatto colpevole già alla sentenza di primo grado e quindi deve andare via dall'Italia, la persona italiana ha invece diritto ai vari gradi di giudizio; un migrante anche se ottiene la cittadinanza resta sempre diverso dagli italiani, perchè la cittadinanza a fronte di una condanna, gli può essere revocata – e questo non poggia su nessuna motivazione legale se non il colore della pelle!

Qualcuno sta chiamando questo decreto, giustamente, "decreto insicurezza". Aggiungiamo che lo è per i migranti ma lo è anche per la maggioranza delle masse popolari del nostro paese.
Perchè l'altro cuneo di questo decreto colpisce i "nostri".
Il "Decreto sicurezza" è infatti non solo razzista e liberticida ma intende intervenire direttamente contro le lotte degli operai e dei movimenti, dai larghi settori di gente che, sempre più con la perdita del lavoro, il salario che non basta, non c'è la fanno a vivere, ad avere una casa, e occupano case sfitte, edifici anche abbandonati, a chi lotta per le condizioni di vita, di lavoro, per un reddito (quello vero, non l'illusorio reddito di cittadinanza), per i diritti, contro il fascismo, il razzismo, ecc. A tutti questi il decreto riserva il Daspo urbano, fino all'uso delle armi - il micidiale taser.
Altre misure del decreto, come considerare nuovamente reati penali i blocchi stradali e l'ampliamento delle intercettazioni telefoniche contro chi occupa, terreni, edifici, ecc. chi organizza queste lotte, hanno un evidente indirizzo verso le lotte dei lavoratori.

Su questo c'è da dire che su un punto fascismo e razzismo si uniscono in forme specifiche, e riguarda appunto questo articolo sui blocchi stradali. Il blocco stradale, tante volte usato negli scioperi dei lavoratori e in tante altre lotte proletarie, diventa un crimine punibile con la reclusione da uno a sei anni, e in caso di condanna di un lavoratore straniero, costui potrà anche essere espulso dal paese revocandogli il permesso di soggiorno e di lavoro – pensiamo agli operai migranti del settore della logistica.
Questo decreto è intitolato "decreto Salvini", ma nessuno metta, per favore, in ombra il contributo attivo di Di Maio, di Ministri come Bonafede, rispetto a cui è sbagliato denunciarli solo perchè hanno appoggiano per avere poi a loro volta appoggio ai loro provvedimenti. I capi del M5S e buona parte dei parlamentari hanno anch'essi le stesse concezioni, posizioni razziste, fasciste, espresse molto prima dell'alleanza con la Lega.

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