stralci da operai contro
Nemmeno il tempo di spegnere le luci della kermesse del Balocco per
la presentazione del nuovo piano industriale che l’altro ieri i giornali
hanno dato la notizia, di fonte sindacale, che negli stabilimenti di
Pomigliano e Nola scatterà la cassa integrazione a zero ore per tutti
gli operai per un anno a partire dal primo luglio e ieri pomeriggio la
cassazione ha confermato il licenziamento di Mimmo
Mignano ed i suoi compagni così che FCA si libera dei suoi 5 operai più
combattivi. Questo è il piano industriale FCA per noi operai.
A Balocco, Marchionne e i suoi manager, hanno presentato il piano, le
strategie per garantire i profitti e la massimizzazione del valore
capitale ai padroni FCA per i prossimi anni. Investimenti per 45
miliardi nei settori cosiddetti “premium”: macchine di lusso, sportive e
SUV con motorizzazioni ibride ed elettriche. I soldi adesso si fanno lì e
lì devono andare i capitali. Quali e quante di queste
produzioni
saranno fatte in Italia non è dato sapere, ne è stato presentato un piano per
Fiat di cui i giornali avevano già anticipato lo spostamento della
produzione della Panda in Polonia. Si fa cenno solo ad una generica
saturazione degli impianti EMEA (inclusa Italia). Niente di nuovo, i
padroni vanno per la loro strada.
Ai sindacati firmatari, invitati alla presentazione insiemi ai
padroni, tanto è bastato e non hanno perso tempo a vendersi la nostra
pelle comunicando il loro consenso al piano industriale presentato da
FCA:
“[…] un piano di sviluppo come quello presentato oggi, attento alle
evoluzioni anche tecnologiche di mercato come la graduale affermazione
della guida autonoma o della propulsione elettrica, costituisce anche la
solida premessa su cui avviare le trattative di rinnovo del Contratto
collettivo specifico di lavoro, che scadrà a fine anno”. Palombella –
UILM
“FCA: aumento capacità produttiva Italia ed Europa. Abbandono
progressivo prodotti mass market, si punta su mix piccole sempre più
green, e veicoli premium. Sono notizie positive, auspichiamo che il
confronto prosegua sulla programmazione temporale degli investimenti e
la loro localizzazione”. Bentivogli – UILM
Questi sindacalisti, novelli amministratori delegati, ci vorranno
convincere della bontà delle scelte padronali. Ci vorranno convincere
che la miglior scelta è sottomettersi al padrone, collaborare e non
mettere il bastone tra le ruote, non alzare la testa altrimenti chissà
quelle produzioni dove andranno. Insomma, il solito falso ricatto: o
accettate di essere sfruttati alle condizioni che loro concorderanno con
il padrone o la fame della disoccupazione. Falso perché anche
accettandolo questo ricatto non avremmo come operai nessuna garanzia che
possa essere mantenuto e se mantenuto a quali condizioni.
La stessa FIOM non è riuscita ad andare oltre delle iniziative, i
“working day” in cui nel contestare le scelte manageriali di Marchionne e
contestare il mancato rispetto dei precedenti piani industriali
“[Ritiene] positiva, anche se in ritardo rispetto ai cambiamenti nel
settore la scelta dell’azienda di convertire le produzioni investendo
sull’elettrico e sull’ibrido: era uno degli obiettivi che come FIOM
c’eravamo posti per una svolta ecologica dell’auto e per salvaguardare
l’occupazione in Italia. […] Il management deve investire sui lavoratori
a partire dal salario e dalle condizioni di lavoro […]”. La FIOM è
rimasta al tanto caro capitalismo dal volto umano!
Gli operai servono per fare profitti. Se ci sono i profitti (quel
determinato tasso di profitto che i padroni pretendono di guadagnare con
i loro capitali) allora c’è lavoro per gli operai alle condizioni di
sfruttamento storicamente determinate. In caso contrario per i padroni
gli operai non servono, sono solo un esubero. Un esubero al massimo da
gestire con i sindacati aziendalisti, con gli ammortizzatori sociali
forniti dallo stato.
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